lunes, 23 de noviembre de 2009

Venezuela: crolla il PIL nel III Trimestre 2009, ma non è recessione

Attilio Folliero, Caracas 23/11/2009

Dopo 22 trimestri consecutivi di crescita, dal IV trimestre del 2003 al I trimestre del 2009, il PIL venezuelano nel corso del secondo trimestre di quest’anno ha fatto registrare un arretramento; infatti, il secondo trimestre del 2009 (al 30/06/2009) si era chiuso con un caduta del PIL del 2,42%, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Pochi giorni fa la Banca Centrale del Venezuela ha reso noto i dati relativi al PIL del terzo trimestre, al 30/09/2009: un nuovo arretramento, anzi un crollo del 4,54%. Dati negativi che potrebbero far pensare che il Venezuela sia entrato in recessione, ma non è affatto così e spieghiamo i motivi.

Il Venezuela, con l’avvento al governo di Hugo Chávez (nel 1999), dal I trimestre del 2000, dopo oltre due decenni di continua crisi, conosce due anni consecutivi di crescita: il 2000 ed il 2001 crescono mediamente più del 3%, con alcuni trimestri che arrivano ad oltre il 5%.

La crescita economica del Venezuela fu bruscamente interrotta dal colpo di stato dell’aprile 2002 e dalla successiva serrata attuata dalla classe dirigente di PDVSA (l’industria petrolifera statale e principale azienda del paese) per costringere alle dimissioni il presidente Chávez. In sostanza due colpi di stato che hanno buttato sul lastrico l’economia venezuelana, con sette trimestri consecutivi di crisi profonda. Addirittura il PIL relativo al I trimestre del 2003 crollava quasi del 27% e quello relativo al settore petrolifero, vero motore dell’economia venezuelana, cadeva di quasi il 40%!

Il governo ed il popolo venezuelano, che nella sua stragrande maggioranza appoggiava e continua ad appoggiare il presidente Chávez, con fame o senza la fame, riuscirono a risollevare il paese. Dopo aver ripreso il controllo dell’industria petrolifera, il Venezuela conosce uno dei momenti di crescita economica più straordinari di tutta la sua storia, con 22 trimestri di crescita continuata, appunto fino al I trimestre di quest’anno (vedasi la seguente tabella con i dati trimestrali del PIL, dal 1997 ad oggi), con numerosi trimestri che fanno registrare crescite record a doppia cifra.

