lunes, 10 de septiembre de 2007

Riflessioni sulla crisi energetica ed il sistema capitalistico

Attilio Folliero, Caracas 10/09/2007

Lo scritto che qui si riproduce riguarda l'intervento dello scrivente in un dibattito intercorso fra vari lettori nel sito "Notizie da Caracas", diretto dal giornalista italiano Piero Armenti e pubblicato in data 10 settembre 2007 (1). La precisazione iniziale è dovuta al fatto che un lettore aveva accusato lo scrivente di essere pessimista o fatalista. 

Caro Piero, permettimi di aggiungere delle precisazioni. Premesso che non sono né pessimista, né fatalista, anzi essendo figlio di una cultura illuminista e progressista mi ritengo ottimista. Ed aggiungo che pur amando fortemente la cultura greca, di cui è infarcita la mia formazione, non credo alla passata età dell’oro, o al regno di Saturno come al migliore dei mondi. Io penso che l’attuale epoca sia la migliore mai esistita per l'uomo, o comunque una parte degli esseri umani, quella parte minoritaria più ricca e non certo la parte maggioritaria che vivacchia o sopravvive con meno di un dollaro al giorno.

Qualsiasi persona della classe media (italiana, o dell’occidente, o del mondo in generale) ha una vita migliore, almeno in termini di comodità e sicurezza (e non in termini di prestigio) rispetto, ad esempio, ad un imperatore come Costantino, un Cesare, o un qualsiasi altro importante personaggio del passato. Certo il prestigio ha un valore immenso, però se analizziamo la qualità e la comodità della vita di uno di questi personaggi, i più “fortunati”, i più importanti del passato, penso sia imparagonabile con la qualità di vita di una qualsiasi persona vivente oggi sulla terra ed appartenente ad una classe media, ma anche media-popolare. Quanti stenti vivevano i “ricchi" imperatori del passato? Quanti di loro sono morti a causa di una semplice infezione, magari un raffreddore, oggi curabile senza passare neppure per un medico? Parlo di imperatori per riferirmi a coloro che stavano sicuramente meglio.

Fino al secolo XIX non c’era cibo sufficiente per sfamare tutti gli esseri umani; è un dato di fatto. È stato il sistema capitalistico a creare le condizioni per produrre sufficiente “cibo” per tutti, incrementando i mezzi di produzione. Qualsiasi età dell’oro passata non è neppure lontanamente paragonabile all’attuale. Anche i ricchi, gli uomini più famosi di questa supposta età dell’oro, che avevano praticamente tutto -come accennato sopra- stavano molto peggio di uno qualsiasi di noi.

Questo attuale è il migliore dei mondi che sia mai esistito. Pensiamo ai trasporti, ad esempio. Ancora 60 anni fa, per esempio andare da Lucera (la mia città) al Santuario dell’immacolato a soli 25 chilometri significava affrontare un lungo viaggio, che col “carrettone” trainato dai cavalli durava una intera giornata.

Nel cimitero di Lucera, in una vecchia tomba di principio del secolo scorso, è seppellito un uomo sulla cui lapide c’è scritto (più o meno): “Qui giace il signor (non ricordo il nome e non ho modo di accertarlo, essendo a migliaia di chilometri di distanza) che partito dalla lontana San Severo, venne in visita al castello (di Lucera) il giorno di Pasquetta (non ricordo l’anno) ed ebbe la sfortuna di inciampare rovinosamente e trovare la morte”. Sulla lapide c’è letteralmente scritto “lontana” San Severo, che oggi (come ieri) dista 19 km da Lucera, però oggi nessuno la considera una città lontana, essendo a soli 10 minuti di auto. Rendo l’idea?

Il mondo di oggi è notevolmente migliore rispetto a quello di mezzo secolo fa; improponibile un paragone con passate età dell’oro. Mi riferisco solo ed esclusivamente ad aspetti materiali, ovviamente.

E non solo. Mi sento di aggiungere che il futuro immediato sarà molto migliore di quello attuale, in termini di qualità di vita, di comodità e di sicurezza sociale, facendo sempre la dovuta precisazione che nell'attuale sistema capitalista ciò sarà riservato sempre ad una parte minoritaria dell'umanità.

