martes, 27 de diciembre de 2016

La Battaglia di Aleppo: un doveroso chiarimento (Stefano Zecchinelli)

Stefano Zecchinelli, L'Interferenza, 20/12/2016

Il giornalista israeliano Gideon Levy, che svolge un importante ruolo d’informazione sui crimini israeliani nei territori occupati della Palestina, nel suo ultimo articolo intitolato “Gli ipocriti piangono Aleppo” ha, quanto meno, travisato le ragioni della destabilizzazione – proveniente dall’esterno – della Siria baathista. L’articolo di Levy ha diversi punti deboli che è bene criticare citando numerose fonti.

Ecco cosa scrive il bravo (e da me più volte apprezzato) giornalista israeliano: ‘’Gli israeliani sono divisi sulla Siria... Arabi che uccidono arabi è sempre una buona notizia per loro. Non solo per il piacere che siano uccisi arabi, ma perché questo dimostra il vero volto dei nostri nemici. Guarda mondo  con chi  abbiamo a che fare. Con quali animali. Questo è ciò che sarebbe accaduto a Israele se si fosse ritirato  dalle alture del Golan. Questo è ciò che sarebbe accaduto a Israele se si fosse ritirato dalla Cisgiordania. Questo  è ciò che accadrà se si ritira da Amona. Aleppo serve a sminuire gli orrori della occupazione’’ (1).

La domanda da rivolgere a Levy è questa: Israele davvero non è intervenuta, svolgendo una anti-democratica attività di destabilizzazione, nel conflitto siriano? Dubito che Gideon Levy non conosca le rivelazioni di Wikileaks e le email della signora Clinton, dove si leggeva: ‘’Il modo migliore per aiutare Israele nell’affare, vista la capacità nucleare crescente dell’Iran, è quello di aiutare il popolo della Siria a rovesciare il regime di Bashar Assad” (2).

Sappiamo bene che il leader likudista Netanyahu, nel Golan siriano, si è fatto fotografare insieme ai terroristi del Fronte Jabat Al Nusra, il ramo siriano di Al Qaeda.  Non si tratta quindi di uno scontro di ‘’arabi contro arabi’’ e il pur bravo giornalista di Haaretz certamente conosce le dichiarazioni di Michael Oren, ex ambasciatore di Israele negli USA, il quale senza vergogna disse: “Se dovessimo scegliere tra l’ISIS ed Al-Assad, avremmo scelto di sicuro l’ISIS. Questo gruppo dispone soltanto di camions e mitragliatori, mentre Al.-Assad rappresenta una arco strategico che va da Teheran fino a Beirut” (3).

Domanda: che cosa ci facevano circa quattordici consiglieri della NATO in mezzo ai tagliagole del Fronte Jabat Al Nusra ad Aleppo? Fra di essi c’era anche un israeliano, quindi Levy (a) non può dire che si tratta di uno scontro fra arabi (la presenza di statunitensi ed israeliani è provata), (b) sbaglia a credere che Israele non sia intervenuta. Israele è intervenuto e, come al solito, si è schierato dalla parte dell’imperialismo di cui è un pilastro mondiale. L’alleanza fra sionismo e wahhabismo contro gli Stati arabi laici è sotto gli occhi di tutti ed in Libia l’abbiamo vista – drammaticamente – all’opera. Un governo laico, quello di Gheddafi, è stato distrutto.

La Siria baathista ha sempre difeso la laicità nel mondo arabo mentre i ‘’ribelli’’, in realtà fondamentalisti sunniti legati ad Al Qaeda, alla Turchia ed all’Arabia Saudita, instaurerebbero un emirato islamico supino agli interessi colonialistici occidentali. Non è un caso che l’opposizione siriana abbia più volte chiesto un intervento militare israeliano – intervento che, colpendo alle spalle, c’è stato – contrattando la balcanizzazione della Siria.

Alcuni soldati israeliani hanno dichiarato apertamente di essere in attesa di entrare in guerra contro l’esercito siriano. I piani di Netanyahu – amico sia della Clinton che di Trump – sono chiari. Levy, dal lato suo, scrive: ‘’Invece di intervenire militarmente Israele dovrebbe  almeno aprire le sue porte ai rifugiati. Non a una manciata di persone ferite selezionate in base alla loro organizzazione, curate  davanti alle telecamere per la propaganda e poi inviate nuovamente dentro l’inferno’’. Il nostro continua ad ignorare come l’intervento di Israele sia stato, dall’inizio alla fine, massiccio. Erez Eshel, riservista dell’IDF, rivela che: ‘’¿Acaso no deberíamos reunir a 1000 oficiales experimentados y bien entrenados de la reserva de combate para que vayan a la oficina del primer ministro [Benyamin Netanyahu]?’’ (4).

Israele chi dovrebbe accogliere? I tagliagole di Daesh o del Fronte Jabat Al Nusra? I civili hanno già trovato la protezione degli eserciti russo e siriano oltre alla guerriglia degli Hezbollah. Putin ed Assad possono non piacere (cosa legittima) ma la vittoria di Aleppo appartiene, a pieno titolo, alla causa antimperialista; la Siria è stata aggredita ed il Ba’th si è difeso coalizzando le forze popolari e progressiste. Le popolazioni locali hanno dimostrato, in modo inequivocabile, da chi vogliono essere salvate ed accolte: le milizie sciite ed il governo legittimo – anche se di certo non ‘’socialista’’ – del proprio paese. Pretendere di dare lezioni morali è parte di un certo “occidentalismo” di cui, molti intellettuali, sono malati.

Gideon Levy è un grande giornalista e sempre puntuale nel sottolineare le violazioni del diritto internazionale da parte di Israele. In questo caso però la sua analisi, forse condizionata da una serie di fattori contingenti, è oggettivamente debole.


Note

(1https://frammentivocalimo.blogspot.it/2016/12/gideon-levy-gli-ipocriti-piangono-sul.html

(2http://sadefenza.blogspot.it/2016/06/le-mail-della-clinton-affermano.html?spref=fb

(3http://www.controinformazione.info/israele-preferisce-la-presenza-del-daesh-in-siria-che-non-la-sopravvivenza-di-al-assad/

(4http://www.hispantv.com/noticias/siria/327732/reservistas-israel-preparados-matar-soldados-asad
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