Dimitri Khalezov, Nexus Magazin 31, Oktober-November 2010 (*)
La storia ufficiale dell’11 settembre è un sacco di bugie. Per la comunità alternativa, questo sembra essere un dato di fatto. Ma cosa è successo veramente? Una nuova serie di rivelazioni da un vecchio membro dell’intelligence nucleare russa ha scosso anche coloro che credevano di aver chiare le cose dietro le quinte.
11 settembre: la terza verità
Come sono crollare esattamente le Torri Gemelle? L’analisi di un esperto in esplosioni nucleari ci porta ad una sorprendente conclusione.
Quando il mondo vide come gli aerei colpirono le Torri Gemelle del World Trade Center a New York e come queste sono crollate tra le nuvole di polvere durante gli eventi dell’11 settembre, rimase sufficientemente impressionata per considerare i fatti sotto certo livello di osservazione. Da allora, uno strano concetto è cresciuto nella loro mente: come è possibile che aerei di alluminio potessero penetrare edifici realizzati interamente in acciaio e come il combustibile dell’aereo potesse fondere quelle solide strutture fino a ridurle in polvere sottile e microscopica?
Prima o poi queste ridicole idee sarebbero state scartate: il crollo delle torri non aveva nulla a che fare con gli aerei o con l’incendio teoricamente causato da questi. Questo è un fatto che negli ultimi anni interessa gli statunitensi scontenti della la versione ufficiale dell’11 settembre. Superato lo shock iniziale, molti cominciarono anotare le incongruenze in quella versione non erano poche.
La prima cosa che richiamò l’attenzione è stato che l’ordine in cui crollarono le torri non corrispondeva all’ordine con cui furono colpite dagli aerei. La Torre Sud, seconda nell’impatto, è collassata per prima, mentre che la Torre Nord, che fu colpita prima, è collassata dopo. Questo significa che al “fuoco” ci volle un’ora e quarantadue minuti per far collassare la prima torre e solo cinquantasei minuti per far collassare la seconda. Considerando che le fiamme in entrambe le torri furono causate approssimativamente dalla stessa quantità di combustibile e considerando che le torri erano gemelle (e assolutamente identiche in quanto a struttura), questa sarebbe il primo segnale che i crolli non c’entravano nulla con l’incendio.
La seguente scoperta arrivò quando gli investigatori dell’11/9 cominciarono a considerare che l’edificio 7 (enorme e robusto grattacielo con una struttura in metallo di 47 piani) crollò in modo simile lo stesso giorno senza aver subito l’impatto di nessun aereo. Se il collasso delle torri fu attribuito ufficialmente al combustibile che gli “aerei” trasportavano, il collasso dell’edificio 7 risultava inspiegabile, al punto che il rapporto ufficiale della Commissione sull’11/9 preferì non nominarlo, come se il crollo di un moderno grattacielo di 47 piani non fosse degno di una sola parola.
I confronti di questi tre fatti, più una serie di irregolarità relative al collasso, indusse i primi ricercatori sull’11/9 a pensare che erano stati ingannati dalle autorità e che la distruzione del WTC non c’entrava nulla né con il combustibile né con gli “aerei” perché veramente gli aerei erano inutili. Il solo crollo dell’edificio 7 del WTC il pomeriggio dell’11 settembre 2001 provò che gli aerei risultavano superflui e che il crollo del WTC sarebbe successo comunque, indipendentemente da qualsiasi aereo. Qualcuno semplicemente aveva bisogno che il WTC crollasse e questo era il motivo del suo crollo.
A questo punto cominciò il cosiddetto “Movimento sulla Verità dell’11/9”.
Allora la gente cominciò ad accusare il governo degli Stati Uniti di aver demolito intenzionalmente il WTC in un processo industriale chiamato “demolizione controllata”. Sempre più persone negli USA accusarono il governo di essere il principale responsabile degli attacchi e infine, più del 65% della popolazione statunitense ha detto di non credere alla spiegazione ufficiale sugli attacchi dell’11/9 e la caduta del WTC. Veramente, chiunque abbia visto attentamente la copertura di quei momenti, può ricordare le immagini quando la “terza esplosione” fu menzionata:
E comprensibilmente, la maggior parte delle persone che non erano d’accordo con la versione ufficiale del “combustibile”, accusarono il governo degli USA di aver demolito intenzionalmente il WTC. Ma, loro non hanno le conoscenze sufficienti sui processi di demolizione in generale né di come era strutturato il WTC in modo particolare. Da qui sorsero teorie cospirazioniste che suggerivano che il WTC fosse stato teoricamente seminato con esplosivi o che fu demolito usando “nano-termite” (una mistica sostanza della quale non si aveva conoscenza fino a quella data), che fu usata “come rivestimento” in ogni parte di acciaio delle strutture delle torri. Esistono teorie molto più bizzarre che incolpano il collasso degli edifici dell’uso di armi di alta tecnologia, come raggi laser lanciati dallo spazio, ad esempio. Certamente nessuno di questi teorici si è messo d’accordo con l’altro e così hanno perso il loro tempo non solo accusando il governo di essere il principale colpevole ma accusandosi reciprocamente per “confondere le acque della verità”.
Il problema con loro è che ignorano quello che veramente è successo nel WTC e, principalmente, ignorano perché è successo il modo in cui è successo.
L’autore di questo articolo cercherà di presentare qualcosa di diverso. Invece di presentare un’altra teoria del complotto, presenterà un’opinione esperta, unita alla sua testimonianza oculare sulla sua esperienza e conoscenza dato il suo vecchio incarico nell’armata sovietica. Come risultato di questo contributo, spero, che il lettore possa avere una miglior comprensione riguardante la demolizione del WTC rispetto a quella che può trovare in qualsiasi forum riguardante l’11-sett.
Zona Zero (Ground Zero) e zona zero (ground zero)
Per iniziare, vorrei ricordare a tutti che la zona originale del WTC a New York è chiamata “Zona Zero”(Ground Zero). Molti sembrano non sapere cosa significano queste parole “zona zero” e l’importanza che rappresentano. Molti prendono “Ground Zero” per il suo nome proprio, come se fosse il nome di una città o quello di una nave. Ma, pochi ricordano che questo strano nome “zona zero”(ground zero) fu data alla zona del WTC in modo troppo veloce, trattandosi di un “nome proprio”. Quasi immediatamente dopo la caduta delle torri (un’ora prima della caduta dell’edificio 7), cioè, a mezzogiorno dell’11 settembre 2001, quasi tutti gli ufficiali e anche alcuni giornalisti cominciarono a parlare della zona come della “ground zero”. Tutti i giornali pubblicati il giorno seguente chiamavano la zona del WTC come “zona zero”. All’epoca, queste parole erano scritte in minuscolo. L’uso di “zona zero” in relazione all’area del WTC continuò il 12 settembre del 2001 e alcune agenzie continuarono ad usarla in minuscolo fino al 13 settembre 2001. Solo allora, come se qualcuno avesse scoperto il suo errore, questo strano nome fu cambiato di status per trasformarlo in “Zona Zero”, in maiuscolo e, come tale, alla fine si è trasformato in un nome proprio.
Ma cosa accade con “zona zero” in minuscolo, cioè, quello ancora senza lo status di “nome proprio”?
Perché chiamare così l’area del WTC immediatamente dopo la caduta delle torri? Fu per caso un errore dovuto alla confusione che si viveva in mezzo agli eventi dell’11/9? Potrei rispondere di “si”. E ‘stato sicuramente un errore causato dalla confusione. Ma non fu un errore nel senso che il nome sbagliato è stato scelto per nominare appunto il WTC, semplicemente perché era molto presto in quel momento da figurarsi un nome appropriato. Di fatto, gli esperti della Difesa Civile hanno fatto bene a chiamare l’aera come “zona zero”. Non vi era alcun errore in tale designazione. Quella era “zona zero” nel modo in cui la difesa civile lo intende. Ma è stato assolutamente un errore nel senso che quelle parole strane “zona zero” furono inavvertitamente filtrate ai giornalisti e attraverso loro al pubblico in generale. Dopo ciò è stato troppo tardi per sopprimere quella strana denominazione della difesa civile, e quindi, i disperati ufficiali statunitensi non hanno avuto altra opzione che mettere le maiuscole a queste sedicenti parole e trasformare queste parole sediziose della difesa civile in “Nome Proprio”.
Per iniziare, vorrei citare qui, un’affermazione detta da uno degli eroi dell’11/9, il detective John Walcott, un salvatore della “Zona Zero” che ha dedicato molto tempo a rimuovere le macerie della zona del WTC. Ha trascorso lì il tempo sufficiente per sviluppare una strana malattia: leucemia mielogena nella sua forma terminale. Solo due punti di questa dichiarazione in un articolo inquietante chiamato “Morte per polvere” (vedasi la storia completa) che ci ha portato a conoscere questo tipo di cose “inspiegabili” -che il lettore avrà bisogno come premessa basica per poter capire il punto principale di questo articolo-. Entrambi i paragrafi parlano della polvere e della radiazione:
… Siccome Walcott era detective, ha passato i suoi cinque mesi di lavoro non solo nella “Zona Zero” ma anche a Fresh Kills. Così come lo soffocava l’aria impura del basso Manhattan, lo spaventava anche la discarica di Staten Island (terreno dove si depositavano le macerie dell’11/9- Ndr)- Walcott sapeva che nelle torri tutto era crollato: tavoli, luci, pc. Ma oltre all’abituale trama d’acciaio, il detrito che esaminò consisteva in piccolissime particole di polvere, cioè, non c’erano resti di mobili, né di apparecchiature elettriche e neanche il mouse di un computer.