In una mia novella (inedita), intitolata “il mio centesimo compleanno” scritta una dozzina di anni fa, descrivevo “ottimisticamente” la giornata del mio centesimo compleanno (2065). Ovviamente era una scusa per parlare proprio del progresso cui andrà incontro l’uomo; parlavo soprattutto dei progressi in campo medico, dei trasporti e delle telecomunicazioni. Altro che fatalista o pessimista, di cui mi si accusa! Non sono dunque pessimista e meno che meno fatalista.

Analizzare la realtà, però è ben altra cosa. La nostra società si basa sull’energia e l’energia proviene soprattutto dal petrolio. Ciò è un dato di fatto incontrovertibile. Le fonti energetiche alternative, qualunque esse siano, dal nucleare, all’idrogeno, alla solare, all’eolica e qualsiasi altra, allo stato attuale non rappresentano una alternativa al petrolio (sono alternative solo nel nome). Anche ciò è una dato assodato.  L’unica vera fonte energetica alternativa al petrolio è il carbone, ossia un prodotto che era stato in parte abbandonato e che verrà riscoperto (probabilmente).

Il mondo globalmente continua a richiedere sempre più energia, ossia sempre più petrolio. I paesi arretrati (o ex arretrati, o nel futuro immediato ex arretrati) adottando modelli di sviluppo capitalistico stanno facendo crescere enormemente la domanda di petrolio.

Perché mai non avrebbero dovuto imitare i fratelli maggiori? Gli USA, il paese dove è iniziata la corsa all’utilizzo sfrenato di petrolio (consiglio di vedere il film “Il Gigante”), fra poco (e per essere esatti al massimo tra un lustro o due) avrà esaurite le proprie riserve di petrolio; letteralmente il popolo statunitense ha consumato tutto il petrolio esistente nel proprio sottosuolo nel giro di circa un secolo.

USA: Produzione giornaliera di petrolio (1900-2005). Fonte dani2989.com

Fortunatamente nel mondo ci sono ancora grandi zone ricche di petrolio; ma il petrolio prima o poi finirà. Il problema però non riguarda la fine del petrolio, evento lontano almeno un secolo o quasi, quindi l'umanità ha tutto il tempo per riuscire a provvedere a sostituirlo. Il problema, con l'attuale sistema economico capitalistico inizierà il giorno in cui si sarà raggiunto il picco della produzione mondiale. Sul tema del picco si invita a leggere gli articoli del Dr Thomas Chaize (2)

Purtroppo non siamo di fronte ai classici tempi della storia, che alla fine non riguardano le generazioni presenti o quelle immediatamente successive, ossia i nostri diretti discendenti, i nostri figli. Il problema inizierà con la nostra generazione. Stiamo parlando di eventi che si verificheranno da qui a pochi lustri. Non parlo di catastrofi. Assolutamente! Sto semplicemente parlando del momento in cui la produzione di petrolio avrà raggiunto il picco, dopodiché inizia a scendere sia pure lentamente. Più o meno una riproduzione del grafico di sopra, che riguarda gli USA, solamente spostato in avanti di qualche lustro.

Qui entriamo in materia di economica. Il nostro sistema economico si basa su una legge fondamentale: quella della domanda e dell’offerta; se la domanda supera l’offerta (per semplificare le cose, senza addentrarci in discussioni che pure meriterebbero un maggiore approfondimento) diciamo che il prezzo di un prodotto aumenta. È un dato di fatto.

Da un punto di vista quantitativo si sa perfettamente (o quasi) quanto petrolio rimane sul pianeta Terra; alcuni studiosi hanno parlato, pessimisticamente del raggiungimento del picco della produzione di petrolio, proprio per il secondo semestre del 2007. Io ottimisticamente dicevo e continuo a dire che ci sono ancora grandi zone del pianeta terra dove potrebbe esserci del petrolio; facevo l’esempio dell’Africa. Nella parte settentrionale della Libia c’è petrolio; la Nigeria è ricca di petrolio. Fra la Libia e la Nigeria ipotizzavo ottimisticamente la presenza di petrolio. Queste possibili ulteriori scoperte di giacimenti petroliferi, farebbero differire nel tempo il picco della produzione. Da un punto di vista economico è qua il nocciolo della questione. Fino a quando l'offerta di petrolio sarà superiore o pari alla domanda, non ci saranno problemi. Artificialmente a volte si producono inversioni: una guerra, uno sciopero prolungato in un paese petrolifero, ecc ... fa succedere che momentaneamente la domanda supera l’offerta e quindi aumenta il prezzo, per poi ridiscendere quando la situazione produttiva si normalizza.

