Attilio Folliero e Cecilia Laya, Caracas, 20/10/2010 (*)
Articolo pubblicato da numerosi siti, tra i quali cito: Il caffe degli economisti invisibili; Nexus; Selvas.
Passato, presente e futuro del debito pubblico di un paese destinato al default
1) Il passato ed il presente del debito pubblico USA
Il debito pubblico degli Stati Uniti, al 30 settembre
scorso, giorno di chiusura dell’anno fiscale, ha raggiunto i 13.561,62 miliardi di
dollari. Al 19 di ottobre è già salito a 13.676,11 (1). Il debito USA ha
superato per la prima volta i 13.000 miliardi lo scorso primo giugno. Se
consideriamo il tempo necessario per accrescersi di mille miliardi di dollari (Tabella n. 1), ci rendiamo conto che il
debito USA ha subito una forte accelerazione negli ultimi anni.
Tabella n. 1
Resoconto della crescita del debito pubblico USA ogni 1.000 miliardi
(a partire dai 5.000 miliardi)
Debito USA
(Miliardi US$)
|
Raggiunto in data
|
Giorni Necessari
|
Media
Giornaliera (Miliardi US$)
|
5.000
|
23/02/1996
|
-
|
-
|
6.000
|
26/02/2002
|
2.195
|
0,46
|
7.000
|
15/01/2004
|
688
|
1,45
|
8.000
|
18/10/2005
|
642
|
1,56
|
9.000
|
31/08/2007
|
682
|
1,47
|
10.000
|
30/09/2008
|
396
|
2,53
|
11.000
|
16/03/2009
|
167
|
5,99
|
12.000
|
16/11/2009
|
245
|
4,08
|
13.000
|
01/06/2010
|
197
|
5,08
|
Come si evince dalla Tabella
n. 1, il debito USA è arrivato a
5.000 miliardi di dollari il 23/02/1996; per crescere di mille miliardi e
quindi arrivare a 6.000 sono stati necessari 2.195 giorni; infatti, ha toccato
i 6.000 miliardi il 26/02/2002. In questo periodo il debito è mediamente
cresciuto di circa mezzo miliardo di dollari al giorno.
Successivamente, per crescere di altri mille miliardi ed
arrivare a 7.000 sono stati necessari 688 giorni; per arrivare a 8.000 miliardi
sono stati necessari 642 giorni e per arrivare a 9.000 miliardi, altri 682
giorni. Quindi constatiamo la forte accelerata nella crescita del debito ed infatti
siamo nel periodo della presidenza di Bush, sotto il quale si sviluppa una
politica di invasioni militari che appunto si riflettono nella crescita del
debito. Fra il 2002 ed il 2007 il debito cresce mediamente di circa 1,5
miliardi di dollari al giorno. Nell’ultimo anno della presidenza di Bush la
crescita arriva a 2,5 miliardi al giorno. Il debito tocca i 10.000 miliardi di
dollari il 30 settembre del 2008 e per passare da 9.000 a 10.000 impiega 396
giorni.
Con l’avvento di Barack
Obama, la situazione letteralmente precipita e sembra diventare incontrollabile.
Il debito Usa passa da 10.000
a 11.000 miliardi in soli 167 giorni, ossia si accresce
di quasi 6 miliardi al giorno nel periodo degli ultimi 3 mesi di presidenza
Bush ed i primi 3 dell’era Obama.
Obama prosegue la politica intrapresa da Bush, dei forti
aiuti di stato alle imprese in crisi; ma rispetto a Bush, il presidente Obama
aumenta fortemente le spese militari. Per la cronaca, il bilancio di quest’anno
2010, relativo solamente al ministero della difesa prevede oltre 700 miliardi
di dollari.
In questo primo periodo di presidenza, Barack Obama ha
fortemente incrementato la presenza militare statunitense in America centro-meridionale,
con nuove basi in Colombia e nella triplice frontiera Brasile, Argentina e
Paraguay; nell’America centrale e caraibica, nelle Antille Olandesi, in Costa
Rica, Haiti, Panama, Honduras e prossimamente probabilmente anche a Trinidad;
sta estendendo le guerre iniziate dal suo predecessore in Asia ed incombe la
minaccia di un possibile attacco all’Iran ed al Pakistan; anche nelle acque
della Corea del Sud e del Giappone è fortemente aumentata la presenza militare
statunitense in questi ultimi mesi; Yemen, Sudan e Corno d’Africa sono altri
luoghi del mondo dove si sta intensificando la presenza statunitense.