Spesso, i detective solevano rifugiarsi in baracche di legno, nell’ intento di allontanarsi da quello che Walcott chiamava “quella maledetta aria cattiva”. Ma un giorno, mentre si trovava nel rifugio con i suoi colleghi, mangiando snack e bevendo bibite gassate, apparvero due agenti dell’FBI- Erano totalmente coperti con tute e maschere siglate con nastri isolanti (per la ventilazione, ndr), al fine di isolare il gas.“Qualcosa non va qui…” pensò tra di sé Walcott, e confrontò i ben protetti agenti del FBI con i poliziotti di New York che indossavano solo delle maschere per respirare.
E così al Sig. Walcott, qualcosa, disgraziatamente, stava andando male, molto male.
Quegli agenti, che non si vergognavano a vestire quelle tute davanti alla gente comune completamente senza protezione, sapevano la verità. Per questo non hanno avuto la leucemia o qualche tipo di cancro in fase terminale. E, apparentemente, sarebbero vissuti molto di più, nonostante fossero stati nella “Zona Zero”…
Se si dovesse aprire un vocabolario contemporaneo per cercare il significato di questo strano termine, non ci sarebbe bisogno di porsi la domanda, immediatamente si capirebbe cosa c’era di sbagliato con “Ground Zero“:
Possibili significati di “ground zero”, come definito in The New International Webster Comprehensive Dictionary of the English Language (Deluxe Encyclopedic Edition 1999, ISBN 1-888777796), pagina 559
Inutile dire che il signor Walcott è sopravvissuto, a differenza di altri suoi colleghi che lavoravano nella Zona Zero, che, per inciso, sono stati meno fortunati.
Il 17 dicembre 2007, su alcuni siti internet è stato menzionato vagamente al fatto che Walcott fu sottomesso ad una strana e, in estremo, dolorosa operazione- un trapianto di midollo osseo (leggasi questa storia, cosi come un altro agghiacciante racconto). Continua a vivere ma sottomesso ad un trattamento di droghe immuno-depressive con lo scopo di prevenire il rigetto del trapianto, ed inoltre senza poter uscire di casa dato che il suo sistema immunitario non esiste e quindi qualunque tipo di infezione potrebbe essere fatale.
Per coloro che non sanno che cosa significa “trapianto di midollo, mi sento in dovere di spiegare. Questo trapianto è richiesto per i pazienti che sono stati sottoposti a severe quantità di radiazioni, sia radiazioni penetranti sia radiazioni per ionizzazione residuale, o entrambe, e il cui midollo osseo (che è responsabile della rigenerazione del sangue) è distrutto da queste severe dosi di radiazioni. E’ una strana proprietà della radiazione di attaccare le cellule del midollo osseo con maggiore forza di qualsiasi altra cellula del corpo, per questo, la maggior parte delle vittime di radiazioni soffrono di leucemia. Quanto maggiore è l’esposizione alle radiazioni, maggiore è la quantità di cellule del midollo osseo che muoiono e, di conseguenza, maggiore è l’impatto della leucemia. Walcott, a quanto pare ha subito la condizione più grave di leucemia. Prima del trapianto è sopravvissuto solo grazie ai donatori di sangue, dato che il suo sangue non avrebbe mai potuto rigenerarsi.
Oltre alla distruzione delle ossa, le radiazioni ionizzanti, specialmente quanto s’ inala o s’ ingerisce polvere o vapore radioattivo, può provocare diversi tipi di cancro che possono colpire qualsiasi zona del corpo umano o anche molte zone contemporaneamente. Ma, è facile per i medici e specialisti senza scrupoli dare una spiegazione su questi casi. Loro possono dire che il tumore è causato da “amianto”, da “gas tossici”, da particelle di “polvere tossica”, ecc. Ma questi bugiardi sono messi a nudo quando si tratta di danneggiare il midollo osseo.- Il danno al midollo osseo può essere causato solo da radiazione ionizzante.E’ proprio per questo che gli agenti del FBI indossavano quelle “ridicole” tute contro materiali pericolosi con maschere protettive chiuse con nastro isolante mentre visitavano la Zona Zero: non volevano beccarsi una leucemia né nessun altro tipo di cancro, quindi quando chiudevano le loro maschere con il nastro non lo facevano solo per isolare i gas come pensava Walcott. Lo facevano con lo scopo di proteggersi dalla polvere radioattiva e specialmente dal vapore radioattivo, che non volevano inalare, tanto meno ancora ingerire.
Alcuni lettori potranno mostrarsi impressionati da questa rivelazione ed essere inclini a non credermi- pensando che sto speculando. Ma, la storia di Walcott e degli agenti dell’ FBI che indossano scafandri nel ground zero non hanno nulla a che fare con me nel personale, queste storie esistono, a prescindere dall’umile lettore dell’articolo, allo stesso modo in cui esiste l’attuale e legale definizione di “Zona Zero” che prima dell’11/9 soleva essere come segue:
Zona zero: punto nella superficie della terra o dell’acqua direttamente sotto, o sopra nella quale esplode una bomba atomica o all’’idrogeno. Webster’s Encycolpedic Unabridged Dictionary of the English Language (Edition 7689, printed in 1994, ISBN 0-517-11888-2)
Zona zero: punto nella terra, direttamente sotto l’esplosione di un’arma nucleare. Dictionary of Military Terms (Peter Collins Publishing 1999, ISBN 1-901659-24-0)
Zona zero: luogo dove una bomba nucleare esplode, dove succede il danno più grave. Longman Advanced American Dictionary (pubblicato nel 2000, ISBN 0 582 31732 0)
Queste erano le definizioni integre di Zona Zero. Era l’unica definizione adeguata del suo significato…. Se non credi quello che vedi e preferisci correre alla libreria più vicina per comprare qualche vocabolario in inglese, non ti affrettare. Quando arriverai, ti sorprenderai ancora di più perché non sarà possibile trovare in nessun vocabolario la pura e vecchia definizione di questa parola. I vocabolari stampati prima dell’11/9 come quelli menzionati sopra che contenevano l’unico significato corretto di “zona zero” sono stati rimossi da tempo dagli scaffali delle librerie e sostituiti con le nuove edizioni. Sfortunatamente, la stessa lingua inglese è stata una delle prime vittime dell’11/9.
“zona zero” sostantivo 1 (C, di solito singolare) il luogo esatto dove una bomba atomica esplode. L’esplosione è stata sentita a 30 miglia dalla zona zero. 2 (U) il luogo del vecchio World Trade Center nella città di New York, distrutto in un attacco l’11 settembre 2001. Cambridge Advanced Learner’s Dictionary, 2nd Edition. (2° Edition 2006, ISBN-13 978-0-521- 60499-4)
Non vi stupite se quasi tutti i nuovi vocabolari inglesi stampati dopo l’11 settembre cominciarono a descrivere la “zona zero” teoricamente come se avesse più di un senso. Almeno 3 o 5 nuovi significati sono stati aggiunti a questa parola, che vanno da “grande devastazione”, “grande disordine” e “attività urgente” fino a “punto base” o“punto di partenza”. Alcuni preferiscono altri punti di vista: editori del nuovo Dizionario Longman, ad esempio, lo definiscono come “luogo dove esplode una bomba”, senza dire se questa bomba è di tipo nucleare o termonucleare!” Oltre a questo, adesso tutti i dizionari grandi e piccoli, non importa, cominciano ad includere questa (per essere più esatti “queste”) definizioni. Il termine “zona zero”- ovviamente per essere tanto specifico- prima dell’11/9 esisteva solo nei grandi dizionari come il Webster Unabridged o il Collins completo, l’American Heritage e simili (nei quali c’era un solo significato) ma non nei piccoli, come i dizionari per studenti estudenti di livello avanzato (l’unica eccezione è stato il suddetto Longman). Ad esempio, “zona zero” era assente nell’Advanced Oxford Dictionary, nella sua 4°, 5°e 6° edizione, pubblicata prima dell’11 settembre 2001. Anche l’Oxford Enciclopedico non includeva nulla riguardo alla zona zero. Solo nella sua 7ma edizione si occupano di questo termine.