PIL trimestrale del Venezuela a prezzi correnti del 1997
(Variazione percentuale rispetto all'anno precedente)
I Trimestre 1997 - III Trimestre 2009
N
Trimestre
PIL
Totale
Var. %
PIL
Petrolio
Var. %
PIL Altre
Attività
Var. %
1
I Trim 1997
9.808.771
-
1.847.493
-
7.961.278
-
2
II Trim 1997
10.324.327
-
1.940.415
-
8.383.912
-
3
III Trim 1997
10.696.775
-
2.025.195
-
8.671.580
-
4
IV Trim 1997
11.113.278
-
2.050.168
-
9.063.110
-
5
I Trim 1998
10.553.835
7,60%
2.007.214
8,65%
8.546.621
7,35%
6
II Trim 1998
10.603.791
2,71%
1.965.308
1,28%
8.638.483
3,04%
7
III Trim 1998
10.318.765
-3,53%
1.887.368
-6,81%
8.431.397
-2,77%
8
IV Trim 1998
10.590.096
-4,71%
2.023.631
-1,29%
8.566.465
-5,48%
9
I Trim 1999
9.618.763
-8,86%
1.897.639
-5,46%
7.721.124
-9,66%
10
II Trim 1999
9.681.438
-8,70%
1.946.353
-0,96%
7.735.085
-10,46%
11
III Trim 1999
9.876.268
-4,29%
1.835.780
-2,73%
8.040.488
-4,64%
12
IV Trim 1999
10.378.456
-2,00%
1.906.534
-5,79%
8.471.922
-1,10%
13
I Trim 2000
9.934.263
3,28%
1.878.359
-1,02%
8.055.904
4,34%
14
II Trim 2000
10.032.948
3,63%
1.943.502
-0,15%
8.089.446
4,58%
15
III Trim 2000
10.103.864
2,30%
1.919.932
4,58%
8.183.932
1,78%
16
IV Trim 2000
10.942.218
5,43%
2.015.812
5,73%
8.926.406
5,36%
17
I Trim 2001
10.147.553
2,15%
1.922.065
2,33%
8.225.488
2,11%
18
II Trim 2001
10.407.962
3,74%
1.888.379
-2,84%
8.519.583
5,32%
19
III Trim 2001
10.673.953
5,64%
1.936.039
0,84%
8.737.914
6,77%
20
IV Trim 2001
11.175.913
2,14%
1.942.160
-3,65%
9.233.753
3,44%
21
I Trim 2002
9.698.905
-4,42%
1.771.608
-7,83%
7.927.297
-3,63%
22
II Trim 2002
9.499.804
-8,73%
1.513.142
-19,87%
7.986.662
-6,26%
23
III Trim 2002
10.039.682
-5,94%
1.871.030
-3,36%
8.168.652
-6,51%
24
IV Trim 2002
9.411.719
-15,79%
1.439.892
-25,86%
7.971.827
-13,67%
25
I Trim 2003
7.113.908
-26,65%
1.071.733
-39,51%
6.042.175
-23,78%
26
II Trim 2003
8.978.485
-5,49%
1.747.136
15,46%
7.231.349
-9,46%
27
III Trim 2003
9.391.604
-6,46%
1.791.890
-4,23%
7.599.714
-6,96%
28
IV Trim 2003
10.168.681
8,04%
1.861.470
29,28%
8.307.211
4,21%
29
I Trim 2004
9.679.226
36,06%
1.789.443
66,97%
7.889.783
30,58%
30
II Trim 2004
10.150.929
13,06%
1.808.824
3,53%
8.342.105
15,36%
31
III Trim 2004
10.861.974
15,66%
1.862.240
3,93%
8.999.734
18,42%
32
IV Trim 2004
11.480.214
12,90%
1.900.250
2,08%
9.579.964
15,32%
33
I Trim 2005
10.523.822
8,73%
1.803.524
0,79%
8.720.298
10,53%
34
II Trim 2005
11.366.013
11,97%
1.785.353
-1,30%
9.580.660
14,85%
35
III Trim 2005
11.884.526
9,41%
1.832.163
-1,62%
10.052.363
11,70%
36
IV Trim 2005
12.749.288
11,05%
1.830.703
-3,66%
10.918.585
13,97%
37
I Trim 2006
11.482.700
9,11%
1.794.423
-0,50%
9.688.277
11,10%
38
II Trim 2006
12.390.164
9,01%
1.772.914
-0,70%
10.617.250
10,82%
39
III Trim 2006
12.970.275
9,14%
1.788.529
-2,38%
11.181.746
11,24%
40
IV Trim 2006
14.273.394
11,95%
1.752.837
-4,25%
12.520.557
14,67%
41
I Trim 2007
12.484.130
8,72%
1.683.160
-6,20%
10.800.970
11,48%
42
II Trim 2007
13.357.100
7,80%
1.675.258
-5,51%
11.681.842
10,03%
43
III Trim 2007
14.140.429
9,02%
1.703.362
-4,76%
12.437.067
11,23%
44
IV Trim 2007
15.301.845
7,21%
1.745.974
-0,39%
13.555.871
8,27%
45
I Trim 2008
13.093.644
4,88%
1.714.098
1,84%
11.379.546
5,36%
46
II Trim 2008
14.321.822
7,22%
1.710.121
2,08%
12.611.701
7,96%
47
III Trim 2008
14.673.496
3,77%
1.779.106
4,45%
12.894.390
3,68%
48
IV Trim 2008
15.838.038
3,50%
1.771.482
1,46%
14.066.556
3,77%
49
I Trim 2009
13.160.134
0,51%
1.628.598
-4,99%
11.531.536
1,34%
50
II Trim 2009
13.974.582
-2,42%
1.644.817
-3,82%
12.329.765
-2,24%
51
III Trim 2009
14.007.647
-4,54%
1.610.160
-9,50%
12.397.487
-3,85%
Fonte: Elaborazione dati BCV di Attilio Folliero e Cecilia Laya. Dati in migliaia di Bolívares, espressi nella attuale scala monetaria introdotta il primo gennaio 2008. Le stime relative agli anni 2007, 2008 y 2009 sono provvisorie  e possono variare.

Nel secondo trimestre di quest’anno, come già successo in precedenza nel resto del mondo, arriva la crisi anche in Venezuela, riflettendosi nel calo del PIL. Poi, con l'ulteriore crollo del PIL nel III trimestre il Venezuela entra in recessione. In realtà la situazione venezuelana va analizzata più in profondità.

Il crollo del PIL è dovuto soprattutto alla caduta in due settori: la produzione petrolifera (-9.50%) e la caduta delle vendite di auto (-25%). A causa della crisi economica mondiale i prezzi del barile di petrolio, dopo aver toccato i 150 dollari, avevano cominciato a scendere velocemente e sarebbero crollati probabilmente anche al di sotto dei 20 dollari se non fosse intervenuta l’OPEC a ridurre la produzione. 

