domingo, 23 de marzo de 2014

Verso la fine del predominio del dollaro e il tramonto dell’occidente

Il giro di Barack Obama in Europa e Arabia Saudita nel tentativo di isolare Russia e Cina e frenare l'abbandono del dollaro. 

Attilio Folliero, Caracas 23/03/2014

Barack Obama lunedi (24/03/2014) comincia un giro per l’Europa e l’Arabia Saudita. Mentre i media ufficiali parlano dell’incontro di Obama con il papa e del vertice del G7 per aumentare la pressione sulla Russia e risolvere la situazione dell’Ucraina, noi riteniamo che i veri motivi di questa visita siano ben altri.

Lunedi ci sarà il vertice del G7, ma prima Obama incontrerà il leader ciñese Xi Jinping, presente in Olanda per partecipare alla riunione sulla sicurezza nucleare. Il giorno dopo ci sarà un incontro trilaterale tra Obama, la presidente sudcoreana Park Geun-hye ed il primo ministro giapponese, Shinzo Abe. Sempre martedi Obama incontrerà il príncipe ereditario degli Emirati Arabi, Mohamed Bin Zayed Al Nahyan.

Il giro di Obama, dopo aver visitato Olanda, Belgio e Italia, terminerà in Arabia Saudita dove incontrerà il re Abdalá Bin Abelaziz per parlare ufficialmente e come sempre dei negoziati di pace in Medio Oriente e l’appoggio all’opposizone siriana. Ma facciamo un passo indietro. 

Lo scorso 13 marzo, il presidente cinese Xi Jinping si è riunitoPechino col príncipe ereditario dell’Arabia Saudita, Salman Bin Abdulaziz Al Saud. L’incontro è servito per fortificare le relazioni bilaterali tra i due paesi ed ampliare il commercio bilaterale. Tradotto in pratica significa petrolio dell’Arabia alla Cina in cambio di manufatti e tecnologia cinese. L’incontro è servito anche per accelerare le conversazioni per la realizzazione di un’Area di Libero Commercio fra Cina ed il Consiglio di Cooperazione del Golfo (CCG).

Nel frattempo, l’Unione Europea dice di voler incontrare fonti alternative al gas russo. Perchè? E’ imminenete l’aumento del 40% del prezzo del gas russo venduto all’Ucraina. Fino ad ora l’Ucraina godeva di prezzi privilegiati per essere un alleato della Russia; ma dopo il colpo di stato in Ucraina con l’arrivo al governo di partiti antirussi e filo europeisti, la Russia cesserà di fornire gas a prezzi ridotti all’Ucraina. Questo è solo un anticipo di quello che potrà succedere anche col gas fornito all’Europa. In sostanza l’Unione Europea sa perfettamente che la Russia può dimunire le forniture del gas o aumentare il prezzo. Di fronte alle possibili sanzioni per l’annessione della Crimea, la Russia ovviamente reagirà ed alla fine a rimetterci saranno gli europei, che sprofonderanno sempre più nel baratro della crisi.

Non solo. Presto assistiremo all’annuncio di un accordo energetico tra Russia e Cina, ossia la fornitura a Cina di gas russo. Questo accordo, dopo anni di negoziazioni, potrebbe firmarsi durante la prossima visita di Putin a Pechino, nel prossimo mese di maggio.


Ciò determinerà un grande shock economico e geopolítico. Non solo aumenterà il prezzo del gas per gli europei, ma l’accordo apre le porte alla caduta del valore del dollaro. Questo accordo prevederà probabilmente l’abbandono del dollaro nell’intrecambio commerciale tra Cina e Russia, per utilizzare il Rublo e lo Yuan, od anche l’oro, di cui i due paesi possiedono grandi quantità. Negli ultimi anni entrambi i paesi hanno comprato, infatti grandi stock di oro, anche se si disconosce l’esatta quantità.

A questa decisione di commercializzare in moneta alternativa al dollaro di Cina e Russia, si uniranno anche Iran, India, Irak e presto anche l’Arabia Saudita, il principale fornitore di petrolio alla Cina. Nella riunione di Xi Jinping con l’emisssario del re saudita, di cui sopra, sicuramente si è trattato anche della possibilità di abbandonare l’uso del dollaro negli intercambi commerciali tra Cina e Arabia. La fine del petrodollaro sembra ormai vicina.

Il tentativo degli occidentali (statunitensi ed europei) di isolare la Russia determinerà un boomerang, ossia alla fine a rimetterci saranno europei e statunitensi.

I media ufficiali dell’occidente stanno buttando fumo nell’occhio alla propia opinione pubblica parlando dell’aereo malese scomparso e di una Unione Europea che cerca fonti energetiche alternative al gas russo, ovviamente insesistenti! Quale paese potrebbe mai fornire il gas che potrebbe venire a mancare dalla Russia?

