Attilio Folliero, Caracas, 21/10/2007 - Attualizzato 29/10/2007
Vedasi articolo in spagnolo: El satélite venezolano "Simón Bolívar"
Vedasi articolo in spagnolo: El satélite venezolano "Simón Bolívar"
Hugo Chávez, presidente del Venezuela, dopo la nazionalizzazione della CANTV, l'impresa telefonica venezuelana che sta portando Internet a tutti i venezuelani, punta adesso allo sviluppo di Internet in tutta l'America Latina.
Durante l'ultima visita a Cuba ha firmato col governo cubano un accordo per la creazione di una società mista cui finalità è la diffusione di Internet nell'isola caraibica.
Il lancio del primo satellite venezuelano, ad agosto 2008, servirà appunto a sviluppare le telecomunicazioni ed alleviare la dipendenza dalle multinazionali, sia del Venezuela, che degli altri paesi dell’America Latina.
Mentre la stampa italiana (come il Corriere della Sera) fortemente impegnata a criticare la politica del regime di Cuba che reprime la libertà ed Internet, tirando fuori la storia dei blog clandestini della Generazione Y, dimentica che in Italia l'alta velocità è un privilegio riservato solo ai cittadini delle grandi città, in quanto per la multinazionale Telecom non è economicamente conveniente portarla l'ADSL non solo ai piccoli centri, ma anche a medie città di 30.000 abitanti.
Tra gli annunci fatti da Hugo Chávez, durante l'ultima visita a Cuba vi è uno che è stato del tutto "oscurato" dai grandi media: Chávez ha annunciato di aver firmato un decreto presidenziale per la creazione di una impresa mista cubano-venezuelana, che avrà l'obiettivo di installare un sistema di telecomunicazioni fra i due stati. Inoltre, ha annunciato che il lancio del satellite venezuelano "Simon Bolivar", previsto ad agosto 2008, servirà a sviluppare le telecomunicazioni ed alleviare, in qualche modo, la dipendenza dalle multinazionali, non solo del Venezuela, ma anche degli altri paesi dell'America Latina. In sostanza, questa nuova impresa mista ed il lancio del satellite venezuelano serviranno a sviluppare le telecomunicazioni ed Internet soprattutto a Cuba, dove a causa del blocco economico statunitense questo servizio è costosissimo ed è poco sviluppato.
Hugo Chávez è tenacemente impegnato nella diffusione di Internet; sa bene che Internet, base della conoscenza e della formazione delle coscienze, è un'arma potente nelle mani del proletariato, per cui è deciso a svilupparne la diffusione. La nazionalizzazione della CANTV, l'impresa venezuelana delle telecomunicazioni ha vari obiettivi, uno dei quali è proprio quello di portare Internet e l'ADSL, l'alta velocità, in ogni angolo del paese.
Tutti sappiamo che una impresa privata sviluppa e porta un servizio solo nelle zone ove è conveniente economicamente; ossia una impresa privata essendo fondata unicamente sul profitto non porta, ad esempio Internet e l'alta velocità ad un paesino di pochi abitanti, magari sperduto tra le montagne delle Ande, o la foresta dell'Amazzonia o nell'immensa pianura venezuelana perché per essa tale servizio rappresenterebbe più spese che introiti.
E' una regola che ovviamente non vale solo per il Venezuela, ma per tutto il mondo, compresi i paesi sviluppati. A tale regola non sfugge, ovviamente, nemmeno l'Italia, paese tecnologicamente avanzato, dove l'alta velocità esiste da anni. La Telecom Italia, una multinazionale presente in oltre 40 paesi del mondo, compreso il Venezuela dove opera come Digitel Tim, non sfugge alla regola del servizio fornito solo se remunerativo. Ampie zone d'Italia non hanno l'alta velocità. La prova? Basta entrare alla pagina di Alice ed inserendo, nell'apposito spazio, un qualsiasi numero di telefono si può verificare se nella zona del numero inserito è disponibile il servizio ADSL.