I dizionari stampati dopo l’11/9, come il vocabolario d’inglese Mcmillan per Studenti di livello Avanzato e il Dizionario Longman dell’Inglese Contemporaneo, tutti i nuovi Merrian Webster, la maggior parte degli Heritage, il nuovo Collins, Microsoft Encarta e molti altri nuovi vocabolari ed enciclopedie hanno cominciato a includere “zona zero” e a definirla in modo che possa avere più di un significato, facendo il possibile per allontanare l’attenzione dei lettori dall’ originale natura nucleare (e solo nucleare) di questa parola. Tra l’altro, gli editori del più recente Advanced Cambridge Dictionary furono acclamati per non ingannare i lettori: sono stati sufficientemente valorosi da non includere nessuna definizione sbagliata di zona zero nei loro dizionari pubblicati dopo l’11/9, in chiaro contrasto con gli altri editori al servizio degli imbroglioni dell’11/9. Si dice che ci sono stati altri tentativi per dimostrare che “zona zero” fu deliberatamente usato per descrivere questo senso molto prima dell’11/9. Senza dubbio tutti questi sforzi linguistici post 11/9 riguardanti la zona zero sono comprensibili. Ovviamente questo nome strano e rivelatore, scelto frettolosamente dagli esperti della Difesa Civile per designare le demolizioni al WTC, era così rivelatore da lasciarlo con il suo unico originale significato.
La demolizione nucleare del WTC
L’autore di questo articolo è stato funzionario incaricato ufficiale nelle unità militari sovietiche 46179, conosciute anche come lo “Servizio di Controllo Speciale del 12° Dipartimento del Ministero della Difesa dell’URSS. Il 12° Reparto era di per se un’ organizzazione responsabile della manutenzione, il controllo della produzione, la manutenzione tecnica, ecc. di tutto l’arsenale nucleare dello Stato. Mentre il suo Servizio di Controllo Speciale e anche dell’osservazione dei trattati relativi alla sperimentazione nucleare. Questo è particolarmente importante per l’esistenza del cosiddetto ”Trattato di esplosioni nucleari pacifiche” del 1976 tra l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti. Secondo questo trattato, le parti erano tenute ad informarsi reciprocamente delle esplosioni nucleari senza specifici fini militari. Durante il mio servizio militare in questa organizzazione, a fine anni ’80, mi è stato comunicato che esisteva un cosiddetto “regime di demolizione nucleare di emergenza” costruito nelle torri gemelle del World Trade Center di New York.
Lo schema attuale di demolizione era basato su enormi cariche termonucleari (di quasi 150 chilotoni di resa in TNT) che sono state collocate a circa 50 metri sotto le fondamenta di ciascuna delle torri. Per me è stato strano e, per essere onesti, difficile credere che le autorità statunitensi potrebbero essere così pazze da demolire edifici nel mezzo di una città abitata, impiegando cariche nucleari sotterranee.
Tuttavia, come ho ben capito, non si prevedeva di demolire il WTC in questo modo di per sé. Questo era un modo per evitare qualche problema burocratico: un sistema di demolizione nucleare come questo doveva essere costruito all’interno delle torri non esattamente per demolirle, ma per ottenere il permesso di costruirle, dopo: il codice di costruzione di New York a quel tempo (così come Chicago) non permetteva al Dipartimento di Costruzioni di autorizzare la costruzione di un grattacielo a meno che il produttore non fornisca un modo soddisfacente per il futuro o in caso di emergenza, demolire un’ edificio di questa portata.
Dalla fine degli anni ’60 (quando le torri sono state proposte), questo tipo di costruzione con telaio in acciaio è stato un concetto nuovo, cosicchè nessuno aveva idea di come trattare con esso in termini di demolizione. Perché i metodi di demolizione convenzionali (o ”tradizionali“) erano applicabili solo agli edifici in stile antico, qualcosa di nuovo era stato inventato per le robuste torri d’acciaio, in modo da convincere il reparto di costruzione a concedere loro il permesso per la sua costruzione, e questo ”qualcosa “ è stato senza dubbio inventato: la demolizione nucleare.
Breve storia del concetto di demolizione atomica e nucleare.
L’idea iniziale di utilizzare testate nucleari per demolire edifici è nato quasi di pari passo con l’emergere di armi nucleari nei primi anni ’50. In un primo momento, le munizioni nucleari non sono state chiamate “nucleare”, ma ”atomiche”, così il concetto demolizione utilizzando queste munizioni è stato chiamato ”demolizione atomica”. Queste parole riuscirono a sopravvivere e, nonostante la ridenominazione come ”armi nucleari”, le parole ”demolizione atomica” può ancora essere trovata nei nomi deidispositivi speciali SADM (Atomic Demolition Munitionspeciali) e Madman (Atomic Demolition MunitionMedium .) Molte persone credono erroneamente che SADM si riferisca ad “Munizioni Piccole di Demolizione Atomica”.(SADM = ”Special Atomic Demolition Munitions”: da qui la “S” di “special” si confonde con quella di “small”. N.D.T.)
Di fatto, non sarebbe un grande errore chiamale “piccole” (small) invece di “speciali” (special), perché le SADM sono realmente piccole. La loro carica nucleare solitamente non eccede il chilotoni nel suo equivalente in TNT. Considerando che i moderni SADMs hanno cariche variabili che possono configurarsi fino a meno di 0,1 chiloton, e alcune anche di 0,01 chilotoni (equivalente a 100 e 10 tonnellate di TNT, rispettivamente), meritano di essere chiamate munizioni “piccole”. Altri nomi conosciuti per questi SADMs sono “mini atomiche” e “suitcase nuke” (valigia bomba). Anche se logicamente, il secondo termine è forse scorretto. In realtà la maggior parte dei SADM sembrano enormi tazze con pesi tra 50 e 70 kg che potrebbero essere trasportati in zaini, quindi è altamente improbabile che possano entrare in una 24 ore.
Tuttavia, ci sono anche moderne “mini atomiche” fatte di Plutonio-239 al posto di Uranio-235, e a causa della minor massa critica del Plutonio, la loro misura potrebbe essere significativamente più piccola. Alcune nuove “mini-nukes” fatte di plutonio potrebbero entrare in una 24 ore. Le MADM sono enormi in entrambi i casi, sia come misura che come in carica TNT e possono portare una carica di fino a 15 chiloton nel suo equivalente in TNT, pesare fino a 200 kg ed essere grandi come una bombola del gas domestico.
Una qualsiasi delle munizioni sopra potrebbe essere usata con successo per demolire gli obiettivi enormi che non potrebbero essere distrutti con una ragionevole quantità di esplosivi convenzionali. Soprattutto in momenti di emergenza, quando non c’è tempo né possibilità di preparare la demolizione “normale” con i mezzi convenzionali. Ad esempio, potrebbero essere usati per ponti, dighe, gallerie, strutture sotterranee rafforzate, costruzioni gigantesche rinforzate, ecc. Tuttavia, il fattore di efficienza di tali demolizioni nucleari usando il SADM o MADM non è molto alto. Come probabilmente sapete, l’obiettivo principale della demolizione controllata degli edifici con il metodo di implosione è proprio quello di eliminare questi edifici senza farli esplodere e far volare i componenti della struttura ovunque, ma buttare giù queste strutture causando il minor danno possibile all’ambiente circostante.
Per questo motivo, gli ingegneri che preparano le demolizioni controllate prima devono determinare i punti esatti di supporto nelle strutture ed installare le cariche nei punti corretti con lo scopo di spezzarli. In quasi tutti i casi, c’è più di un punto dove installare gli esplosivi, dato che è poco probabile che queste strutture abbiano un solo punto di supporto o una sola colonna di sostegno. Nel migliore dei casi, se ne possono avere pochi, se non molti. Per una demolizione atomica, utilizzando le munizioni già menzionate, questo non sarebbe il caso.
Le persone che pianificano l’uso di cariche atomiche in caso di emergenza, potrebbero non avere abbastanza tempo né formazione sufficiente per fare calcoli così precisi come nel caso di una demolizione convenzionale. In molti casi, quello che potrebbero avere è la più elementare esperienza in ingegneria e qualche conoscenza relazionata all’uso di armi nucleari. Pertanto, l’uso di cariche di demolizione atomica in casi simili comporta distruggere una struttura non in modo così “pulito”, anche se in qualsiasi modo e a qualsiasi prezzo. E’ per questo che un una carica atomica usata per demolire strutture in casi di emergenza potrebbe risultare comunque eccessiva, con una gran parte di energia sprecata, come succede in qualsiasi esplosione nucleare. Così la maggior parte dell’energia liberata in un’esplosione nucleare di un una carica come quella di un dispositivo atomico di demolizione potrebbe essere consumata in una serie di fattori ben noti di una detonazione atomica: radiazione termica, onda espansiva, radiazione ionizzante, impulso elettromagnetico, che non hanno nulla a che vedere con il lavoro di demolizione e probabilmente non potrebbero contribuire a questo. Tuttavia questi fattori distruttivi potrebbero contribuire enormemente a causare danni all’ambiente circostante, danno che in generale potrebbe essere estremo e decisamente superiore al costo da pagare per la demolizione.