Ovviamente tutto questo dispiegamento di forze ha avuto un notevole riflesso
nel bilancio del Ministero della Difesa e nell’incremento del debito pubblico.
Durante i 637 giorni di presidenza di Obama, dal 20
gennaio 2009 al 19 ottobre 2010, il debito pubblico USA dopo aver toccato gli
11.000 miliardi il 16 marzo del 2009, arriva a 12.000 miliardi il 16 novembre
del 2009, quindi a 13.000 miliardi il primo giugno e ad oggi, 19 ottobre è a
quota 13.676,11 miliardi di dollari.
Sotto la presidenza Obama, il debito pubblico
statunitense si accresce di 4,8 miliardi al giorno e complessivamente di 3.049,23
miliardi. Il suo predecessore Bush, nei suoi otto anni di presidenza, per
l’esattezza 2.922 giorni, ha fatto crescere il debito pubblico degli Stati
Uniti di 4.899,10,
somma che sembrava stratosferica.
Il premio
Nobel per la pace Barack Obama, in soli 637 giorni è stato capace di accumulare
un deficit pari al 62,24% di quello accumulato da Bush nei suoi otto anni!
Stimiamo che a Barack Obama, grazie alle sue folli spese nel settore militare
ed al trasferimento incontrollato di denaro pubblico alle imprese in crisi,
saranno necessari circa 1.000 giorni di presidenza (più o meno verso la fine di
ottobre o inizio novembre del 2011) per accumulare gli stessi debiti lasciati
in eredità da Bush al termine dei suoi otto anni di presidenza.
Obama vanta
anche un altro record, sempre in relazione al debito pubblico: durante la sua
breve gestione si sono avute le giornate con il maggior aumento del debito
pubblico USA (Tabella 2). Infatti,
se consideriamo i dieci giorni in cui il debito pubblico statunitense è
cresciuto di più, ai primi tre posti troviamo tre giorni della presidenza di
Obama; il 30/06/2009 è in assoluto il giorno in cui gli USA hanno accumulato il
maggior debito pubblico in una sola giornata, ben 186,87 miliardi di dollari.
Tabella n. 2
I dieci giorni con la più alta crescita del debito pubblico USA
(Variazione assoluta e percentuale)
Fonte: elaborazione Attilio
Folliero su dati US Treasury
N
|
Data
|
Debito
Pubblico USA
(Miliardi
US$)
|
Variazione
rispetto al giorno anteriore
(Miliardi
US$)
|
Variazione % giornaliera
|
Presidente
|
1
|
30/06/2009
|
11.545,28
|
186,87
|
1,65%
|
Barack Obama
|
2
|
31/12/2009
|
12.311,35
|
166,46
|
1,37%
|
Barack Obama
|
3
|
30/06/2010
|
13.203,47
|
165,93
|
1,27%
|
Barack Obama
|
4
|
31/12/2008
|
10.699,80
|
146,79
|
1,39%
|
George W. Bush
|
5
|
30/09/2009
|
11.909,83
|
133,72
|
1,14%
|
Barack Obama
|
6
|
20/10/2008
|
10.464,89
|
130,68
|
1,26%
|
George W. Bush
|
7
|
30/06/2008
|
9.492,01
|
128,20
|
1,37%
|
George W. Bush
|
8
|
31/12/2007
|
9.229,17
|
108,62
|
1,19%
|
George W. Bush
|
9
|
28/06/2002
|
6.126,47
|
107,72
|
1,79%
|
George W. Bush
|
10
|
30/11/2009
|
12.113,05
|
104,40
|
0,87%
|
Barack Obama
|
Nei suoi 637
giorni di presidenza Obama, 442 giorni erano lavorativi, quindi utili per
accumulare o ridurre debiti. Nel 40% dei casi, ossia in 176 giorni, si è avuta
una diminuzione del debito rispetto alla giornata precedente, mentre nel
restante 60% dei casi, cioè 266 giorni, il debito è cresciuto; in 162 giorni si
è avuto un nuovo massimo storico del debito pubblico statunitense.
