sábado, 12 de febrero de 2011

Verso il tramonto del dollaro: anche Dominique Strauss-Kahn, segretario del FMI, chiede l’abbandono del dollaro

Attilio Folliero, Caracas, 12/02/2011

L'articolo in questione venne scritto il 12 febbraio del 2011. Quando nel maggio del 2011 scoppia il caso di Domenique Strauss-Khan, l'articolo viene riscoperto, pubblicato e tradotto in varie lingue, per esempio in russo.

Dalla fine della seconda guerra mondiale il dollaro, la moneta degli Stati Uniti, è l’unica moneta di riferimento per gli scambi internazionali. Gli USA sono riusciti ad affermare il loro potere economico a livello mondiale anche grazie al fatto che la loro moneta è l’unica utilizzata per gli scambi commerciali mondiali; in particolare, è utilizzata per la compravendita del petrolio Tutti i paesi del mondo per poter effettuare scambi commerciali debbono comprare dollari, ovvero accumulare riserve internazionali in dollari.

Gli Stati Uniti, oggi, sono un paese in profonda crisi economica con un debito pubblico enorme equivalente praticamente al 100% del PIL. Il debito pubblico USA continua ad aumentare incessantemente, perché di fatto spendono più di quanto incassano. Como coprono questo deficit? Circa un terzo è finanziato dalle banche centrali di Cina, Giappone, Regno Unito e di tutti gli altri paesi del mondo. Il restante 70% è finanziato dalla Federal Reserve, sotto forma di acquisto dei titoli del debito pubblico del Tesoro USA. In sostanza la Federal Reserve sta stampando dollari ed il mercato mondiale è sempre più inondato di dollari, cosa che mina il suo valore. Per la legge economica della domanda e dell’offerta, quando l’offerta di un bene è superiore alla domanda il valore di quel bene tende a cadere. Ciò vale anche per il valore di una moneta. Malgrado ciò il valore del dollaro non è crollato; non si tratta di una eccezione alla legge economica suddetta e ciò è dovuto semplicemente al fatto che il dollaro continua ad essere praticamente l’unica moneta utilizzata per gli scambi commerciali a livello mondiale.

Inoltre, tutti i paesi del mondo hanno ingenti quantità di dollari nelle loro riserve, in particolare la Cina che conta con oltre 2.500 miliardi, per cui tutti stanno cercando di frenare la caduta del dollaro, perché il giorno che ciò accadesse le loro riserve varrebbero carta straccia. Da anni, la Cina ed altri paesi che hanno grandi riserve, stanno chiedendo agli USA di cambiare politica, al fine di preservare il valore del dollaro e quindi delle loro riserve internazionali.

Molti, da anni avvertono che prima o poi il dollaro crollerà. Spesso, anche noi abbiamo trattato il tema, avvertendo che il tracollo del dollaro sembra inevitabile ed ormai è solo questione di tempo (Vedasi: articoli come “Il destino del dollaro” e “Nuove monete” e alcune interviste sul tema).

Oggi c’è una grandissima novità su questo tema. Il segretario generale del Fondo Monetario Internazionale (FMI), Dominique Strauss-Kahn, in un recente incontro a Washington ha apertamente parlato della necessità di abbandonare il dollaro ed auspica la sua sostituzione con un paniere di monete da utilizzare negli scambi internazionali. L’unica via, secondo Dominique Strauss-Kahn, per calmare la crisi che viviamo è abbandonare il dollaro. Orbene questa notizia passata sostanzialmente inavvertita dai grandi media, con l’eccezione del Guardian di Londra è di una importanza eccezionale. Il FMI, organismo voluto dagli USA e da sempre a totale disposizione del capitale statunitense, oggi sembra cambiare rotta, sembra voltare le spalle al padrone!

Abbandonare il dollaro, come moneta di riferimento mondiale, significa l’inevitabile tracollo degli USA. Le riserve internazionali degli Stati ammontano a migliaia di miliardi di dollari; solamente le Banche Centrali dei principali venti paesi del mondo hanno riserve per circa 10.000 miliardi, la stragrande maggioranza ovviamente in dollari. Che succede se il dollaro smette di essere la moneta di riferimento? Ossia, perché diciamo che il giorno in cui il dollaro smette di essere la moneta di riferimento è la fine per gli USA? Nel momento in cui il dollaro cesserà di essere la moneta di riserva mondiale, tutti gli stati saranno costretti a vendere i loro dollari ed acquistare la nuova moneta, che potrebbe essere anche più di una, ovvero un paniere di monete. L’immissione sul mercato di migliaia di miliardi di dollari farebbe crollare immediatamente il suo valore. Noi pensiamo che questo succederà sicuramente; è solo questione di tempo!

Quando questo succederà il riflesso sull’economia USA sarà inevitabile e disastroso. La svalutazione del dollaro sarà cosi grande che trascinerà l’economia USA in uno stato di iperinflazione.