Obama che alza la voce, tuonando sanzioni contro la Russia, in realtà da un lato sta cercando di impedire una più stretta allenza tra Cina e Russia e quindi pensa ad isolare internazionalmente i due paesi. L’incontro del G7 ha proprio la finalità di tentare di isolare la Russia e l’incontro trilaterale di Obama con Sud Corea e Giappone è per accerchiare la Cina. Infine l’incontro con i rappresentanti dei paesi arabi (Emirati Arabi e Arabia saudita) è per tentare di frenare l’alleanza di questi con la Cina e dissuadere l’abbandono del dollaro.

La missione di Obama, però appare ardua. Sul fronte europeo, anche se tutti sono fedeli alleati degli USA, alla fine la Germania farà prevalere i propri interessi, che necessariamente passano per una “amicizia” con Russia e finiranno per riconoscere la situazione creatasi, ossia finiranno per riconoscere la riunificazione della Crimea con Russia. Non è un caso che proprio oggi, alla vigilia del vertice del G7, Der Spiegel pubblica un sondaggio di opinione in cui la maggioranza dei tedeschi accetta la riunificazione di Crimea con Russia.

Quindi per Obama tutto sarà vano per la semplice ragione che alla fine prevarranno gli interessi personali. Ne’ Europa, ne’ Usa potranno impedire l’alleanza tra Cina e Russia; inoltre l’Arabia sa bene che la Cina rappresenta il futuro ed un socio commerciale sempre più importante per cui volente o nolente dovrà accettare l’abbandono del dollaro negli scambi col gigante cinese.

Gli USA, malgrado il loro immenso potere militare, con la crescente perdita del potere economico e l’impossibilità di continuare a trovare paesi disponibili a finanziare il proprio debito pubblico perderanno sempre più importanza a livello mondiale ed in Medio Oriente.

In definitiva il tracollo del valore del dollaro è vicno. In questi ultimi anni, la Cina ha avvertito spesso gli USA di cambiare politica economica, ma gli USA hanno fatto finta di non sentire. Fino ad ora la Cina, il principale creditore degli USA, aveva cercato di tenere su il valore del dollaro proprio perchè avendo una enorme quantità di dollari, un suo forte deprezzamente avrebbe significato forti perdite anche per lei. Adesso però ha decisamente cambiato política: ha cominciato a vendere i titoli del debito pubbblico USA (vedasi “La crisi irreversibile degli Stati Uniti”), ha utilizzato le montagne di dollari in suo possesso per investimenti in America Latina ed Africa, sta fortificando le relazioni con la Russia e si sta avvicinando sempre più all’Arabia Saudita, principale riserva di petrolio del Golfo e seconda riserva mondiale dopo il Venezuela.

Con la caduta del valore del dollaro, ci sarà l’inevitabile tracollo economico degli USA e in definitiva anche il tracollo degli europei, la cui unione (Unione Europea) comincia a traballare. La crisi economica in atto non solo potrebbe accelerare la disgregazione dell’Unione Europea e la fine dell’Euro, ma potrebbe accelerare anche la disgregazione di molti singoli stati. Sono a rischio disgregazione sicuramente il Regno Unito, la Spagna, il Belgio e l’Italia, dove esistono importanti regioni secessioniste.

Tutti gli Stati europei presentano forti differenze economiche e sociali al proprio interno; storicamente è dovuto al fatto che in ogni Stato, alcune regioni si sono sviluppate più delle altre; quelle meno sviluppate hanno avuto il compito di fornire manodopera economica alle regioni più evolute.

L’esempio tipico è proprio l’Italia, dove il Sud, dopo l’annessione al Piemonte e la susseguente decennale guerra civile, oltre che essere depredato delle proprie ricchezze è stato volutamente tenuto arretrato, appunto per fornire manodopera economica alle fabbriche del nord e fornire alla “patria” gli uomini per l’ordine pubblico interno e la difesa nazionale.

L’accordo tacito di questa situazione prevedeva che lo stato trasferisse risorse economiche al sud, mediante la spesa pubblica. Si è sempre trattato di briciole derivanti dagli enormi guadagni prodotti al nord. Ora che la caduta del saggio di guadagno e la crisi economica produce appunto meno guadagni, stanno emergendo in Italia e negli altri stati gli egoismi delle regioni più ricche che non vogliono più trasferire alle regioni meno sviluppate neppure le briciole e pertanto chiedono la separazione. Inoltre, con la globalizzazione le grandi imprese delle regioni sviluppate europee da un lato possono contare su una manodopera ancora più economica proveniente dai paesi più poveri del mondo e dall’altro possono anche decidere di trasferire la loro propduzione direttamente nei paesi che offrono manodopera più economica e tassi di guadagni più alti. Insomma non avendo più necessità delle regioni meno sviluppate all’interno dei propri stati cercano di scaricarle. 

Se a questo aggiungiamo risentimenti storici come nel caso della Scozia, nel Regno Unito, che vuole l’indipendenza non certo perchè ricca si comprende che praticamente tutti gli stati europei sono a rischio disgregazione, inclusa Francia e Germania. La morte del dollaro e dell’occidente è inevitabile.

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1 comentario :

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