2) Il futuro del debito pubblico statunitense a breve e medio termine
Il debito
degli Stati Uniti è destinato ad aumentare nei prossimi mesi. Innanzitutto la
Legge 111-139 dello scorso 12/02/2010 (2), in conformità con l’articolo 31 del Codice degli Stati
Uniti (3) ha
portato il limite del debito pubblico statunitense a 14.294 miliardi di
dollari, rispetto al precedente limite di 12.394 miliardi, ossia il Congresso
degli USA in sostanza ha autorizzato il governo ad accumulare per l’anno
corrente un deficit di bilancio di 1.900 miliardi.
Al di là del
deficit di bilancio previsto dalla legge, anche altre considerazioni fanno
pensare che il debito continuerà a crescere. E’ da sottolineare che anche
quest’anno (e ricordiamo che l’anno fiscale in USA chiude il 30 settembre) ed è
il terzo anno consecutivo che gli USA hanno un deficit di bilancio superiore al
10%. A titolo di confronto, evidenziamo che la Unione Europea prevede per i
propri stati membri un deficit annuale non superiore al 3%.
Mensilmente,
l’Ufficio del debito pubblico, ascritto al Dipartimento del Tesoro degli Stati
Uniti presenta un bilancio riguardante la situazione del debito pubblico.
L’ultimo bilancio mensile è relativo al mese di settembre (4).
Dall’analisi di detto bilancio, rileviamo:
Dall’analisi di detto bilancio, rileviamo:
- il debito pubblico USA alla fine di settembre è pari a 13.561,62 miliardi, contro i 13.449,65 miliardi di dollari di agosto;
- rispetto al totale, 8.498,32 sono negoziabili e 5.063,30 non sono negoziabili e nella maggior parte dei casi rimborsabili su richiesta;
- nei prossimi sei mesi (fra ottobre 2010 e marzo 2011) scadono debiti negoziabili per un ammontare di 1.980,38 miliardi.
Tabella n. 3
Dettagli delle scadenze del debito pubblico USA
(Anni 2010-2040)
Fonte: elaborazione Attilio Folliero su dati US Tresaury
(Anni 2010-2040)
Data
|
Debito Negoziabile
|
Debito Non Negoziabile
|
Totale
|
% su Totale
|
Ottobre 2010
|
534,94
|
-
|
534,94
|
3,94%
|
Novembre 2010
|
404,52
|
-
|
404,52
|
2,98%
|
Dicembre 2010
|
363,78
|
0,60
|
364,38
|
2,69%
|
Totale IV Trim 2010
|
1.303,23
|
0,60
|
1.303,83
|
9,61%
|
I Trim 2011
|
675,95
|
0,60
|
676,55
|
4,99%
|
II Trim 2011
|
300,14
|
-
|
300,14
|
2,21%
|
III Trim 2011
|
283,54
|
-
|
283,54
|
2,09%
|
IV Trim 2011
|
243,35
|
-
|
243,35
|
1,79%
|
Anno 2011
|
1.502,98
|
0,60
|
1.503,58
|
11,09%
|
Anno 2012
|
1.140,13
|
-
|
1.140,13
|
8,41%
|
Anno 2013
|
766,26
|
-
|
766,26
|
5,65%
|
Anni 2014-2040
|
3.775,40
|
32,98
|
3.808,38
|
28,08%
|
Debito scaduto
|
10,32
|
-
|
10,32
|
0,08%
|
Pagabile a richiesta
|
-
|
5.029,12
|
5.029,12
|
37,08%
|
Totale
|
8.498,32
|
5.063,30
|
13.561,62
|
100,00%
|
Tra ottobre 2010
e dicembre 2011 sono in scadenza debiti negoziabili per poco meno di 3.000
miliardi, ai quali vanno aggiunti altri 2.000 miliardi ed oltre del nuovo
debito che servirà a ripianare il deficit di bilancio dei prossimi 15 mesi. Il
deficit pubblico USA è stato di 1.470 miliardi di dollari nell’anno solare
2008, di 1.611 miliardi nell’anno solare 2009 e di 1.250 nei primi 9 mesi del
2010, con una stima su base annuale superiore ai 1.650 miliardi.
Dunque, nel
periodo che va dal primo ottobre 2010
a fine dicembre 2011, gli USA necessitano reperire sul
mercato prestiti per non meno di 5.000 miliardi di dollari, somma che potrebbe
essere superiore se si considera che altri 5.000 miliardi ed oltre sono
costituiti da debiti rimborsabili su richiesta e nel caso in cui i detentori di
questo debito intravedessero un possibile default, si affretterebbero a
chiedere il rimborso. In conclusione nei prossimi 15 mesi gli USA potrebbero
necessitare prestiti per somme comprese tra 5.000 e 10.000 miliardi di dollari.