Si può dire che una demolizione nucleare nel senso menzionato prima ha un indice di performance molto più basso rispetto al reale processo di demolizione, dato che quest’ultimo impiega quasi tutta l’energia completa degli esplosivi pel rompere le colonne invece di creare un’ondata di radiazione termica. Ma oltre a questo, il dispositivo di demolizione atomica è costoso. Come minimo, una mini atomiche in uranio costa un paio di milioni di dollari, se non di più (una bomba di Plutonio costa molto di più). A quanto pare, qualche migliaio di tonnellate di TNT possono costare meno di un chilotoni di munizioni nucleari. Ma, è possibile demolire alcune costruzioni usando 1000 tonnellate di TNT, mentre è impossibile demolire una sola costruzione (ma danneggiare altre intorno) con una sola mini atomica.Considerando questo, si può dedurre che l’utilizzo di munizioni nucleari, indipendentemente dalle dimensioni, per demolire edifici civili in tempo di pace, quando non c’è il tempo sufficiente per preparare la demolizione di oggetti come quelli usando mezzi convenzionali, non è un’opzione. In ogni caso, una demolizione controllata sarebbe meno costosa di una demolizione nucleare. Mini-atomiche potrebbero essere usate solo per demolizione in caso di una emergenza reale.
Come è possibile allora che questo antico concetto di demolizione atomica, pur sapendo che è costosa e con una performance molto bassa rispetto ad una demolizione controllata di implosione,- fu fatto resuscitare ed utilizzato nello schema di demolizione del WTC?
Una cosa del genere succede perché la nuova generazione di costruzioni che sono state eretti alla fine degli anni 60, sono i cosiddetti “edifici a telaio in acciaio”. Nonostante la credenza sbagliata della gente, prima delle torri del WTC, mai, in nessuna parte del mondo, è avvenuta una demolizione per implosione di nessun grattacielo di quel tipo. In primo luogo, perché la maggior parte dei grattacieli erano edifici nuovi e quindi il tempo della loro demolizione non era ancora arrivato. L’edificio più grande distrutto da un’implosione fu uno di 47 piani, l’Edificio Singer nella città di NY, costruito nel 1908 e demolito nel 1968 grazie al suo essere obsoleto. Questo edificio era una struttura molto più debole rispetto ai grattacieli incredibilmente potenti con telaio in acciaio. Pertanto, non è possibile demolire un edificio come questo con mezzi comunemente noti. In tempi in cui gli edifici sono stati coperti con pannelli di mattoni e cemento, le loro strutture solevano avere colonne e travi in calcestruzzo. A volte queste strutture erano rafforzate con impianti in acciaio, anche se a volte erano di solo calcestruzzo.
In ogni caso, era possibile calcolare la quantità precisa di esplosivi che si dovevano collocare in queste strutture in punti determinati (o poste in fori praticati nei montanti) con lo scopo di romperle allo stesso tempo e far cadere l’edificio sulle sue fondamenta. Ma, questo non è possibile con i moderni edifici con un nucleo interno di acciaio, come nel caso delle Torri Gemelle, l’edificio 7, o le Torri Sears di Chicago.
Qui un esempio della trama d’acciaio delle Torri Gemelle del WTC:
Non esistono “strutture di supporto” propriamente dette. La torre intera è essenzialmente una struttura di supporto. Il telaio in acciaio delle torri del WTC era costituita da un perimetro e un nucleo integrati entrambi alle colonne eccezionalmente grosse con doppio muro d’acciaio. Questo cosiddetto “disegno di struttura a tubo” fu una scoperta che ha permesso di aprire pavimenti piani invece di riempirli di colonne distribuite all’interno per sostenere i carichi, come tradizionalmente si faceva nelle costruzioni precedenti. Le Torri Gemelle presentavano un perimetro di colonne di supporto (di taglio quadrato) collocate una ad un metro dall’altra sulla facciata delle torri, in modo da formare una struttura rigida in grado di resistere praticamente a tutti i carichi laterali (il vento ad esempio) e in questo modo condividere il peso della gravità con le colonne interne. La struttura del perimetro consiste in 59 colonne simili per lato, mentre la struttura del nucleo di 47 colonne di acciaio (di taglio rettangolare) che andavano dalla base alla parte superiore delle torri.
Nella seguente immagine, che mostra i resti così come furono trovati nella zona zero dopo la demolizione dell’11 settembre, si possono vedere le colonne d’ acciaio del perimetro e del nucleo:
Nota che queste colonne del nucleo (rettangolari) e del perimetro (quadrate) non appartengono alla parte bassa delle torri ma alle parti alte. Questo perché furono lanciate dalla polverizzazione alla quale le torri furono sottoposte durante la demolizione, mentre quasi nulla, eccetto una polvere microscopica, è rimasta delle colonne identiche appartenenti alla parte bassa.
Qui ancora un’altra foto (del NIST- National Institute of Standars and Technology) che mostra le colonne del perimetro durante la costruzione:
Queste colonne erano incredibilmente grosse: il muro di ognuna misurava circa 2,5 pollici (6,35 cm), in modo che avevano uno spessore totale di 5 pollici (12.7 cm). Per immaginare quanto grosse erano, qui un buon esempio di confronto: la corazza frontale del T-34, il miglior carro armato della seconda guerra mondiale, era di solo 1.8 pollici, o 4.5 cm, ed era aduna sola copertura.
In quei tempi non esisteva un obice capace di penetrare una corazza di questo tipo. Certamente, nessun esplosivo sarebbe stato in grado di danneggiare la corazza di nessun carro armato, eccetto una bomba con una carica cava che non avrebbe strappato un pezzo completo ma un piccolo foro.
Considerando che le strutture d’acciaio delle torri avevano le colonne di acciaio a doppia parete, che erano quasi il triplo dello spessore comparato alla corazza frontale del T-34, era impossibile trovare un modo per rompere queste colonne simultaneamente in diversi punti per ottenere l’effetto di un’implosione- obiettivo principale di una demolizione controllata. Certamente era tecnicamente possibile rompere alcune colonne in determinati punti, usando enormi quantità di cariche cave fissate ad ogni colonna, ma perfino questa incredibile soluzione non avrebbe potuto aiutare ad ottenere un simile effetto. Le torri, semplicemente, erano così alte e rigide che le loro colonne di acciaio potevano essere spezzate simultaneamente in varie parti di ogni piano- cosa difficile da ottenere- e anche così, questa soluzione, non avrebbe raggiunto lo scopo prefissato. Nulla garantiva che una così gigantesca struttura cadesse direttamente sulle sue fondamenta. Al contrario, i detriti potevano essere lanciati a un quarto di miglio al massimo, considerato il peso. Pertanto, era impossibile demolire le Torri Gemelle del WTC, usando qualsiasi mezzo tradizionale di demolizione.
Lo stesso può dirsi dell’edificio 7, o dell’edificio Sears di Chicago. Entrambi sono stati costruiti utilizzando un analogo sistema di telaio in acciaio, a doppia parete,impossibile di rompere a causa dei motivi già descritti. Tuttavia, secondo le leggi americane che regolano la costruzione di grattacieli, gli architetti devono fornire un progetto di demolizione soddisfacente prima che il progetto di costruzione venga approvato dal Dipartimento delle Infrastrutture. Nessuno poteva costruire un grattacielo che non potesse essere demolito in futuro. Questo è il punto principale nella demolizione dei grattacieli. Ironicamente, questo schema di demolizione nucleare non contempla esattamente la demolizione dell’edificio, soprattutto considerando che nessuno ha alcuna pratica nella demolizione di edifici con questi mezzi. Questo era solo per convincere al Dipartimento ad approvare la costruzione in qualsiasi modo.
Sembra che gli architetti e i promotori di questi schemi sinceramente speravano che le loro idee non fossero messe in pratica mentre erano in vita.
Come funziona?
Prima di tutto, la demolizione nucleare ha poco o nulla a che vedere con la tradizionale demolizione utilizzando SADM o MADM come descritto prima. E’ un concetto totalmente nuovo. Durante un processo moderno di demolizione nucleare, la carica nucleare non produce un’esplosione nucleare atmosferica, con la sua classica nuvola a fungo, radiazione termica, onda espansiva e impulso elettromagnetico. Questa esplode molto al di sotto della superficie, così come una carica nucleare esplode durante un tipico test. In questo modo, non produce né onda, né radiazione termica, né radiazione ionizzante penetrante, né impulso elettromagnetico. Potrebbe provocare danni relativamente minori nelle vicinanze a causa di una probabile contaminazione, che, però, è considerata dai disegnatori di tali progetti come un fattore ponderabile, insignificante.
Qual è la differenza di base tra l’esplosione atmosferica e una esplosione sotterranea? Che durante la fase iniziale dell’esplosione nucleare (o anche esplosione termonucleare), l’energia è liberata sotto forma di quello chiamato “radiazione primaria”, che per maggior parte, quasi il 99%, si trova al centro dello spettro dei raggi X (la restante parte è rappresentata da uno spettro di radiazione Gamma, che provoca danni, e da uno spettro visibile che si produce in un lampo di luce). Quindi, questa energia esplosiva rappresentata dai raggi X potrebbe consumarsi riscaldando l’aria circostante a decine di metri intorno all’ipocentro di tale esplosione. Questo avviene perché i raggi X non possono viaggiare molto lontani, essendo consumati dall’aria circostante.