Nel momento in cui però, la produzione di petrolio (l’offerta) raggiunge il picco massimo, il prezzo inizierà a crescere a dismisura, se non ci saranno delle reali energie alternative.

Il problema sorgerà dunque non quando finirà il petrolio, ma quando si sarà raggiunto il picco. Questa era la mia tesi, che ho ripreso da altri (sia ben inteso). Non si tratta dunque di essere fatalisti o pessimisti. È una legge economica e matematica. Io ottimisticamente penso che c’è ancora qualche anno prima di arrivare a ciò; magari il picco non si raggiunge nel 2007 e forse neppure nel 2015, e se vogliamo essere proprio ottimisti possiamo spostare il termine ad oltre il 2020 od anche al 2030. Però, se per quella data non ci sarà una reale alternativa al petrolio, saranno guai seri per l’umanità.

Quando qualcuno vari decenni fa allertava “Socialismo o barbarie” (3) ed era chiaro il messaggio: la nostra società consumistica sta “consumando” le risorse; se non ci saranno risorse alternative (e non mi riferisco solo alle risorse energetiche, ma anche a quelle ambientali, agli alberi, all’ossigeno, all'acqua, al cibo, ecc..) o un modello alternativo al consumismo sfrenato andremo incontro all’esaurimento delle risorse e quindi ad una regresso, alla barbarie, alle lotte intestine per conquistare quel poco di risorse che resteranno. Alcuni piccoli esempi di consumismo, che magari possono apparire banali: invece di un bicchiere di vetro che ipoteticamente posso utilizzare per anni, utilizzo uno di plastica che serve per bere una volta e poi buttarlo; un paio di scarpe che viene buttato non perché è consumato, ma perché non è più alla moda; e cosi un modello di cellulare, un'auto, ecc... consumare per permettere a delle imprese di produrre e guadagnare; così facendo stiamo letteralmente buttando le risorse.

Invito semplicemente a riflettere su cosa accadrebbe alla nostra società se scarseggiassero le fonti energetiche. Senza voler invogliare al “catastrofismo” (è veramente lungi da me questa idea), mi farebbe piacere che si riflettesse su qualcosa su cui non ci soffermiamo spesso, perché diamo sempre tutto per scontato; magari diamo per scontato che esaurito il petrolio c’è pronta una altra fonte. Invece, e non si dice, ma si nasconde il più possibile, allo stato attuale non esiste fonte energetica alternativa al petrolio, almeno nelle quantità necessarie.

In via di principio penso che l’uomo ha tutte le capacità e l’intelligenza per proseguire avanti e trovare soluzioni a questo od altri problemi. L’uomo ha la capacità, però per arrivare alla soluzione dei problemi è necessario investire (capitale umano e soldi). Le cose non arrivano dall’alto. Le risorse destinate alla ricerca sono cosi scarse che almeno al momento non lasciano intravedere una soluzione positiva. Rimango fiducioso che quando il problema si farà sentire veramente, nella fattispecie quando si raggiungerà il picco della produzione di petrolio ed il prezzo incomincerà a salire stratosfericamente, allora si incomincerà ad investire per trovare soluzioni alternative. Però a quel punto potrebbe essere tardi. 

Uno studioso (e mi riferisco ad uno studioso di qualsiasi campo) che cerca di affrontare la realtà deve considerare tutti gli scenari: escludere quello più pessimistico significa che non sta facendo una buona indagine.

Se vado in auto da Milano a Reggio Calabria, magari per le vacanze, so che prendendo l’autostrada dopo un tot numero di ore arrivo a destinazione. Però, una persona sensata sa che è meglio partire dopo una revisione all’auto. Non si sa mai, potrebbe succedere qualsiasi imprevisto. Se prima di un viaggio del genere ed importante (le vacanze sono una volta all’anno!) faccio fare una revisione non significa che sono un pessimista (prevedo che mi possa succedere qualcosa di negativo), ma semplicemente una persona scrupolosa e diligente. È chiaro che se non faccio mai la revisione dell’auto e la utilizzo continuamente, prima o poi la macchina si fermerà. È scontato. Nelle analisi delle società umane, bisogna adottare gli stessi accorgimenti.

Spesso noi utilizziamo le ideologie, ci lasciamo influenzare dalle ideologie senza soffermarci veramente a riflettere ed analizzare. Ho iniziato questa “riflessione” "esaltando" l’attuale sistema economico, il capitalismo, che è stato capace di portare l’umanità verso il migliore dei mondi possibili (almeno per una parte della popolazione), grazie all'incremento dei mezzi di produzione. Però è anche necessario guardare alla realtà, a quello che sta succedendo. 