Il vero
problema, che i media mondiali stanno tentando di nascondere, non sono i 100
miliardi di Euro del deficit della Grecia o il migliaio di miliardi di euro dei
paesi della Unione Europea, cifre consistenti, ma lontanissime dai 5.000/10.000
miliardi che dovrà reperire il governo statunitense nel futuro immediato. Trovare
sul mercato mondiale cifre del genere non sarà facile.
In
considerazione della forte crisi che attanaglia tutto l’occidente, sta
aumentando ovunque la disoccupazione, diminuiscono i consumi, diminuiscono i guadagni
delle imprese ed ovviamente non possono che diminuire anche gli introiti
fiscali di uno stato. Dove potrà trovare
questa gran massa di soldi il governo USA? Ovviamente cercherà di aumentare
gli introiti fiscali, con nuove tasse che finiranno per aggravare la situazione
di una economia già in crisi; ricorreranno ovviamente ai paesi alleati, che
sono obbligati ad aiutare gli USA, sotto forma di un aumento dell’acquisto dei
buoni del Tesoro del debito USA e questi paesi a loro volta per trovare i soldi,
spremeranno i propri cittadini (5); sicuramente ricorreranno al Fondo Monetario
Internazionale. Tutto ciò potrebbe risultare insufficiente e di conseguenza potrebbero
incrementare la stampa dei dollari.
Negli ultimi
anni, gli Usa hanno enormemente incrementato la stampa di dollari. Nel seguente
grafico 1 riportiamo la quantità di
dollari in circolazione, ossia la base monetaria statunitense alla fine
dell’anno, dal 1959 al 2009. Come si vede, la massa di dollari in circolazione
è fortemente aumentata negli ultimi due anni, passando dagli 824 miliardi di
dollari in circolazione alla fine del 2007, ai 1.654 miliardi a fine 2008, ai
2.017 miliardi a fine 2009.
Per avere un
punto di riferimento, rapportiamo la massa circolante alla fine di ogni anno
col PIL annuale USA (Grafico 2);
troviamo che fino al 2007 la quantità di dollari in circolazione rappresentava
il 5%/7% del PIL, nel 2008 il rapporto passa ad essere dell’11,45% e alla fine
del 2009 sale al 14,15%.
Grafico 1
Base monetaria USA
Miliardi di dollari in
circolazione alla fine dell’anno
(Anni 1959-2009)
Grafico 2
Base monetaria USA
Percentuale dollari in circolazione rispetto al PIL
annuale
(Anni 1959-2009)
Le
difficoltà economiche e finanziarie che si apprestano a vivere gli USA,
inevitabilmente sfoceranno in un piano di austerità, con un forte taglio alle
spese sociali. Il taglio alle spese sociali, in aggiunta all’aumento delle
tasse ed all’intensificarsi della crisi, che determinerà un ulteriore aumento
della disoccupazione potrebbe sfociare in una crisi sociale di portata storica.
Attualmente,
secondo le cifre ufficiali, la disoccupazione negli USA è del 9,5%. Secondo
altri analisti ed in particolare secondo il noto economista John Williams la
disoccupazione sarebbe superiore al 20% (6). La crescita della disoccupazione continuerà, trascinando nel baratro delle
classi povere strati sociali fino ad oggi inquadrati nella classe media.
L’esplosione
sociale è uno dei possibili scenari ipotizzati dal governo di Barack Obama, che
di fronte a questa situazione potrebbe emanare una legge marziale. Secondo
alcuni autori (7)
per far fronte ai possibili disordini che potrebbero scoppiare prossimamente in
USA, il Governo potrebbe dislocare sul territorio 80.000 uomini di una unità
speciale dell’esercito. Questa fonte, citando la rivista “Army Today” (8) dice che il governo potrebbe far ricorso a
tale unità speciale dell’esercito non solo in caso di possibili orribili atti
di terrorismo con armi batteriologiche, o nucleari, o tradizionali, ma anche
per far fronte a possibili disordini sociali.