Nella storia i casi di iperinflazione sono tanti, dall’antica Grecia, passando per l’impero Romano, alla rivoluzione francese. Nell’ultimo secolo i casi di iperinflazione sono tantissimi, partendo dalla Germania, della Repubblica di Weimar del primo dopoguerra, dove esattamente nel novembre del 1923 un dollaro arrivò a valere 4.200 miliardi di marchi. Nell’Ungheria del 1946 si arrivò ad emettere una banconota con 20 zeri (lo Százmillió B-pengo che valeva 100 000 000 000 000 000 000 di Pengo). Negli ultimi trent’anni numerosi paesi dell’America latina hanno vissuto casi di iperinflazione, dalla Bolivia, al Brasile, all’Argentina.

E’ necessario ricordare anche i casi dell’iperinflazione della Russia nel 1991, della Jugoslavia tra il 1992 ed il 1994. L’ultimo paese colpito da iperinflazione è stato lo Zimbabwe, che nel 2008 ha dovuto emettere una banconota da 100.000 miliardi di dollari dello Zimbabwe.

Banconota dello Zimbabwe da 100.000.000.000.000 miliardi di dollari dello Zimbabwe

Un caso di iperinflazione si è verificato anche negli Stati Uniti, nel 1790, dopo la rivoluzione americana, quando la moneta locale, il dollaro continentale, venne stampato senza alcun controllo.

Negli ultimi anni, molte voci si sono alzate contro il dollaro, ma tutti hanno fatto una brutta fine; con una scusa o un’altra sono stati liquidati. Basta pensare a Saddam Hussein, che propose all’OPEC di abbandonare l’utilizzo del dollaro per la compravendita del petrolio. Saddam Hussein va oltre: non solo inizia ad accettare altre monete per la compravendita del suo petrolio, ma trasferisce in euro tutte le sue riserve. Tutti sappiamo la fine che ha fatto Saddam Hussein ed il suo paese, l’Iraq, che si è ritrovato occupato dalle truppe statunitensi. Scusa ufficiale per l’invasione: il possesso di armi di distruzione di massa da parte di Saddam Hussein, armi che non furono mai trovate.

Per molti la causa dell’invasione era da ricercare nella necessità degli USA di appropriarsi del petrolio iracheno. Noi abbiamo sempre pensato che il motivo fosse un altro, come abbiamo scritto: Saddam Hussein aveva deciso di abbandonare il dollaro per la compravendita del petrolio iracheno e stava trascinando nel suo progetto altri paesi OPEC. Ciò avrebbe determinato il tracollo del dollaro e quindi degli USA (Vedasi nostro articolo: “Il dollaro, l’euro, il petrolio e l’invasione nordamericana”).

In Venezuela, il presidente Chávez abbracciò l’idea di Saddam Hussein di sostituire il dollaro e per poco non si ritrovò vittima di due colpi di stato. Riuscì a rimanere al potere, ma dovette fare marciare indietro sul suo progetto di abbandonare il dollaro e di fatto la sua più importante creatura a livello internazionale, il Banco del Sud, sta nascendo ma avendo come moneta di riferimento il dollaro.

La notizia di oggi è l’esternazione del segretario generale del FMI, Dominique Strauss-Kahn, il quale in un incontro a Washington ha detto quello che molti pensano, ma non osano pronunciare: è necesario abbandonare il dollaro!

La notizia,  con l’eccezione del Guardian di Londra, ovviamente non trova spazio nei media ufficiali, controllati dal capitale USA. E’ alquanto strano che il segretario del FMI arrivi a pronunciare tali parole. Come mai? Che cosa c’è dietro? Tre sono le ipotesi plausibili: la prima è che dietro tale affermazione ci siano gli stessi Stati Uniti e quindi prenderebbe peso l’ipotesi che gli USA abbiano intenzione di sostituire il dollaro con una nuova moneta, l’Amero, di cui tanto si è parlato in Internet (vedasi nostro articolo: “Il destino del dollaro”); la seconda ipotesi è che l’FMI diretta dal francese Dominique Strauss-Kahn è ormai sfuggita al controllo degli USA e si stia schierando con i nuovi capitalismi in ascesa; la terza ipotesi è che ci troviamo di fronte ad una persona che esprime una libera opinione sulla realtà esistente. Tra l’altro, Strauss-Kahn in questo incontro ha aggiunto che è necessario agire con urgenza perché i conflitti all’interno del sistema finanziario mondiale potrebbero portare al caos nel mondo.

In ogni caso se la ragione di queste sue affermazioni fosse da ricercare in una delle ultime due ipotesi, è facile aspettarsi una reazione da parte degli USA, potenza in decadenza che non accetterà facilmente di farsi da parte. Gli Usa, in questo momento sono come le bestie ferite che lottano disperatamente fino alla fine. Dominique Strauss-Kahn, uno degli uomini più potenti del mondo, con questa sua esternazione potrebbe essersi giocato il suo futuro.

Attilio Folliero, Caracas, 12/02/2011
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1 comentario :

  1. Rileggo nel 2016 questo articolo e lo trovo profetico. Nel 2011, poco dopo questo articolo, Strauss Kahn fu proprio fatto fuori con la classica accusa riservata a chi ha pestato piedi importanti: sfruttamento prostituzione. Che nel 2015 ne sia uscito assolto va bene, adesso non conta più nulla, può tornare alle sue orgette.

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