L'ADSL, l'alta velocità, in Italia non è attivata ovunque. L'esclusione, però non riguarda solamente i piccoli centri abitati, cosa di per sé criticabile, in quanto discrimina i cittadini in base alla zona di residenza, ma anche città si media grandezza.
Basta inserire il numero di telefono di una media città italiana, qual è ad esempio Lucera, in provincia di Foggia, oltre 30.000 abitanti (tra i 500 Comuni più grandi d'Italia su 8.101) per rendersi conto che l'alta velocità è arrivata solamente nelle grandi città. Inserendo un numero telefonico di Lucera otteniamo la seguente risposta: "Siamo spiacenti, ma il numero telefonico inserito non è in una zona in cui il servizio ADSL è disponibile". E non è finita! Viene aggiunta la seguente informazione: "Se vuoi collegarti ad Internet h 24 in modalità dial-up, richiedi Teleconomy Internet. Con la linea telefonica di base (RTG) navighi fino a 56kb/s pagando solo 12 Euro al mese (IVA inclusa). Con la linea ISDN, utilizzando entrambi i canali, navighi fino a 128kb/s, pagando solo 24 al mese (IVA inclusa)".
Mentre in Italia ci sono zone, dove i cittadini navigano alla stratosferica velocità di 20 mega, a Lucera, che non è proprio un villaggio di quattro gatti, sperduto e dimenticato da Dio si naviga a 56kb! La causa? Semplice! Per la grande multinazionale Telecom Italia (cosi come qualsiasi altra multinazionale del mondo) non è economicamente conveniente servire con l'ADSL una media città italiana qual è Lucera.
Al Ministro italiano delle telecomunicazioni chiediamo se sia lecito che una multinazionale come la Telecom lasci una media città italiana, come Lucera, senza l'adsl? Tra l'altro nel precedente governo, quello di Berlusconi, che ha lasciato il potere solamente 500 giorni fa circa, c'era tra i ministri, un tale Stanca, vicepresidente mondiale della IBM, nativo proprio di Lucera e chiamato ad informatizzare la Pubblica Amministrazione italiana, quindi anche quella di Lucera.
Se non ci riesce il vicepresidente mondiale della IBM, in funzione di ministro, a far arrivare l'alta velocità a Lucera, chi mai debbono invocare i lucerini?
In Venezuela l'obiettivo della nuova CANTV, dopo aver ridotto le tariffe telefoniche dal 10 al 30% (ricordiamo che la nazionalizzazione è avvenuta di fatto il primo giugno di quest'anno) è di arrivare entro la fine di quest'anno a far collegare ad Internet un milione di computer (dai circa 100.000 di inizio anno).
Una impresa pubblica non ha per obiettivo il profitto, ma cerca di servire le utenze, cerca di portare il servizio (qualunque esso sia) a tutti i cittadini, indipendentemente dalla sua collocazione geografica o se vive in una zona economicamente non conveniente.
È possibile che il Venezuela, questo paese sottosviluppato, in cui l'ADSL è arrivata solo quest'anno, finisca per portare l'alta velocità a ogni cittadino prima dell'Italia. Anzi, c'e il rischio che la tanta criticata Cuba, per la sua "feroce dittatura" che reprime la libertà e la diffusione di Internet, possa arrivare a portare l'alta velocità a tutti i cittadini, prima dell'Italia. Tale "rischio" è serio proprio per l'accordo firmato da Chávez nella sua ultima visita a Cuba.
Che strano che nessun media occidentale ne abbia parlato! Ancora più strano che il Corriere della Sera abbia tirato fuori la storia dei ragazzi della Generazione Y il giorno dopo la visita di Chávez a Cuba.
