domingo, 6 de marzo de 2016

Brasile: provocatorio sequestro e interrogatorio di Lula

Tito Pulsinelli, Selvas, 05/03/2016

Attacco frontale del  "neo-pinochetismo" contro il post-neoliberismo reale sudamericano.

Obama conferma che il Venezuela è sempre una "minaccia grave ed eccezionale"

L'attacco frontale ha scalato a un livello di aggressività massima contro quei Paesi sudamericani che hanno sfidato l'asse storico dominante. E' una manovra a largo raggio continentale per atomizzare quelli che sfidano il tribalismo finanziario e la loro  restaurazione neocoloniale. 

All'ex presidente brasiliano Lula da Silva è stato perquisito il domicilio, con modi aggressivi e provocatori contro i familiari e le persone lì presenti. Lula è stato prelevato e condotto in tribunale in stato di fermo, per rispondere ai quesiti di un giudice motivato da chiare finalità politiche, più che giudiziarie (Vedasi video sottostante)


Lula è stato poi rilasciato, accolto da una mobilitazione popolare indignata per il trattamento punitivo a cui -finora- non era stato sottoposto nessun presidente del Brasile, neppure quelli della dittatura militare. Si è trattato di uno show psico-mediatico pianificato da una magistratura che agisce alla luce del sole come braccio politico dell'oligarchia brasiliana e dei suoi alleati dell'asse Washington-Telaviv. Interessati alla privatizzazione della multinazionale Petrobras che -grazie al governo del PT e Lula- è diventata una grande tra le più grandi industrie petroliere del mondo-

Quel che doveva essere una normale citazione giudiziaria -mai notificata a Lula- è stata perversamente deformata in un thrilling politico, effettuato come un vero e proprio sequestro di persona. Per infangare il primo presidente operaio e mettere in ombra sia il  bilancio della gestione governativa di Lula e del PT, sia la percezione positiva che ne hanno i settori popolari.

L'azione convergente di Washington, Wall street, FMI, multinazionali nordamericane del petrolio, potere giudiziario e della mafia mediatica è piena offensiva contro il potere legittimo del Brasile, Venezuela, Ecuador, Bolivia, Argentina. Contro tutto quel che ha incarnato il post-neoliberismo reale successivo alla grande depredazione degli anni 80.

Contemporaneamente, Obama ha rinnovato la sanzione contro il Venezuela che lo marca a lettere di fuoco come "minaccia grave ed eccezionale" per gli Stati uniti. Perchè? Non è niente di personale -direbbe un mafioso- è solo una questione di interesse. 

L'attuale fondamentalismo neoliberista assume sempre più i tratti di un neo-pinochetismo senza uniforme, che agisce con la strategia della guerra non-convenzionale (mediatica, boycot commerciale, finanziaria, monetaria, false flag). Le locali e storiche elites e i loro sponsor stranieri del nuovo e vecchio mondo, agendo al di fuori della legalità, dicono che per l'America latina è lecito solo la soluzione di qualche controfigura di Macri e il progetto di ri-privatizzare e ri-dollarizzare l'Argentina.
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