domingo, 19 de agosto de 2007

Lettera pubblica di Ciro Brescia al Prof. Giuseppe Cacciatore

Ciro Brescia, 19/08/2007 - Foto Archivio Attilio Folliero

Ciro Brescia (destra) con Attilio Folliero
Caro prof. Cacciatore,

ho letto il tuo intervento su Liberazione di oggi - 19 agosto 2007 - e devo dire che l'ho apprezzato moltissimo, almeno prima di leggere la parte conclusiva, dopodiché mi è venuto da pensare.

E' indispensabile riportare le notizie in maniera corretta, non solo da parte di pennivendoli fascistoidi alla Battista, ma a maggior ragione anche da parte nostra, per di più quando si scrive su un quotidiano autodefinentesi "giornale comunista" come Liberazione, il quale di scivoloni, volendo usare un eufemismo, sull'argomento latinoamerica ne ha avuti e non di scarsa gravità; vedi gli articoli banalizzanti ed infamanti di Angela Nocioni su Cuba prima e sul Venezuela poi.

Testualmente, estendi il tuo elaborato, nella parte finale, in questo modo:   

"Non sono un apologeta di Chávez e non tutto mi convince della sua politica: la simpatia per l'Iran e la Corea del Nord, le inutili amplificazioni della retorica rivoluzionaria, il grave errore tattico della chiusura della televisione Rtc (che andava chiusa durante il colpo di stato del 2002 quando appoggiò spudoratamente i golpisti), la forzatura costituzionale della rielezione continua, l'eccessivo spazio lasciato ai militari nel governo e nei gangli vitali dello Stato. Spero che questi elementi o negativi o quanto meno problematici vengano corretti e che si affermino sempre più invece forme di democrazia partecipativa e di controllo nell'articolazione dei poteri. Ma di qui a parlare di dittatura e di analogie con il regime castrista o comunque di modello comunista ce ne corre."


Giuseppe Cacciatore a Caracas con Angelo D'Orsi (sinistra) e Giulio Gilardi (destra)  

Mi preme sottolineare degli aspetti a tal proposito:

1. Il governo rivoluzionario e socialista non ha bisogno di apologeti e/o di difensori di alcun genere; sa benissimo difendersi da solo attraverso il suo Presidente, attraverso il suo pensiero, la sua favella e con la propria azione, e per lo più sa anche passare al contrattacco, quando è il caso;

2. RCTV in realtà - immagino che quando scrivi rtc intendi RCTV - non è stata mai chiusa o censurata; semplicemente non è stata rinnovata la licenza per la trasmissione via etere, a che mi risulta RCTV continua a trasmettere sul satellite e in rete; praticamente, mutatis mutandis, ciò che avrebbe dovuto fare il governo 'progressista' italiano per Rete 4 e che, ovviamente, non ha fatto, come tante altre cose di cui ci sarebbe un disperato bisogno, vedi la tanto invocata legge sulla riduzione dell'orario di lavoro di bertinottiana memoria (perduta);

3. Mi suona un po' schizofrenico affermare che il governo rivoluzionario avrebbe dovuto chiudere RCTV immediatamente dopo il colpo di stato fallito e contemporaneamente sostenere la necessità di limitare la presenza dell'esercito nella società. Chi avrebbe dovuto mandare a chiudere la televisione, le carmelitane scalze forse?

4. In qualsiasi caso, il potere dei militari verrà controbilanciato con la riforma costituzionale, se passerà, con l'istituzione a livello costituzionale delle Milizie Popolari Bolivariane, il popolo in armi, appunto. La Rivoluzione Socialista Bolivariana è una rivoluzione, che come tutte le rivoluzioni vere, non può non porsi l'obbiettivo di trasformare la società, radicalmente, evitando, nei limiti delle possibilità, controproducenti spargimenti di sangue. La Rivoluzione Socialista in Venezuela è certamente una rivoluzione pacifica, lo è stata nei limiti delle aggressioni anche armate e violente dei controrivoluzionari e lo sarà fino a quando la borghesia imperialista lo consentirà. Detto questo non potrà mai essere una rivoluzione disarmata; su questo punto facendo il paragone con Allende, Chavez è stato chiarissimo affermando in tempi non sospetti che non farà il 'profeta disarmato';   

5. Mi sembra evidente che il governo bolivariano abbia a cuore soprattutto i popoli iraniano e coreano, bersagli del genocida imperialismo principalmente yankee, così come ha a cuore le sorti dei popoli latinoamericani, piuttosto che provare simpatia per moderati come Lula o Kirchner;  

6. Grazie alla rivoluzione si sono aperti notevoli spazi per molti imprenditori, interni ed esteri, che prima non avrebbero potuto godere della redistribuzione e diversificazione dell'economia che era in mano all'oligarchia imperialista. Questo va precisato, altrimenti si rischia di darla ad intendere che Chavez sostiene quella stessa borghesia internazionale oligarchica che a parole dice di voler combattere. Ovviamnente non è così;

7. Su Fidel e Cuba, Chavez è sempre stato chiaro, più chiaro non si può. Fidel, lo considera un padre, così come considera Evo Morales un fratello. Grazie a Cuba è stato sradicato l'analfabetismo, grazie a Cuba contadini poveri hanno per la prima volta nella loro vita, imparato a riconoscere i medici, grazie alla cinquantennale resistenza della Revolucion cubana oggi è possibile parlare di Venezuela bolivariano. Se ci sono analogie di sostanza con Cuba socialista, e per fortuna per le larghe masse, fino adesso non sono poche, una su tutte è quella di esprimere governi popolari autentici, checchè ne pensino le nostre borghesie imperialiste;   

8. Sarebbe il caso di introdurre nelle nostre Costituzioni 'democratiche' un paio di principi evidentemente imprescindibili volendo essere realmente democratici: la revocabilità del mandato tramite referendum popolare, per esempio, così come ci ha insegnato la storia del movimento operaio internazionale dalla Comune di Parigi alla Rivoluzione d'Ottobre, e la necessità del vincolo del mandato, se proprio ci si vuole rizelare, non si capisce bene perché, della possibilità di essere eletti più volte dal popolo sovrano, che in tutta evidenza è un falso problema; 


9. Il governo bolivariano sta dimostrando nei fatti la propria coerenza, e la sta dimostrando a coloro ai quali - prima degli altri - deve dar conto, ovvero alle masse popolari, che la necessità della rivoluzione ce l'hanno non solo nel cuore ma anche nella mente e soltanto ai borghesi può dare fastidio il continuo riferimento alla necessità della rivoluzione socialista, semplicemente perchè minaccia i loro privilegi.  

Chiedo venia per la lunghezza, 
ma ho ritenuto improcrastinabili le suddette osservazioni,

saluti antimperialisti,

Ciro Brescia
per il Circolo Bolivariano "José Carlos Mariategui" Napoli (Italia)
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