Il riscaldamento di quest’area relativamente piccola intorno all’ipocentro di un’esplosione nucleare potrebbe risultare in apparenza come “sfere nucleari di fuoco”, che fisicamente non sono altro che aria estremamente surriscaldata. Queste “sfere nucleari di fuoco” sono responsabili dei due principali fattori distruttivi di un’esplosione nucleare atmosferica: radiazione termica e onda espansiva, dato che questi fattori sono esclusivamente prodotti dalle alte temperature dell’aria intorno a un’esplosione nucleare. Ma l’immagine è completamente diversa quando avviene un’esplosione nucleare sotterranea. Non c’è aria intorno al punto di esplosione (zero-box) dove si trova collocata la carica nucleare. Così, al posto di questo, tutta l’energia liberata da un’esplosione nucleare sotto forma di raggi X potrebbe essere consumata riscaldando la roccia circostante. Questo può trasformarsi in un surriscaldamento, scioglimento ed evaporazione di tale roccia, che a sua volta può causare la creazione di una cavità sotterranea la cui misura dipenderà direttamente dalla carica esplosiva o munizione usata. Si può avere un’idea di quanta roccia potrebbe sparire durante un’esplosione nucleare sotterranea attraverso la seguente tabella dove le quantità di diverso materiale evaporato e sciolto (in tonnellate metriche) vengono mostrate nella colonna “di carica di chilotoni”:
Solo un esempio: la detonazione di una carica termonucleare di 150 chilotoni, sotterrata ad una sufficiente profondità in roccia di granito potrebbe causare la creazione di una cavità di circa 100 metri di diametro, come è mostrato nella seguente figura:
Tutti i grattacieli hanno le loro fondamenta a circa 20 o 30 metri sotto la superficie della Terra. In questo modo, è possibile calcolare la posizione del punto dell’esplosione (zero box) sotto uno dei grattacieli in modo che l’esplosione nucleare produca una cavità la cui parte più alta raggiunga le sue fondamenta inferiori, e non solo alla superficie, per demolirlo.
Ad esempio, nel caso specifico delle Torri Gemelle, le loro fondamenta inferiori si trovavano a 27 metri sotto la superficie, mentre le cariche di demolizione termonucleare di 150 kitoni furono collocate a 77 metri di profondità, misurando dalla superficie, o 50 mt al di sotto delle fondamenta.
Questa esplosione termonucleare a 77 metri di profondità può aver creato una cavità estremamente surriscaldata con la sua sfera superiore toccando le fondamenta più in basso della torre gemella che si voleva demolire. Ma anche così, la sua portata sarebbe statabreve per superare i 27 mt ed arrivare in superficie, quindi le strutture intorno non potrebbero essere colpite da nessun fattore distruttivo di un’esplosione nucleare sotterranea, eccetto, forse, dalla contaminazione radioattiva. La torre demolendosi deve perdere le sue fondamenta completamente e essere risucchiata nella cavità surriscaldata, la cui temperatura interna è considerata sufficiente a scioglierla completamente. Un sistema analogo è stato previsto per demolire l’edificio 7 e la Sears Tower di Chicago.
Ma, c’è un altro fattore da considerare durante il calcolo della demolizione nucleare dei grattacieli. Questo si avvicina al granito evaporato all’interno della cavità.
Dove si presume dovesse andare tutto quel granito ora allo stato gassoso? Un grafico dei fatti fisici avvenuti dopo un’esplosione nucleare sotterranea, risulterà interessante, senza dubbio. Vediamo:
Il grafico rappresenta i processi fisici più importanti che avvengono durante un’esplosione nucleare sotterranea “ideale” (che si presume abbia luogo ad una sufficiente distanza dalla superficie). Quindi, dovrebbe essere chiaro che lapressione estrema della rocca evaporata all’interno della cavità svolge due lavori importanti: 1) Espande la cavità dalla sua misura “primaria” a quella “secondaria”; 2) Dato che questa espansione si realizza a spese delle rocce circostanti, questo produce due zone danneggiate intorno a sé, ognuno dei quali rappresenta un diverso livello di danneggiamento.
In gergo nucleare, la zona immediatamente adiacente alla cavità riceve il nome di “zona compressa” (crusched zone). Questa zona può essere tanto ampia quanto il diametro della cavità stessa ed è piena di un materiale particolare, questo è di roccia completamente polverizzata, ridotta in polvere microscopica le cui particole misurano intorno ai 100 micron. Inoltre, questo stato particolare della materia nella”zona compressa” è così strano che, a parte un test nucleare sotterraneo, non si verifica in nessun altro luogo in natura. Se si prende dolcemente una pietra di questa zona, può rimanere intera e, dalla sua apparenza, forma e colore, assomigliare ad una pietra. Ma se fai pressione leggermente questa “pietra” si disintegrerà immediatamente, come la polvere microscopica che in realtà è.
Una seconda zona, vicina alla “zona compressa”, riceve il nome di “zona danneggiata” (damaged zone), in gergo nucleare. Questa “zona danneggiata” è piena di piccole rocce in pezzi con dimensioni che vanno da pochi millimetri a frammenti relativamente grandi.
Mentre più vicino alla zona compressa, più piccoli saranno i detriti, più lontano dall’ipocentro invece, questi saranno più grandi.
Infine, fuori dal limite della “zona danneggiata”, non ci dovrebbe essere praticamente maggior danno alla roccia circostante.
Tuttavia, quello che abbiamo preso in considerazione prima sono i processi fisici più vicini ad una distruzione nucleare “idealmente profonda”. Ma quando una carica nucleare non è sotterrata ad una profondità sufficiente, il quadro è diverso. In questo caso le zone ”compresse” e ”danneggiate” non saranno esattamente rotonde. Spesso possono avere forma ellittica, con la parte più lunga che punta verso l’alto, paragonabile ad un uovo con il lato più sottile rivolto verso l’alto; o possibilmente più ellissoidale e più affilato di un tipico uovo. Questo avviene perché la pressione dei gas evaporati possono trovare minor resistenza verso la superficie dato che questa si trova più vicina, così le zone “compresse” e “danneggiate” possono estendersi verso l’alto invece di andare in qualsiasi altra direzione.
Il disegno illustra la resistenza della roccia circostante quando una cavità non è posta ad una sufficiente profondità sotto la superficie della terra. Evidentemente, la resistenza della roccia verso la superficie sarà molto inferiore a quello in direzione opposta, perché tutto si sta muovendo nella direzione in cui vi è minor resistenza.Allora, logicamente, la cavità tenderà ad espandersi verso la superficie e mai sarà rotonda (o “idealmente rotonda”). Avrà sempre una forma ellittica.
Quando la pressione si propaga verso l’alto e i contorni superiori delle zone “danneggiate” e “compresse” trovano le fondamenta sotterranee della torre che si deve demolire, la figura più essere ancora più distinta. Questo è perché i materiali con i quali è fatta la torre si differenziano dal granito adiacente, parlando in termini di “resistenza dei materiali”. Inoltre, vi è abbastanza spazio vuoto all’interno della torre, mentre il granito nelle restanti direzioni è solido. Così, l’espansione del contorno superiore di entrambe le zone (compresse e danneggiate) sarà maggiore. Nel caso della Torre Sears o delle Torri Gemelle, la zona danneggiata può raggiungere i 350-370 mt, mentre che la zona compressa può raggiungere i 290-310 mt. Nel caso dell’edificio 7, tutta la sua lunghezza sarà compresa tra la zona compressa, in modo da poter essere totalmente polverizzata. Questa è una delle qualità uniche di qualunque demolizione nucleare: la sua capacità di polverizzare calcestruzzo e acciaio.
La figura a sinistra mostra la sottile polvere microscopica che ha coperto Manhattan dopo la demolizione del WTC. Molti erroneamente hanno creduto che si trattasse di calcestruzzo polverizzato, ma no. Era polvere si, ma nella maggior parte, si trattava di acciaio diventato polvere. Nonostante la diffusa e scorretta credenza popolare, le strutture delle torri non avevano molto calcestruzzo. Questo fu usato, anche se in quantità limitate per fare piani sottili nella costruzione delle torri, ma oltre a questo, non fu usato altrove.
Gran parte delle torri erano fatte di acciaio, e non di calcestruzzo. Di conseguenza quella sottile polvere era in gran parte polvere di acciaio, anche se non tutto era precisamente “polvere d’acciaio”. C’era anche “polvere di mobilia”, “polvere di legno”, ”polvere di carta”, ”polvere di tappeti”, “polvere di componenti dei pc” e perfino ”polvere umana”, dato che le persone rimaste nelle torri furono polverizzate nello stesso modo di acciaio, calcestruzzo e mobili.Alcuni potrebbero chiedersi perché l’edificio 7 è crollato al suolo mentre le torri hanno disperso non solo polvere ma anche di polvere e detriti a grande distanza? A questa domanda è facile da rispondere. Date un’occhiata alla distribuzione delle zone “compresse” e “danneggiate” sulla struttura delle torri e scoprirete che la risposta è ovvia.
Il grafico qui sopra rappresenta la distribuzione approssimativa delle zonedanneggiate nello scenario di una demolizione nucleare di un grattacielo usando carica termonucleare di 150 chilotoni a 50 metri sotto la base inferiore di ungrattacielo. Non dimentiche che le cariche di demolizione in questo caso particolare non furono sepolte ad una “profondità ideale”, è per questo che le zone compresse e danneggiate non sono rotonde ma ellittiche, con la parte più acuta verso l’alto, verso aree di minor resistenza. E’ comprensibile che l’intera lunghezza dell’edificio 7s’ inserisce nella “zona compressa” in modo che non è rimasta una parte superiore senza danneggiamenti che causasse lo stesso effetto che si è visto nel crollo delle Torri Gemelle.
