Attilio Folliero,
Caracas 16/05/2010
Prima pubblicazione
in Selvas Blog
In questi ultimi mesi c’e stato un
grande affanno per cercare di salvare la piccola Grecia. Cosa succederà quando
si dovrà tentare di salvare non un piccolo paese di circa 11 milioni di
abitanti come la Grecia, ma un grande paese di sessanta milioni di abitanti e
oltre come il Regno Unito o l’Italia?
Tutto
sembra indicare che il prossimo paese ad essere colpito da una grave crisi del
debito sarà proprio il Regno Unito. Ma sullo sfondo già si intravede la grave
crisi che sta per abbattersi sul più grande paese capitalista del mondo, ovvero
gli USA. Se per trovare i 110 miliardi necessari a salvare la piccola Grecia si
è dovuta muovere praticamente l’intera Europa, cosa succederà quando sarà
necessario trovare somme di denaro dell’ordine delle migliaia di miliardi?
Il
Regno Unito sarà il prossimo paese a cadere in crisi profonda. Infatti, il
debito pubblico è ormai fuori controllo: per quest’anno è previsto un deficit
di oltre il 13% del PIL, dunque superiore al 12.5% del deficit greco. Nel Regno
Unito, ancora nel 2007, il deficit di bilancio era inferiore al 3%; nel 2008
sale al 5%, nel 2009 ad oltre l’11% e per l’anno in corso è previsto un 13% e
più.
Complessivamente
in tre anni si è passati da un debito complessivo del 38% al 68% del 2009 e
supererà l’80% nel 2010, quindi per il 2012 arriverà al 100%.
Il
problema vero, però, è che i governi inglesi non hanno molto spazio di manovra,
in quanto i cittadini del Regno Unito già oggi sono tra i più tartassati al
mondo, quindi impensabile poter trovare i soldi per via dell’aumento delle
tasse.
Morgan
Stanley (1),
una delle compagnie autoproclamatesi giudici dello stato di salute delle
economie mondiali, ossia una delle compagnie che dettano legge in materia di
rating ha già preannunciato che prima della fine dell’anno molte delle economie
che ancora godono della triplice A, andranno incontro ad un ridimensionamento;
tra queste la più indicata a subire un declassamento è proprio l’economia
inglese.
Mervyn
King, il governatore della Banca d'Inghilterra ha recentemente avvertito che
presto dovranno essere messe in atto "misure di austerità", anche più
dolorose di quelle adottate per la Grecia. Inoltre, lo stesso King ha avvertito
questa è la peggior crisi finanziaria di sempre (2). Il resto del mondo non sta
meglio a partire dall’Italia e dal Giappone; ma il colpo di grazia al sistema
arriverà dagli Stati Uniti, che stanno per conoscere il più grande tracollo
economico della loro storia.
Quando
la crisi del debito esploderà in tutta la sua violenza in paesi come il Regno
Unito, il Giappone, l’Italia e gli Usa, allora si che saremo ad un punto di
svolta. Già due anni fa (3) avevamo definito questa crisi, di cui ancora
non si conoscevano con esattezza i contorni, come la terza grande crisi del
sistema capitalistico, dopo il grande crack dl 1873, che determinò il tracollo
dell’Inghilterra, fino ad allora prima potenza mondiale e la crisi del 1929 che
sfociò nella seconda guerra mondiale; avevamo definito questa nuova grande
crisi, come la crisi che determinerà il tracollo degli USA ed accelererà il
tramonto del’occidente. Ogni giorno che passa le nostre previsioni sembrano
sempre più azzeccate.
Note
(1)
Fonte:
Telegraph, Url: http://www.telegraph.co.uk/finance/economics/6693162/Morgan-Stanley-fears-UK-sovereign-debt-crisis-in-2010.html
(2)
Fonte:
Washington’s Blog, Url: http://www.washingtonsblog.com/2010/05/mervyn-king-worlds-worst-financial.html
(3)
Attilio
Folliero e Cecilia Laya, Due crisi a confronto: la crisi del 1929 e quella del
2008, Url: http://umbvrei.blogspot.com/2008/11/due-crisi-confronto-la-crisi-del-1929-e.html
_________________________
Para un blog es muy importante que el lector haga el esfuerzo de clicar en los botones sociales "Me gusta", "Tweet”, “G+”, etc. que están por debajo o a lado. Gracias.
Per un blog è molto importante che il lettore faccia lo sforzo di cliccare sui tasti social "Mi piace", "Tweet", “G+”, etc. che trovate qui sotto o a lato. Grazie
No hay comentarios :
Publicar un comentario