Attilio
Folliero, Caracas 06/07/2014
Nessuno
ne parla; nessun media a livello mondiale parla della bolla dei derivati. La
bolla dei derivati sta crescendo e prima o poi esploderà. Secondo gli ultimi
dati pubblicati da BIS, al 31 dicembre 2013 il valore nominale di tutti i
contratti derivati del mondo ammontava a 710.182 miliardi di dollari, in
aumento del 12% rispetto al dicembre anteriore. Il dato del 31 dicembre
rappresenta il massimo storico, ossia il valore più alto mai raggiunto dai
contratti derivati.
Il
PIL di tutti i paesi del mondo al 31 dicembre del 2013, secondo gli ultimi dati
pubblicati dal FMI, era pari a 73.982 miliardi di dollari. L’ammontare dei
derivati è quindi circa dieci volte il valore del PIL mondiale.
Quindici
anni prima, al 31 dicembre 1998, l’ammontare nominale di tutti i contratti
derivati era 80.317 miliardi di dollari ed il PIL del mondo era 30.561 miliardi
di dollari, pertanto i derivati erano 2,63 volte il valore del PIL mondiale. In
questi ultimi quindici anni, mentre il PIL mondiale è cresciuto del 142%, con
un tasso di crescita medio annuo del 9%, i derivati sono cresciuti del 784%,
con un tasso di crescita medio annuo del 52%.
Data
|
Derivati (Mld Us$)
|
PIL Mondo (Mld Us$)
|
Derivati/PIL
|
31/12/1998
|
80.317
|
30.561
|
2,63
|
31/12/1999
|
88.201
|
31.758
|
2,78
|
31/12/2000
|
95.199
|
32.731
|
2,91
|
31/12/2001
|
111.178
|
32.527
|
3,42
|
31/12/2002
|
141.679
|
33.811
|
4,19
|
31/12/2003
|
197.177
|
37.978
|
5,19
|
31/12/2004
|
251.823
|
42.748
|
5,89
|
31/12/2005
|
297.670
|
46.255
|
6,44
|
31/12/2006
|
414.845
|
50.059
|
8,29
|
31/12/2007
|
595.738
|
56.440
|
10,56
|
31/12/2008
|
547.983
|
61.848
|
8,86
|
31/12/2009
|
603.900
|
58.623
|
10,30
|
31/12/2010
|
601.046
|
64.020
|
9,39
|
31/12/2011
|
647.777
|
70.896
|
9,14
|
31/12/2012
|
632.582
|
72.106
|
8,77
|
31/12/2013
|
710.182
|
73.982
|
9,60
|
Variazione 15 anni
|
784%
|
142%
|
|
Varriazione media annua
|
52%
|
9%
|
I
derivati oggi rappresentano 9,6 volte il valore del PIL mondiale, comuqnue
inferiore al valore del 2007, quando equivalevano a 10,56 volte il valore del
PIL mondiale. Perchè i derivati crescono? I derivati crescono quando diminuisce
il tasso di guadagno nel settore produttivo; il capitale alla ricerca di
maggiori tassi di guadagni finisce per essere investito nella speculazione. I
derivati sono la principale espressione della speculazione.
La
situazione dei derivati è particolarmente drammatica negli Stati Uniti. Le banche
commerciali USA, secondo le cifre
ufficiali del Governo USA, sono esposte ai derivati, ossia a titoli
spazzatura, per un valore complessivo di 237.023 miliardi di dollari. Le banche
USA più esposte sono quattro: Jp Morgan, Citibank, Goldman Sachs e Bank of
América. Queste quattro banche hanno titoli derivati pari a 219.798 miliardi di
dollari, ossia quasi un terzo di tutti i contratti derivati esistenti nel
mondo. Il patrimonio (Asset) di queste quattro banche al 31 dicembre 2013
ammontava a 4.831 miliardi di dollari, più del doppio del PIL italiano del
2013, che è stato pari a 2.071,96 miliardi di dollari; i contratti in derivati
posseduti da queste quattro banche sempre al 31 dicembre del 2013 ammontavano a
219.798 miliardi di dollari, ossia 45 volte il valore del loro patrimonio!
Banca
|
Derivati (Mld US$)
|
Asset (Mld US$)
|
Derivati/Asset
|
JPMORGAN
CHASE BANK
|
70.088,63
|
1.945,47
|
36,03
|
CITIBANK
|
62.247,70
|
1.346,75
|
46,22
|
GOLDMAN
SACHS
|
48.611,68
|
105,62
|
460,27
|
BANK OF
AMERICA
|
38.850,90
|
1.433,72
|
27,10
|
Totale
4 banche
|
219.798,91
|
4.831,55
|
45,49
|
Totale
banche commerciali USA
|
237.023,06
|
13.057,06
|
18,15
|
Nota: Elaborazione
Attilio Folliero su dati di fonte Governo USA
Se
con la crisi del 2008 queste banche sono state salvate con un intervento
massiccio di denaro pubblico da parte del Governo USA perchè troppo grandi per
fallire, oggi che sono ancora più grandi e molto più esposte al rischio, per
non fallire avrebbero bisogno di una quantità di denaro pubblico ancora più
grande. Oggi, però la situazione non è la stessa del 2008 ed in caso di una
grave crisi non ci sarebbe la possibilità di un ulteriore massivo intervento
pubblico.