Questa distribuzione particolare dei danni lungo le strutture dei grattacieli inflitto da questo processo può essere meglio compreso vedendo i video che mostrano nel dettaglio il collasso delle Torri Gemelle e dell’Edificio 7. Questi video contemporanei sono disponibili su Youtube.
Le immagini mostrano il collasso della torre nord. E’ chiaramente visibile che la torre è stata ridotta a polvere finissima e morbida. Nella parte inferiore dell’immagine si vede chiaramente che l’edificio 7 non mostra alcun tipo di danno. Nella foto a destra, l’edificio 7 sembra essere più piccolo che nella foto a sinistra ma questo è dovuto al fatto che l’elicottero con il fotografo erano in movimento e la seconda immagine è stata scattata da un’angolazione diversa. L’edificio 7 è crollato dopo 7 ore.
Va aggiunto che, nonostante l’apparente insufficienza di 150 chilotoni per polverizzare altissimi grattacieli nella loro interezza (come si vede dall’immagine, le torri non si sono polverizzate se non per un 80%, lasciando le parti alte intatte), in demolizione nucleare non si possono usare cariche di maggior potenza per questioni meramente legali. Il problema è che, secondo il Trattato di Esplosioni Nucleari Pacifiche USA-Unione Sovietica del 1976, le cariche per le munizioni nucleari utilizzate con fini non militari, furono limitate a 150 chilotoni per detonazione e un massimo di 1,5 megatoni per gruppo di esplosione. In questo modo, l’industria della demolizione nucleare si inserisce all’interno di questi parametri: nel caso di demolizione nel WTC fu possibile usare tante cariche quante fossero necessarie ma senza eccedere i 150 chiloton per carica. Per questo lo schema di demolizione del WTC consisteva in 3 cariche di queste che si sono sommate ad una carica totale di 450 chilotoni. Per coloro che non possono immaginare la potenza di 150 chilotoni, èbene ricordare che la potenza di una bomba sganciata su Hiroshima nel 1945 era minore di 30 chilotoni.
Gli aerei
Ora presumo che il lettore capisce quanto erano forti le torri da non poterle abbattere con nessun metodo convenzionale ma con potenti esplosioni termonucleari sotterranee, sarebbe interessante considerare un altro interrogativo: se un aereo di linea è capace di penetrare queste torri come lo è stato visto in tv.
Questo è il secondo “aereo” terrorista che si trova sul punto di penetrare il perimetro di acciaio doppio e rinforzato, e sparire completamente dentro la torre sud.
Prima di tutto per rendere questo più facile da comprendere, torniamo brevemente al punto in cui ho cominciato questo articolo: dato che le torri non sono crollate a causa del combustibile ma per cariche termonucleari sotterranee, oltre al fatto che sono crollate nell’ordine sbagliato e, inoltre, l’edificio 7 che- senza aver avuto l’impatto di nessun “aereo terrorista”- è anche crollato, possiamo presumere che gli aerei non erano strettamente necessari. Erano superflui perché non hanno contribuito in alcun modo al crollo delle torri del WTC. Dal momento che gli aerei erano ridondanti, sarebbe lecito ritenere che l’11/9 potrebbe essere stato perpetrato senza coinvolgere nessun aereo. Le Torri Gemelle e l’edificio 7 dovevano sparire perché qualcuno l’ha deciso così, cosa che non aveva nulla a che fare con eventuali “aerei”. Per questo, molti ragionevoli ricercatori dell’11/9 hanno cominciato a mettere in discussione le spiegazioni del governo degli Stati Uniti sul fatto se erano stati aerei a colpire le torri. Esistono diverse ricerche su internet, in particolare le presentazioni famose dei video come “September Clues”o “Foxed Out” disponibili su Youtube, che includono analisi di vari video contemporanei mostrando gli aerei e provando in modo soddisfacente che gli aerei furono digitali.Tuttavia,, l’autore di questo articolo preferisce un approccio diverso. Invece di analizzare le contraddizioni dei video sull’11/9, dei quali molti potranno dubitare, l’autore preferisce andare direttamente all’evidenza: l’alluminio non può penetrare l’acciaio. Punto. Credere che un Boeing 767 di alluminio è capace di penetrare il perimetro ed il nucleo di colonne eccezionalmente spesse con doppia parete in acciaio, come si vede nell’immagine precedente, è lo stesso che credere che, improvvisamente, le leggi della fisica si siano prese una vacanza quell’11 settembre 2001.
Alcuni comprensibilmente potrebbero farsi questa domanda: gli aerei, nonostante siano fatti in alluminio, volavano a quasi 500 miglia all’ora, quindi, data la loro grande massa e velocità, avevano l’energia cinetica sufficiente per penetrare nelle torri nonostante che queste fossero d’acciaio. Ma questo è un punto di vista sbagliato. Si, intuitivamente, sembrerebbe che un gigantesco aereo in movimento rappresentasse una grande quantità di energia, e quindi sembrerebbe ragionevole che potesse provocare un grande danno ad un edificio colpendolo. Ma cosa pensate che accadrebbe, ipoteticamente, se con l’aereo sospeso in aria, qualcuno prendesse una delle enormi torri del WTC, le scuotesse violentemente e colpisse tale aereo con una velocità d’impatto di 500 miglia all’ora? L’aereo cadrebbe o passerebbe attraverso l’edificio in movimento, facilmente, senza che la sua parte più leggera rimanesse fuori dalla copertura esterna della torre (che era due volte più spessa della corazza di un carro armato?) Pensate un po’ a questa domanda ipotetica, perché sia che un aereo si schianti contro una torre ferma o che la torre sbatta contro un aereo fermo, la fisica della situazione è la stessa. La risposta intuitiva al danno di un “veloce aereo in movimento” non potrebbe essere altrettanto intuitiva.Molte persone che all’inizio non hanno prestato attenzione alla costruzione delle Torri Gemelle pensarono che le facciate erano semplici pannelli di vetro (che, comprensibilmente, permetterebbero che qualsiasi aereo le penetrasse), dopo hanno scoperto con stupore che erano fatte di grosse colonne di acciaio, non molto diverse dal nucleo interno, e che queste colonne così densamente collocate costituivano il perimetro esterno. Una volta che questo è chiaro, è anche chiaro che nessun aereo (con ali e coda, e turbine sotto le ali) può essere capace di penetrare un simile perimetro di grosse colonne e sparire completamente dentro di esso senza che neanche la minima parte dell’aereo cada per strada.
Probabilmente, le persone anziane potranno ricordare che effetto ha avuto sulle navi da combattimento e trasporti statunitensi, l’impatto di aerei kamikaze giapponesi quando si sono schiantati di fronte a loro: semplicemente l’aereo finiva a pezzi (senza penetrare la corazza nelle navi) e cadeva giù. Nel caso di una nave non corazzata, al massimo, il motore d’acciaio dell’aereo era l’unica cosa che poteva penetrare ma non le sue ali, coda o turbine.
Foto della seconda guerra mondiale, che mostra il danno di un aereo giapponese ad una nave non corazzata
Sulla base di questa premessa, ognuno può fare i suoi calcoli guardando le immagini delle colonne interne della torre:
Sopra: profilo delle colonne del nucleo trovate nella “Zona Zero”: lo spessore può essere calcolato facilmente. Presenta pareti di 2,5 pollici di spessore; queste grosse colonne di acciaio conformavano il nucleo interno ed il perimetro esterno delle torri.
In questo diagramma ufficiale si può notare come le grosse strutture del nucleo interno erano disposte realmente, non solo in mezzo alla torre, come molti credevano, ma anche in tutto il perimetro.
Qualcuno può seriamente credere che un Boeing in alluminio (compresa la sua coda, ali e motori) possono abbattere il perimetro di colonne d’acciaio indicato sopra? Inoltre, essendo queste colonne messe ad una distanza di un metro l’una dall’altra?
Può essere difficile capire che è impossibile per un oggetto di alluminio penetrare l’ acciaio. Pertanto, unicamente per questa ragione qui c’è un indizio, come premessa di base. E’ noto che le bombe perforanti sono fabbricate con un materiale più spesso della corazza che si pensa di penetrare. Normalmente, le bombe sono fatte di Wolfram (gli americani inoltre producono bombe a penetrazione contenenti, invece del costoso Wolfram, Uranio-238, che, pur essendo un materiale non utilizzato, è in grado di penetrare un’armatura perché è più pesante dello stesso acciaio).
A quanto pare, non esistono bombe perforanti fatte di alluminio. Questa è una verità evidente in se. Non esistono spade di alluminio, né taglienti strumenti da taglio, né utensili affilati fatti di questo metallo. L’idea stessa che un oggetto in alluminio tagli l’acciaio suona un pò strana, se non ridicola. È interessante notare che bombe perforanti lanciate contro carri armati o altri oggetti blindati viaggiano verso il loro bersaglio con una velocità di almeno tre volte la velocità del suono, e il fatto che sono fatte di Wolfram non è sufficiente per acquisire la capacità di penetrare l’acciaio. Un altro fattore è richiesto per questo è la velocità.