Incrementati i mezzi di produzione e le risorse c’era da supporre che l’umanità, nella sua globalità, sarebbe stata meglio rispetto a prima ed invece è enormemente aumentata la disuguaglianza e la differenza fra ricchi e poveri. Potrei dimostrarlo con cifre e dati degli ultimi duemila anni di storia economica (di studiosi dello spessore di Angus Maddison, per citare solo uno) ma evito da farlo, per non appesantire il discorso.

La realtà è sotto gli occhi di tutti; ora se qualcuno vuole continuare a negarla, perché offuscato dalle ideologie è liberissimo di farlo. Per me (e non parlo sulla base di convinzioni ideologiche) quanto matematiche, il sistema attuale non va e condurrà sicuramente a delle catastrofi, se non si sostituisce.

È di questi giorni la notizia che tutti gli accorgimenti tecnologici utilizzati, in Europa nella fabbricazione delle auto per ridurre le emissioni di anidride carbonica non sono serviti a niente e, senza farmi passare per pessimista, avevo previsto che non potevano dare dei risultati. Il problema non si affronta con provvedimenti tampone e parziali: le auto potranno essere Euro 2, Euro 3, Euro 4, Euro 5, ... Euro 50, ma se continuiamo a immettere sul pianeta milioni di auto, un’auto a persona (ed in alcuni paesi due a persona), il carburante fossile per quanto migliorato e ripulito sarà sempre inquinante, a meno che non decidiamo di investire in qualche vera tecnologia alternativa.

Allora se io non faccio mai la revisione alla mia auto, prima o poi si fermerà ed è quello che succederà all’umanità. Personalmente vedo una soluzione al problema: il passaggio dal sistema economico basato sulla produzione di beni per il mercato ad un sistema economico basato sulla produzione di beni per il soddisfacimento dei bisogni dell’uomo. Le parole sono quasi le stesse, ma la differenza è abissale. Sicuramente avremo modo di approfondire il tema (anche su queste pagine). In ogni caso, se qualcuno pensa di avere altre possibili soluzioni è invitato a tirarle fuori. Non si può condannare e scartare a priori nessuna idea, perché stiamo parlando del futuro dell’umanità. Ciò che sicuramente va combattuta è l’indifferenza.

PS: Mai detto che il socialismo del "GOBIERNO BOLIVARIANO" va giustificato dal fatto che il mondo sta per esaurire le scorte energetiche... Il signore che mi attribuisce cose che non ho mai pensato o detto aggiunge: “Ne ho lette di scuse sull'operato dei governi filo dittatoriali ma questa mi mancava” ...  che chiaramente lascia intendere che il governo bolivariano sia un governo dittatoriale. Lascio a Piero Armenti l’incombenza di rispondere. Il governo di Chávez è un governo dittatoriale? Personalmente ritengo che il governo di Hugo Chávez sia un governo democratico. Per me il problema non è se Chávez sia un dittatore o un democratico, ma se sia un socialista o no (4)

Note

(1) Questo intervento venne pubblicato all'Url http://www.notiziedacaracas.it/10_settembre_2008.htm; tale sito venne chiuso nel 2008.

(2) Thomas Chaize, The peak oil, url: http://www.dani2989.com/matiere1/hubbertpeakoilgb.htm

(3) L'espressione "Socialismo o barbarie" fu utilizzata per la prima volta da Rosa Luxemburg nel 1916, ispirandosi ad un testo di Friedrich Engels.

(4) Piero Armenti diede questa risposta: Caro Attilio, ti rispondo subito: il Venezuela è una democrazia plebiscitaria con forte leaderismo, e accentuato potere del presidente. Raccolgo con piacere il tuo sfogo: la nostra economia produce sicuramente tanti beni inessenziali, ma alle masse dei paesi in via di sviluppo, che aspirano a più alti livelli di consumo, è difficile tagliar le gambe. Credo che la crisi energetica non avverrà nel giro di pochi mesi, sarà un processo lungo,  forse ci siamo già dentro visto i prezzi del petrolio. I processi lunghi li possiamo controllare,  spero lo faremo. Pensare che domani un politico vinca dicendo: "Vogliamo diminuire il nostro Pil e condurre una vita spartana" lo vedo difficile.
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