Quando
la bolla dei derivati esploderà non una, ma molte delle principali banche
statunitensi saranno esposte al rischio fallimento. Il fallimento di più di una
di queste grandi banche avrà ripercussioni a livello mondiale.
Il mondo e particolarmente
l’occidente, con USA ed Europa in testa, sono alla vigilia di una grande crisi
economica che può esplodere da un momento all’altro.
Se
un terzo di tutti i contratti in derivati del mondo è detenuto da 4 banche USA
significa che i tassi di guadagno stanno scendendo negli USA e quindi a rifugiarsi
nella speculazione è proprio il capitale USA. L’analisi dell’andamento dei
profitti delle imprese USA ci può indicare la tendenza per il futuro.
Nel
2013 il profitto lordo delle imprese statunitensi è stato 2.102,1 miliardi di
dollari, con un dividendo netto pari a 902 miliardi. Secondo i dati del I
Trimestre, recentemente pubblicati dal BEA, si
stima che il profitto loro per il 2014 sarà di 1.975,4 miliardi, quindi in
diminuzione di ben 198,3 miliardi rispetto all’anno anteriore; anche le stime
riguardanti i dividendi netti per l’anno in corso sono in diminuzione: 861,7
miliardi, quindi 87,1 miliardi meno rispetto all’anno anteriore.
Cadono
i profitti delle imprese e dunque il capitale USA da un lato continuerà a
rifugiarsi in mercati e paesi che garantiscono maggiori tassi di guadagno,
dall’altro lato tenderà maggiormente a rifugiarsi nella speculazione e per
conseguenza l’aumento dei titoli derivati.
Stiamo
in pratica assistendo al tracollo degli Stati Uniti che da prima potenza
economica nel giro di pochi lustri saranno superati da Cina, India ed altri
paesi emergenti; probabilmente, come scriviamo da circa un decenio, gli USA
cesseranno anche di esistere come stato unitario e si frantumeranno in vari
stati, uno dei quali, la parte orientale (New York) è destinata ad unirsi
economicamente e políticamente con una parte degli attuali stati che conformano
l’Unione Europea.
La
Federal Reserve aveva annunciato di terminare con la stampa dei dollari e
l’acquisto di titoli tossici, ma in realtà non potrà tirarsi indietro, soprattutto adesso che sta
per esplodere la bolla dei derivati, per cui continuerà a stampare dollari.
Insomma la situazione è talmente critica che è solo questione di tempo. Da un
lato la bolla dei derivati e la continua immissione di dollari nel mercato (la
stampa di dollari attraverso l’operazione chiamata “Alleggerimento quantitativo”
o Quantitative easing o QE) e dall’altro lato l’abbandono del dollaro da parte
di molti paesi per le transazioni internazionali, cosa che comporterà in un
futuro ormai prossimo anche la riduzione delle riserve internazionali in
dollari.
L’alleggerimento
quantitativo è una delle modalità con cui una banca centrale crea moneta e la
immette nel sistema finanziario ed economico. Una banca centrale, in questo
caso la Federal Reserve, la Banca centrale degli USA ha deciso di acquistare attività
finanziarie dalle banche del sistema (azioni o titoli, anche tossici). In
sostanza stampa i dollari e li trasferisce alle banche, definite troppo grandi
per poter fallire.
Il
dollaro è anche la principale moneta delle riserve internazionali di tutti i paesi
del mondo. Il giorno in cui cesserà di esserlo, tutti gli stati venderanno i dollari
in loro possesso ed acquisteranno la nuova moneta o le nuove monete utilizzate
per gli intercambi comemrciali. Queste due situazioni (stampa senza freni dei
dollari e l’abbandono del dollaro come moneta di reserva internazionale)
determineranno il tracollo del valore del dollaro e per conseguenza il tracollo
economico degli Stati Uniti.
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"I derivati crescono quando diminuisce il tasso di guadagno nel settore produttivo; (...)"
ResponderEliminarNon sono d'accordo, i derivati crescono perché sono delle mere scommesse basate sul nulla (non ancorate, cioè a un bene o servizio). Essi sono avulsi dal settore produttivo, crescono solo perché viene fatta intravedere una prospettiva di guadagno maggiore (e, quindi, di natura speculativa), rispetto alla produzione di beni e servizi.
Alla luce di tale premessa, ora si che è corretta (concettualmente, s'intende) la seguente Sua affermazione:
"(...) il capitale alla ricerca di maggiori tassi di guadagni finisce per essere investito nella speculazione. I derivati sono la principale espressione della speculazione (...)".
I derivati sono per l'economia capitalista esattamente ciò che la mosca olearia è per la coltura dell'olivo.
Con ogni riguardo.
Giusavvo