La velocità tipica di un proiettile penetrante lanciato da un cannone anticarro è quasi il triplo della velocità del suono. Si tratta di almeno 1.000 metri al secondo, anche se di solito è più veloce di questo, mentre la velocità di crociera massima di un Boeing passeggeri è subsonica, cioè meno di 250 metri al secondo nel migliore dei casi. E’ bene guardare di nuovo le colonne e immaginare che le sue spesse pareti doppie sono paragonabili alla corazza usata per fare i carri armati. Penetrate una colonna come questa potrebbe essere una sfida per una bomba perforante lanciata da un cannone anti-carro a lungo raggio e senza ostacoli. In realtà, questo concetto di “doppia parete” si applica solo al caso delle bombe perforanti, dal momento che uno dei suoi compiti è quello di penetrare solo due pareti perpendicolari alla sua traiettoria. Tuttavia, per un aereo di alluminio, è un compito enorme. In aggiunta alle due pareti perpendicolari al suo cammino, deve tagliare due pareti in più, che marciano in parallelo con queste, perché ogni tubo è dotato di quattro mura, non solo due. E queste due pareti devono avere uno spessore molto maggiore.
Penso che ora potrebbe essere più facile a contemplare la pretesa capacità di penetrazione di Boeing di alluminio dopo il confronto con una bomba d’artiglieria.
Perché la “Commissione 11/9″ o gli “ingegneri” del suddetto NIST-National Institute of Standards and Technology – non hanno cercato di fare un esperimento con un Boeing senza passeggeri e con varie di queste colonne? Questo tipo di esperimento potrebbe essere una cosa veramente buona per provare ai dubbiosi che furono “aerei terroristi”, quelli che abbatterono le Torri Gemelle.
Questa particolare scoperta ha portato molte persone a credere che, poiché il piano in alluminio a quanto pare non poteva essere coinvolto nell’evento, quindi solo aerei “digitali” potevano penetrare quel denso perimetro di colonne a doppia parete delle defunte Torri Gemelle.
Può essere chiaramente visibile che al di fuori del perimetro sono stati tutti tagliati da poche ridicole linee rette, peraltro parallele l’una all’altra, in modo che la forma del cosiddetto “buco d’ impatto” non assomiglia alla sagoma di un aereo neanche lontanamente. In effetti, la spiegazione di questo ridicolo fenomeno è semplice. Come si può vedere in questa foto, il perimetro della torre non è fatta solo di colonne in acciaio. Inoltre vi era un rivestimento in alluminio fissato ai bordi esterni delle colonne perimetrali dell’acciaio. E a differenza di questi (che erano più o meno interi dalla base della roccia alla sommità delle torri), il rivestimento in alluminio è stato collocato in segmenti verticali molto più corti. Se guardate attentamente l’immagine, nelle parti intatte della facciata si noteranno alcune linee orizzontali che vanno parallele l’una all’altra, ripetendosi ad intervalli visibili. Queste linee, che non sono altro che i punti di legame delle parti in alluminio, mostrano ciò che è la longitudine effettiva di ogni pezzo. Il problema per gli autori del 11/9 era che avevano bisogno di collocare i loro esplosivi convenzionali (la cui disposizione fu progettata per assomigliare a fori di impatto o sagome di aerei-) non all’interno della torre, ma fuori di essa, perché l’energia esplosiva doveva essere diretta verso l’interno per far sembrare il loro piano più credibile. Se avessero collocato le cariche dentro, poi l’intera sezione della torre che si presume sia stata colpita da un aereo, non poteva essere caduta dentro come si suppone sia accaduto, ma sarebbe volata fuori dalla torre, e invece di carrelli di atterraggio e i motori degli aerei, gli ingenui creduloni sul marciapiede avrebbero trovato i frammenti della torre stessa.
Apparentemente, fissare le cariche tagliando fuori la facciata non era un’opzione, perché queste avrebbero potuto essere notate dalla gente. Pertanto, i responsabili dell'11/9 collocarono le loro cariche tra i pannelli in alluminio e colonne perimetrali in acciaio. L’energia esplosiva delle cariche fu diretta verso l’interno per tagliare con precisione delle barre d’ acciaio nei punti giusti. Senza dubbio, questo ha funzionato. Come si può vedere, le colonne interne, sembrano di aspetto più rustico a differenza del lucido dell’ alluminio, sono stati tagliati in linee rette per simulare con precisione le forme degli aerei. Inoltre, le estremità di queste barre sono piegate verso l’interno, esattamente come doveva essere. Tuttavia, gli autori dell'11/9 non hanno calcolato bene una cosa. Anche la maggior parte dell’energia esplosiva delle cariche si è diretta verso l’interno, una parte minore di questa energia si è diretta verso l’esterno, creando un effetto rinculo. Questo ha fatto esplodere il rivestimento in alluminio.
Così, invece di tagliare l’alluminio, l’esplosione incontrollata ha strappato completamente interi pezzi appena tutto e li gettò sul marciapiede. Pertanto, a seconda della disposizione verticale delle cariche in alcune parti questi erano pezzi di una lunghezza, in altri erano doppi e addirittura triplicati in lunghezza. Così quel”buco d’impatto” ha un aspetto così ridicolmente stupido, mostrando una sorta di figura piuttosto sfalsata della forma perfetta di un velivolo come dovrebbe essere, se solo si fosse trattato di barre d’acciaio.
Oltre a questo, nella foto qui sopra si vede chiaramente una donna aggrappata disperatamente ad una delle colonne. È stata riconosciuta come Edna Cintron, cheera in attesa di essere salvata. Purtroppo morì durante il crollo della Torre Nord.Ma, in questo momento della sua vita ha mostrato al mondo (con la sua presenza, in questo presunto punto ”caldo” dove le colonne di acciaio presumibilmente si fusero) che il governo degli Stati Uniti stava ingannando la gente.
In realtà, molti confusi nel leggere questo potrebbero chiedersi: che cosa dire circa i testimoni che hanno visto il ”velivolo”? La risposta è: il numero di chi non ha vistoalcun aereo è quasi pari al numero di ”testimoni oculari” che dicono di averli visti.Ma i media hanno preferito per lo più includere nei loro reportage ”testimoni” che affermano di aver visto gli ”aerei”.
L’intera produzione del 9-11 è stato un grande inganno. Se qualcuno ha cercato di produrre immagini false di aerei che tagliano un perimetro di acciaio con la stessa facilità, come se questi (gli aerei) fossero di acciaio e le torri di burro, e riuscendo a dare questi filmati ai media, è logico supporre che in precedenza fosse stato preparato un numero sufficiente di “testimoni oculari” che potrebbe dire di aver visto l’aereo. Naturalmente, possiamo presumere questo. Tutti quei “testimoni” che affermano di aver “visto” come aerei d’alluminio penetrarono le robuste pareti delle Twin Towers erano solo attori assunti dagli autori del 11/9. Ma il senso comune di ingenui telespettatori sembra essere andato in vacanza.
Tuttavia, il vecchio dizionario inglese, stampato prima dell’11 settembre, che ha definito lo strano termine nucleare “Ground Zero” può essere la migliore medicina per superare l’illusione del 11/9 e il recuperare un senso comune…
Per lo stesso motivo, insieme a questi dizionari, si possono utilizzare anche le fotografie che mostrano la roccia fusa nelle cavità sotterranee lasciata dalle esplosioni nucleari sotto i tre edifici del WTC, eventualmente raffreddata e sono stati, finalmente, tolti tutti i materiali molto radioattivi:
A volte, senza la dichiarazione richiesta di un testimone, il panorama del 11/9 delineato da me in questo articolo può essere incompleto. Forse almeno la testimonianza di un test senza dubbio dovuta. Ci sono molte testimonianze disponibili, ma ho scelto la migliore e la più convincente di tutte.
Vi è un notevole articolo intitolato “Rudy Tuesday”, pubblicato dal New York Magazine on-line. Questo articolo non solo è degno di nota perchè il termine “ground zero” in relazione al ”Ground Zero“ di Manhattan è usato come è, vale a dire senza virgolette e senza maiuscole, come potrebbe essere utilizzato in qualsiasi manuale di protezione civile, ma anche per la dichiarazione del sindaco di New York, Rudolph Giuliani (Leggere la dichiarazione).
Penso che sia un capolavoro dell’importante prova dell’ 11/9 e una testimonianza importante dal punto di vista psicologico, devo menzionare qui l’intero brano di questo articolo “così com’è“, senza modificare nulla.
