jueves, 31 de mayo de 2012

Nel levante Mediterraneo sta per nascere un nuovo Golfo Persico pieno di petrolio e di gas



Il più grande giacimento di petrolio e di gas del mondo, si trova in Siberia ed ha 18.200 miliardi circa di metri cubi di gas sfruttabile.

È ormai chiaro che il secondo si trova nelle acque del Levante mediterraneo, è costituito da più sacche che coprono l'est mediterraneo dal delta del Nilo alla Grecia e tutti cercano di impadronirsi della fetta più grossa possibile.

Questa scoperta promette a Israele l'indipendenza energetica per i prossimi cento anni e sta per fare da detonatore a una serie di conflitti latenti che prima affioravano periodicamente e che adesso rischiano di aumentare di intensità e rendersi permanenti.

Ad una situazione politica complicatissima da tre quarti di secolo, la sorte è andata a versarci sopra una quantità immane di petrolio e gas.

PRIMO CONFLITTO: esiste una Convenzione delle Nazioni Unite del 1982 sul diritto del mare che stabilisce i criteri di attribuzione delle risorse sottomarine, ma sia Israele che gli Stati Uniti rifiutarono a suo tempo di firmarlo.

Il giacimento si trova nel mare condiviso da Grecia, Turchia, Cipro, Israele, Siria e Libano, a non voler conteggiare la Palestina che con la sua striscia di Gaza può avanzare anch'essa dei diritti. Tranne Cipro che era sotto protettorato inglese e nessuno ha toccato, gli altri paesi sono divisi da contenziosi e guerre recenti o lontane.

SECONDO CONFLITTO: cambia completamente la situazione geopolitica del golfo persico, del Nord Africa, della Turchia, della Grecia e Cipro ( e si capisce perché adesso qualcuno li vorrebbe fuori dalla UE). I gasdotti e gli oleodotti Nabucco e Southstream, si rivelano investimenti rischiosi dal punto di vista del profitto. La Russia dovrà in futuro puntare più sul mercato asiático (India e Cina) per i suoi idrocarburi che sull'Europa mediterranea.

TERZO CONFLITTO: Israele che è lo scopritore dei due primi giacimenti TAMAR (2009) e LEVIATHAN (2010) avanza pretese egemoniche sul tutto, mentre il Libano sostiene che il mare sotto il giacimento è anche suo. Israele ovviamente può contare sul sostegno ufficiale degli USA.

Conviene comunque affidarsi a una cronistoria. Tutto comincia nel 2009 con la scoperta di un giacimento, chiamato poi TAMAR (dattero in arabo e in yiddish ) da parte della Noble Energy, partner texano di Israele nella ricerca sottomarina. Il ritrovamento è situato a circa 80 Km a ovest di Haifa.

Coi suoi 238 miliardi di metri cubi di gas naturale di eccellente qualità, TAMAR cambiò la prospettiva energetica di Israele che fino a quel momento aveva una striminzita previsione di riserve a tre anni più un rifornimento infido dal gasdotto (40% del fabbisogno) egiziano che l'autorità egiziana del Petrolio ha appena disdettato accusando i contraenti di corruzione e di ribasso anomalo dei prezzi.

La scoperta - sempre della Noble Energy - l'anno successivo del nuovo giacimento LEVIATHAN che ha ridotto TAMAR a una pozzanghera, ha complicato enormemente il problema (prima solo Israelo-libanese) coinvolgendo tutti i paesi affacciati sul mediterraneo orientale e forse fino alla Puglia (Italia).

A questo punto entra in ballo l'USGS (United States Geological Survey) che presenta le sue stime su LEVIATHAN. Le risorse petrolifere e di gas del Bacino del Levante sono stimate a 1,68 miliardi di barili di petrolio e 3.450 miliardi di metri cubi di gas. Inoltre, sulla base di studi e perforazioni, l'USGS ha stimato "le riserve non ancora scoperte del Bacino del Nilo in termini di petrolio e di gas, a 1,76 miliardi di barili e a 6.850 miliardi di metri cubi di gas naturale".

Il totale delle riserve del mediterraneo orientale assommerebbe a 9.700 miliardi di metri cubi di gas e a 3,4 miliardi di barili di petrolio.

L'USGS ha anche stimato che il bacino di Rub EL Khal (sud ovest Arabia saudita e nord Yemen, proprio dove si combatte), nell' upper Gawar uplift sia di 12.062 miliardi di metri cubi,

Nell'est della Arabia Saudita e nella catena del Zagros altri 12.000 miliardi di metri cubi circa.

Aveva ragione l'attuale re saudita ad opporsi nel 1991 alla "temporanea" installazione delle basi militari americane in funzione anti Irak. Non solo gli americani non se ne andranno più dalla penisola araba, come vaticinato, ma constatiamo che stanno occupando anche la sponda nord.
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1 comentario :

  1. Tipico degli israeliani, vedono cose che piacciono, vanno prendono con la forza, ammazzano e altro. Il tutto giustificato dal fatto che gli altri odiano Israele.

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