I ragazzi della Generazione Y si fingono stranieri per entrare nei grandi hotel, riservati appunto solo agli stranieri ed unici ad avere un accesso alla rete, ovviamente costosissimo, a sei dollari l'ora. Oggi, a Cuba, degli undici milioni di abitanti (dice il Corriere ed è vero) solo 200.000 accedono ad internet. Però nulla dice circa le cause dell'alto costo di accesso e della scarsa diffusione della rete. Per il Corriere, ovviamente è colpa della dittatura che censura e reprime l'accesso a Internet. Nessun'altra causa?
Leggendo quell'articolo del Corriere, c'è qualcosa che non quadra! Parla di questi ragazzi che clandestinamente navigano in Internet e scrivono i loro blog al fine di comunicare al mondo la situazione di Cuba; sfidano la feroce repressione e corrono il rischio concreto di finire in galera, se scoperti.
I blog della Generazione y che ha segnalato il Corriere, per esempio http://www.desdecuba.com/generaciony/ non sono anonimi! C'e il nome e cognome della titolare del blog, la sua età, il suo titolo di studio, la città di residenza, il link al giornale dove lavora "Consenso" e perfino la sua foto! Che razza di regime c'è a Cuba? Il regime di Pulcinella? Sta dittatura c'è o non c'è? Vorrei capirci qualcosa per cui chiedo ad Alexandra Farkas, l'autrice dell'articolo, che scrive da New York e che immagino sia stata a Cuba centinaia di volte e la conosce meglio delle sue tasche (forse solo Angela Nocioni conosce Cuba meglio di lei) di farmi capire. Sti ragazzi sfuggono alla feroce censura, fanno tutti sti giri, travestimenti per entrare in Hotel per stranieri, lavorano due settimane per pagarsi una ora di Internet per andare a farsi un blog su un Server all'estero e poi nel blog lasciano nome, cognome, indirizzo, lavoro e foto come se niente fosse. Ma come? Sto regime cosi feroce che è stato capace di vendere a Hugo Chávez lampadine superspaziali con all'interno una telecamera che spiava tutte le case dei venezuelani ed ora sti ragazzi della Generazione Y firmano tranquillamente i loro blog antiregime, lasciano le loro foto e non hanno paura della feroce repressione, della galera?
Per chi non lo sapesse il governo venezuelano ha adottato una politica, unica al mondo, per il risparmio energetico: sostituire gratuitamente le normali lampadine di tutte le famiglie venezuelane con le costose lampade a risparmio energetico; queste lampade sono il frutto di una collaborazione con Cuba e l'opposizione venezuelana non avendo argomenti per attaccare questa politica, apprezzata da tutti, anche dai detrattori di Chávez, inventò che il vero motivo della sostituzione queste lampadine era da ricercare nel fatto che servivano per spiare le famiglie venezuelane! All'interno c'era una sofisticatissima telecamera che inviava direttamente i dati a Fidel Castro, il quale, lo scorso anno pur moribondo, nella sua camera di ospedale riceveva direttamente sul suo computer (immagino) i dati di tutte le famiglie venezuelane e poteva così venire a sapere tutto di tutti i venezuelani!
E' grazie a questi argomenti che l'opposizione politica venezuelana, ormai vive solo nei ricordi della gente e nei sogni dei padroni di Globovision e compagnia: è letteralmente sparita!
Per la cronaca, uno dei blog segnalati dal Corriere è di una ragazza (foto a lato, tratta dallo stesso blog) di nome Yoani Sánchez, classe 1975, laureata in Filologia, residente a La Habana ed indica perfino il luogo di lavoro ...
C'è qualcosa che non quadra in questa dittatura cubana: "ferocissima e repressiva", che impedisce la diffusione di Internet ... ma gli oppositori aprono e scrivono blog contro il regime, lasciando ogni evidenza per essere rintracciati. Non solo! Sta feroce dittatura che fa di tutto per reprimere la libertà e Internet firma accordi con Chávez per ... portare finalmente Internet a tutto il popolo cubano.
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