Ciò che non dovrebbe sfuggire alla vostra attenzione è evidenziato in grassetto da me. Notate che dopo il crollo del WTC senza precedenti per il carburante, il sindaco di New York, senza un motivo apparente è andato a parare “sul nucleare” e iniziò il suo discorso con i commenti assurdi sui reattori nucleari, ha continuato dicendo che in più SAPEVA perchè gli operai della zona zero erano fermi (operai che inviò laggiù per pulire senza dotarli di tute contro materiali pericolosi):
“Esatto, 11/9. Fuori dalla sala da pranzo, dopo che l’insalata era servita, il congressista Delaware Mike Castle prende il microfono. Parla di Rudy e degli spazzini. I blackberry continuano a suonare. Poi Castle parla di una passeggiata alla zona zero che ha fatto il sindaco insieme ad altri parlamentari nei giorni successivi agli attentati. La gente comincia a prestare attenzione. ”È andato alla maggior parte dei funerali, era lì in ogni modo possibile“, ha detto il Castle. “Io non credo che potremo mai ringraziarlo abbastanza per tutto quello che ha fatto.”
Ora Rudy cammina verso il podio. La sala si alza. Gli uomini d’affari ai tavoli costosi si mettono in piedi e un uomo con aria da banchiere si mette le dita alla bocca e fischia forte.
Inizialmente, Giuliani spreca la buona volontà. Qualcosa sull’immigrazione finisce con un botto. Segnala che la Cina ha più di 30 reattori nucleari mentre noi ne costruiamo solo uno. “Forse dovremmo copiare la Cina”.
Cosa? È possibile vedere la perplessità della gente: questo sarebbe lo stesso tipo che abbiamo visto in televisione? Il ragazzo che era così presidenziale quando il nostro attuale presidente mancava?
Così Rudy infine si mette comodo. Insieme a McCain e Mitt Romney, i suoi contendenti presidenziali più noti, Giuliani, ancora troppo incredulo, sostiene il presidente e la sua politica di attacchi preventivi. Tuttavia, Rudy può trasformare la questione in un modo che McCain e Romney, per non parlare Hillary e Barack Obama non possono. E ora lo fa: l’Iraq conduce al 11/9, il quale porta alla sacra immagine dei lavoratori edili alzando la bandiera sopra la zona zero.
“Sapevo su cosa erano in piedi“, spiega Giuliani. “Erano in piedi sulla cima di un calderone. Stavano in piedi sugli incendi di 2.000 gradi che sono arsi per centinaia di giorni. E hanno messo le loro vite a rischio per issare la bandiera”
La stanza è silenziosa. Nessuna forchetta tocca il piatto, nessun braccialetto d’oro fa un rumore.
“Hanno alzato la bandierina per dire, ’Non possono sconfiggerci, perché siamo americani”.
Il sindaco fa una pausa e in quel momento una donna anziana singhiozzava.
Continua. ”E non diciamo questo in un modo arrogante o militarista, ma in modo spirituale: La nostra idea è migliore della tua”.
Non sono sicuro, naturalmente, se le sue “idee” sono davvero ”migliori delle nostre”, perché dopo tutto non credo che ci fosse una buona idea nel demolire grattacieli con cariche termonucleari -8 volte più potenti di quelle usate a Hiroshima nel mezzo di una zona urbana, anche se, in linea di principio, sono d’accordo con il signor Giuliani. I poveri soccorritori della zona zero erano in piedi su un calderone ed hanno messo le loro vite a rischio, come ci si può francamente aspettare quandola gente ingenua visita un luogo di una recente esplosione nucleare senza indossare alcun equipaggiamento protettivo.
D’ora in poi, credo, il lettore ha più o meno un quadro completo degli eventi che accaddero nel ”Ground Zero “ di Manhattan, e ciò che il termine ”ground zero” significava nei dizionari inglesi prima dell’11/9, che sono tutti supportati dalla testimonianza di un testimone importante.
Certo, molti lettori avranno un sacco di domande come: Che cosa ha colpito il Pentagono? Se gli aerei non colpirono le torri, dove sono spariti? Cosa è successo ai suoi passeggeri? Cosa è successo ai presunti rapitori? Cosa è successo al Volo 93? Perché “l’aereo del Giudizio Finale” (Doomsday plane -NdR-) è stato visto volare l’11/9? Perché non era possibile il crollo della Torre Sud prima della Torre Nord? Perché i funzionari degli Stati Uniti demolirono le Torri Gemelle e l’edificio 7? Perché ci sono casi di malattia acuta da radiazioni tra i lavoratori di Ground Zero, piuttosto che le malattie croniche per radiazioni? Chi ha mandato le lettere all’antrace e perché? Perché i servizi di controllo di altri paesi come Russia, India e Cina, preferirono “non riportare” che il governo degli Stati Uniti demolì le torri con tre cariche termo nucleari di 150 chilotoni, e che questa azione non aveva nulla a che fare con l’Afghanistan o l’Iraq? Perché AIEA è silenziosa? E, infine, chi ha organizzato l’ 11/9 e perché?
Come potete immaginare, l’11/9 fu un’operazione complicata e i suoi aspetti separati sono così intricati che è semplicemente impossibile descrivere l’intera operazione “in breve”, senza spendere un minimo di attenzione a ciascuno dei suoi aspetti. Non ho la minima possibilità di spiegare in maniera soddisfacente lo scenario completo dell’11/9 in uno spazio così limitato, come quello che mi offre questo articolo.
Nel settembre del 2009, ho prodotto un video più o meno comprimibile che dura circa 4 ore e spiega abbastanza circa l’11/9. Questo video si può trovare in Internet, cercando “Dimitri Khalezov video” su google. Inoltre, ho scritto un libro di 500 pagine in formato A4. Questo è solo per dimostrare che è davvero impossibile spiegare in modo comprensibile cosa sia realmente successo l’11 settembre 2001 in un piccolo articolo. Solo spiegare le capacità tecniche dell’ attacco missilistico contro il Pentagono, e le circostanze che lo circondano, può richiedere la lunghezza totale di questo articolo. Ma per fortuna, questa storia può continuare qui.
Pertanto, tutte le domande menzionate sopra, non potevano che rispondere all’ultima: l’11/9 è stato organizzato da coloro che volevano portare gli Stati Uniti con altri paesi ad una guerra ridicola in Afghanistan e in Iraq e coloro che hanno voluto privare i cittadini di questi paesi delle loro ultime libertà civili e diritti umani. Si dovrebbe capire che né Al-Qaeda né qualsiasi organizzazione musulmana poteva permettersi di fornire falsi filmati di “aerei” ai media statunitensi, né reclutare testimoni che “videro” come aerei di alluminio penetravano l’acciaio, né demolire contemporaneamente le torri del WTC con 3 cariche termo nucleari sotterranee di150 chilotoni ciascuna (20 volte più potenti della prima bomba sganciata su Hiroshima).
Altri link:
- http://www.veteranstoday.com/2010/10/16/gordon-duff-when-will-the-crimes-of-911-end/
- Informazioni importanti: http://www.dimitri-khalezov-video.com
- Scaricare video: http://911-truth.net
- Scarica l’ebook: http://www.911thology.com/home.html
- Canale YouTube : http://www.youtube.com/user/DimitriKhalezov
- Contatti: http://www.dkhalezov.com/
Ulteriori link:
L’intervista più impressionante sulle presunte armi di distruzione di massa (o WMD: Weapons of Massive Destruction) e connessioni con il cosiddetto “Signore della Guerra” o ”Mercato della Morte” Victor Bout (che è un amico personale di DimitriKhalezov):
- http://www.mathaba.net/news/?x=625029
- http://projectcamelotproductions.com/interviews/viktor_bout/911_viktorbout.html
Maggiori informazioni su Victor Bout:
- http://www.911-truth.net/Victor_Bout/
- http://skypotrol.net/2010/10/10/face-to-face-with-viktor-bout-court-room-conversations/
L’autore: Dimitri A. Khalezov
@dimitrikhalezov
Dimitri A. Khalezov, è cittadino sovietico ed ex funzionario incaricato della cosiddettaUnità Militari 46179, noto anche come Servizio di Controllo Speciale del 12°Dipartimento del Ministero della Difesa dell’URSS. Il Servizio di Controllo Speciale, noto anche come intelligenza atomica (in seguito “nucleare”) è stato responsabile dell’ unità militare segreta per la rilevazione di esplosioni nucleari (compresi i test nucleari sotterranei) di vari avversari dell’ex URSS, così come fu responsabile del controllo e osservazione di diversi trattati internazionali relativi ai test nucleari ed esplosioni nucleari pacifiche. Dopo l’11 settembre 2001, ha fatto una ricerca approfondita sull’11/9 e ha dimostrato che le Torri Gemelle del WTC e l’edificio 7 furono demoliti dalle esplosioni di tre cariche termonucleari sotterranee, le quali dettero il nome di “Ground Zero” al punto della demolizione. Inoltre, testimonia checonosceva il cosiddetto “regime di demolizione di emergenza nucleare” delle Twin Towers dopo anni ’80, quando lavorava nel Servizio Speciale di Controllo Sovietico.
(*) Pubblicato per la prima volta nel n. 31, Ottobre-Novembre 2010, della rivista tedesca “Nexus Magazin”, sito web http://www.nexus-magazin.de/ausgaben/nexus-magazin-31-oktober-november-2010; tradotto allo spagnolo per il sito di Daniel Estulin; tradotto e pubblicato in Italiano dal sito “Voci dalla Strada” il 27/01/2011.
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