lunes, 6 de marzo de 2017

Mordechai Vanunu (Samantha Comizzoli)

Samantha Comizzoli, Quello che so..., 02/03/2017

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Ogni tanto parlo di lui perché tanti non lo sanno e troppi dimenticano... Mordechai Vanunudi origine marocchina, ma israeliano.

Ex ingegnere nucleare, lavorava a Dimona (centrale nucleare nel deserto del Negev, Palestina).

Nel 1986 rivelò al mondo, con prove fotografiche, che in quella centrale, israele, aveva 220 testate nucleari. Quindi 220 possibili olocausti. Stava girando il mondo per divulgare tutto questo assieme alla sua compagna, una giovane ed avvenente donna americana.

Quando giunsero a Roma, nella stanza d'albergo... Mordechai realizzò che quella fidanzata era in realtà un Mossad. Venne narcotizzato e rapito e portato a Tel Aviv.

Nessuno seppe questa storia fino a quando durante un trasferimento dalla corte militare israeliana alla prigione, Mordechai appoggiò la mano sul vetro dell'auto con la scritta che rese famosa la storia "Sono Mordechai Vanunu rapito a Roma dai Mossad".

Vanunu è stato condannato dal tribunale militare israeliano per "tradimento" a 11 anni di prigione, fatti tutti in isolamento. 

Alla sua uscita di prigione, è stato condannato per il resto della sua vita all'isolamento ed all'impossibilità di lasciare Israele. Non può comunicare con nessuno.

Oggi mi sono accorta che l'unico sito web, fatto molto probabilmente da suoi sostenitori, non c'è più.


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