domingo, 27 de febrero de 2011

Il macrobuco del debito pubblico degli USA

Attilio Folliero, Caracas 27/02/2011

Articolo pubblicato in numerosi siti; tra gli altri, cito: Come Don Chiscotte, Arianna EditriceBye Bye Uncle Sam.

L’indice Dow Jones della borsa di New York, che può essere considerato il termometro dell’economia mondiale, pur in presenza di una crisi spaventosa, come quella in atto dal 2008, non è crollato. Infatti, prima della crisi, il Dow Jones aveva raggiunto il suo massimo storico per ciò che riguarda la chiusura di una giornata borsistica a  14.164,53 il 9 di ottobre del 2007; nel momento di massima crisi, il 9 marzo del 2009, l’indice è sceso fino a 6.547,05; quel giorno stava perdendo il 54% rispetto al suo massimo. E’ una caduta enorme ovviamente, ma non ha rappresentato il tracollo che molti avevano previsto, come nel 1929, quando il Dow Jones si era ridotto praticamente del 90%.

Chi scrive aveva previsto un tracollo dal 70% al 90%, ma aveva anche avvertito che la discesa poteva essere fermata, sia pure momentaneamente, grazie alle sovvenzioni pubbliche, ossia con quell’operazione che poi effettivamente si è data ed è passata alla storia col nome di “salvataggio delle imprese in crisi” da parte del governo statunitense, imitato nei ripsettivi paesi dagli altri governi occidentali. I dati ufficiali, fino ad oggi, parlavano di un trasferimento di denaro pubblico pari a 700 miliardi di dollari. Tale cifra per quanto potesse essere alta a noi è sempre sembrata poco credibile per riuscire a frenare il crollo dell’economia USA e quindi dell’indice di Wall Street.

La febbre dell’oro in Cina, segnale di una crisi finanziaria mondiale? (Hu Jintao avverte Obama che il dollaro non è eterno)

Attilio Folliero e Cecilia Laya, Caracas 27/02/2011
Aggiornato 08/03/2011 e 22/05/2011 

In Cina sembra proprio che sia scoppiata la febbre dell’oro. Si sa che l’oro è uno dei metalli più rari, e dunque preziosi, esistenti al mondo. Secondo i dati del World Gold Council, il Consiglio Mondiale dell’Oro, sulla terra ci sono 165.000 tonnellate di oro, estratte durante tutto il corso della storia umana; per avere un’idea esatta di quanto sia poca la quantità d’oro esistente, basta dire che tutto l’oro del mondo entrerebbe in una stanza lunga 20 metri, larga sempre 20 metri e profonda ancora 20 metri, ossia un cubo. E’ dunque, la rarità a rendere l’oro un bene tanto prezioso.

Negli ultimi anni, la Cina sta sperimentando una veloce e iperbolica crescita economica, tanto che nel 2010 è diventata la seconda economia del mondo ed entro pochi anni diventerà la prima economia del mondo, sorpassando gli Stati Uniti.

jueves, 24 de febrero de 2011

La CNN ha perso il monopolio mondiale della informazione (leggasi disinformazione)

Attilio Folliero, Caracas 24/02/2011

La CNN ha perso il monopolio mondiale dell'informazione (leggasi disinformazione). La CNN aveva diffuso tra le tante notizie false, anche quella relativa alla fuga a Malta della figlia di Geddafi; notizia poi ripresa da tutti i media occidentali, inclusi quelli italiani.

Pochi minuti fa la figlia di Geddafi, Aisha Gheddafi, ha rilasciato una intervista in diretta da Tripoli, smentendo la sua fuga a Malta.

Anche la notizia dei due piloti libici che avrebbero disertato per non voler bombardare il proprio popolo si è dimostrata infondata. La notizia era stata diffusa sempre dalla CNN. In questo momento a Tripoli c'è calma, le auto circolano liberamente, i negozi sono aperti. Solo nella Piazza Verde ci sono manifestazioni, ma di simpatizzanti a favore di uno degli azionisti della Juventus, di Unicredit e di FIAT, ossia di Geddafi. 

La disinformazione in Italia (A proposito dei massacri in Libia)

Attilio Folliero, Caracas 24/02/2011

Come sempre la disinformazione la fa da padrone. 

Gli europei, gli italiani a proposito della Libia non hanno visto nessuna immagine, ne di massacri, ne di bombardamenti, ne di fosse comuni e neppure dei piloti degli aerei che sarebbero arrivati a Malta. 

Le immagini delle fosse comuni (a lato) erano quelle del cimitero di Sidi Hamed ed è facile verificarlo con Google Map.

sábado, 12 de febrero de 2011

Verso il tramonto del dollaro: anche Dominique Strauss-Kahn, segretario del FMI, chiede l’abbandono del dollaro

Attilio Folliero, Caracas, 12/02/2011

L'articolo in questione venne scritto il 12 febbraio del 2011. Quando nel maggio del 2011 scoppia il caso di Domenique Strauss-Khan, l'articolo viene riscoperto, pubblicato e tradotto in varie lingue, per esempio in russo.

Dalla fine della seconda guerra mondiale il dollaro, la moneta degli Stati Uniti, è l’unica moneta di riferimento per gli scambi internazionali. Gli USA sono riusciti ad affermare il loro potere economico a livello mondiale anche grazie al fatto che la loro moneta è l’unica utilizzata per gli scambi commerciali mondiali; in particolare, è utilizzata per la compravendita del petrolio Tutti i paesi del mondo per poter effettuare scambi commerciali debbono comprare dollari, ovvero accumulare riserve internazionali in dollari.

Gli Stati Uniti, oggi, sono un paese in profonda crisi economica con un debito pubblico enorme equivalente praticamente al 100% del PIL. Il debito pubblico USA continua ad aumentare incessantemente, perché di fatto spendono più di quanto incassano. Como coprono questo deficit? Circa un terzo è finanziato dalle banche centrali di Cina, Giappone, Regno Unito e di tutti gli altri paesi del mondo. Il restante 70% è finanziato dalla Federal Reserve, sotto forma di acquisto dei titoli del debito pubblico del Tesoro USA. In sostanza la Federal Reserve sta stampando dollari ed il mercato mondiale è sempre più inondato di dollari, cosa che mina il suo valore. Per la legge economica della domanda e dell’offerta, quando l’offerta di un bene è superiore alla domanda il valore di quel bene tende a cadere. Ciò vale anche per il valore di una moneta. Malgrado ciò il valore del dollaro non è crollato; non si tratta di una eccezione alla legge economica suddetta e ciò è dovuto semplicemente al fatto che il dollaro continua ad essere praticamente l’unica moneta utilizzata per gli scambi commerciali a livello mondiale.

miércoles, 9 de febrero de 2011

Wikileaks: Las reservas de petróleo saudí fueron exageradas en un 40% y se están agotando

Fuente: El Blog de Skiper, 09/02/2011

Arabia Saudí, el mayor exportador mundial de crudo, no tiene seguramente suficientes reservas para impedir una escalada de los precios del petróleo, según cables de la embajada de EEUU en Riad.

Los cables, obtenidos por Wikileaks y publicados por el diario The Guardian, instan a Washington a tomarse en serio una advertencia de un ejecutivo saudí del sector petrolero de que las reservas de ese país pueden haberse exagerado en 300.000 millones de barriles, casi un 40%.

Esa revelación se produce en momentos en que el precio del crudo ha superado en las últimas semanas los 100 dólares el barril debido al efecto combinado del aumento de la demanda global y las tensiones en Oriente Medio.