L’Opec alla fine dello scorso anno decideva di tagliare la produzione di ben 4 milioni di barili al giorno, a partire dal 1 gennaio del 2009; al Venezuela è toccato ridurre la produzione di 400.000 barili al giorno. Tale taglio ha fatto si che si bloccasse la caduta del prezzo del petrolio, stabilizzandosi attorno ai 70 dollari, ma ovviamente ha fatto ridurre gli introiti. In ogni caso i milioni di barili di petrolio non immessi nel mercato sono nel sottosuolo venezuelano e potranno essere capitalizzati in futuro; come dire: “il mancato introito odierno potrà essere compensato da maggiori introiti in un futuro prossimo”.


L’altro grande crollo si è registrato nella vendita di automobili: dalle 200.000 auto vendute nel 2008, si passerà alle 150.000 di quest’anno con una riduzione netta di circa il 25%. Tale crollo in realtà non è dovuto alla mancanza di mercato, ad una mancanza di domanda, ma ad una precisa scelta di politica economica del governo, da un lato per impedire l’immissione in circolazione di altre auto a benzina altamente inquinanti e dall’altro per preservare le riserve internazionali. In sostanza, la domanda di auto in Venezuela continua ad essere sostenuta e non sarebbe certo diminuita rispetto allo scorso anno, ma il governo non ha fornito agli importatori o alle case assemblatrici di veicoli, i dollari necessari ad importare veicoli e/o parti per l’assemblaggio, equivalenti appunto a 50.000 veicoli.


In Venezuela esiste uno stretto controllo cambiario, per cui chiunque necessiti importare beni e servizi deve richiedere allo stato l’equivalente in dollari. Il governo venezuelano, con il taglio della produzione petrolifera ha visto entrare meno dollari e di conseguenza ha deciso di ridurre la concessione di dollari a quei settori ritenuti strategicamente meno importanti, tra i quali il settore automotrice. Se avesse concesso il quantitativo di dollari richiesti a questi settori non strategici sicuramente la caduta del PIL sarebbe stata inferiore o nulla, ma avrebbe ridotto enormemente le riserve internazionali; in tal modo dunque ha preservato le riserve internazionali.

Tra l’altro, il governo venezuelano per la salvaguardia dell’ambiente ha deciso di adottare una politica tendente a ridurre l’inquinamento da auto alimentate a benzina. Infatti, si stanno costruendo in Venezuela, con la collaborazione cinese ed iraniana, fabbriche assemblatrici di auto a gas e sta per entrare in vigore una norma che prevede l’installazione gratuita dell’impianto a gas o addirittura la sostituzione gratuita delle auto a benzina più vecchie, con quelle di nuova generazione a gas. C’è dunque anche un motivo di carattere ambientalistico che ha condotto il governo a bloccare l’importazione di auto a benzina.

Ovviamente la crisi si inizia a far sentire anche in Venezuela, ma la caduta del PIL non è dunque solamente il riflesso di questa crisi. Anzi, in Venezuela si sta pensando di cambiare anche lo strumento che misura la crescita di un paese; quindi in futuro potrebbe non essere più utilizzato solamente il PIL.

“Dato che il Venezuela – parole del Presidente Hugo Chávez, pronunciate in occasione del discorso di apertura del congresso straordinario del suo partito, il Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV) – si sta incamminando verso una società socialista, deve cambiare anche gli strumenti che misurano lo sviluppo del paese, tra cui il PIL, strumento della società borghese”. 

“Sarebbe stato facile – sempre secondo Chávez – non far cadere il PIL; infatti, bastava dare i dollari agli importatori di auto ed il PIL non sarebbe caduto“.

E continua: “Va cambiato lo strumento che misura la crescita di un paese, perché il PIL prende in considerazione solo l’aspetto economico e non misura, ad esempio, il fatto che anche quest’anno è cresciuto il numero di persone che hanno avuto accesso all’energia elettrica, all’acqua potabile, all’istruzione universitaria. Nulla dice che, ad esempio, dieci anni fa, quando arriva la rivoluzione bolivariana si immatricolavano all’università 668.000 giovani, per la maggior parte appartenenti alle classi ricche, ed oggi, stando agli ultimi dati disponibili relativi all’anno accademico 2008-2009 , si sono potuti iscrivere ben 2.268.000 giovani. E’ vero che la popolazione del Venezuela è aumentata del 20% in questi dieci anni, ma le immatricolazioni sono enormemente aumentate rispetto all’aumento della popolazione: sono aumentate del 240%! Questo il PIL non lo dice“.
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