Questa unità
speciale, appositamente creata da George Bush nel settembre del 2008 (9), pochi mesi prima
che terminasse il suo mandato presidenziale, denominata “Prima Brigata della
Terza Fanteria” è stata assegnata per la formazione a Fort Stewart, in Georgia
ed è composta appunto da 80.000 uomini, pronti ad essere inviati ovunque sul
territorio nazionale.
Oltre alle
considerazioni svolte fino ad ora, occorre considerare anche tutta una serie di
altri dati, che fanno presagire un brutto futuro per gli Stati Uniti. Vediamo
qualcuno di questi dati.
3) Alcuni dati sulla crisi
economica negli USA
Il debito complessivo negli USA, ossia quello dello stato, delle imprese e
delle famiglie ha ormai raggiunto il 360% (Grafico
3) del PIL; nel 1929, al tempo della grande crisi arrivò al 303% del PIL (10).
Grafico 3
Debito total su PIL
Anni 1916-2008
Oltre il 40% degli impiegati nel settore dei servizi
stanno lavorando con salari inferiori al normale (11).
Durante questa
recessione, nel settore privato sono stati cancellati, al primo trimestre del
2010, 8 milioni di posti di lavoro (12).
I poveri
sono in forte aumento ed ormai il 40% delle persone coi redditi più bassi,
rappresentano meno dell’1% della ricchezza nazionale (13).
Secondo dati
delle autorità di polizia, ci sono oltre un milione di persone dedite alla
criminalità organizzata e tali dati sembrano destinati ad aumentare (14).
Nel 1950 lo
stipendio di un dirigente era trenta volte superiore a quello di un lavoratore
con stipendio medio; tale rapporto dal 2000 è passato ad essere 300/500 volte (15).
Sono quasi 40
milioni gli statunitensi che godono di un programma di assistenza alimentare e
tale cifra secondo il Dipartimento dell’Agricoltura è destinata ad aumentare ad
oltre 43 milione entro il 2011 (16).
Circa il 40%
della spesa al dettaglio è realizzata dal 20% delle famiglie più ricche (17).
Il 75%
dell’aumento del reddito avutosi fra il 2002 ed il 2007 è finito nelle tasche
dell’1% della popolazione più ricca degli USA (18).
Il sistema
sanitario statunitense attualmente soffre un deficit di circa 150.000 medici;
tale numero potrebbe salire di alcune centinaia di migliaia nei prossimi anni (19).
Il valore degli
immobili commerciali rispetto al 2007, sono diminuiti del 40% ed il 18% di
tutti gli uffici sono vuoti e non si riescono ne’ a vendere, ne’ ad affittare (20).
Nel corso del
2009 i prestiti bancari ai privati sono scesi ai livelli piu bassi dal 1942 (21).
Nel corso
del primo trimestre del 2010, sono continuati ad aumentare coloro che sono in
ritardo di almeno di tre mesi nel pagamento dei debiti. E’ il sedicesimo
trimestre consecutivo che continua aumentare il numero di chi non è in regola
coi pagamenti. Inoltre nel corso del 2009 sono salite a 775 le banche con
problemi, ossia il 10% di tutte le banche statunitensi hanno problemi (22).
Nel corso
del primo trimestre del 2010, le banche si sono riprese circa 258.000 immobili
da clienti che non erano in grado di pagare il mutuo; si tratta di un aumento
del 35% rispetto al 2009. Ossia sempre più persone hanno difficoltà a pagare le
rate del mutuo (23).
Oggi le
banche, per la prima volta nella storia degli USA si ritrovano ad avere una
quota di possesso dell’edilizia residenziale superiore a quella di privati e
famiglie (24).
Praticamente un
quarto di tutti gli immobili acquistati con mutuo negli USA, a partire dalla
fine del 2009 sono underwater,
sott’acqua, ossia hanno un valore inferiore al mutuo stipulato. Di fatto, per
il mutuatario diventa più conveniente rinunciare a pagare il mutuo e perdere la
casa. Ci soffermiamo un attimo su questo aspetto, perché è di fondamentale
importanza per capire dove potrebbe arrivare la crisi. Facciamo l’ipotesi di
aver comprato un immobile del valore di 200.000 dollari, di cui 190.000 col
mutuo. Se il valore dell’immobile dai 200.000 iniziali crolla per esempio a
100.000, significa che starei pagando 190.000 per un bene che vale 100.000. Non
conviene, anzi diventa più conveniente comunicare alla banca che non si ha più
intenzione di pagare e quindi restituire l’immobile. Negli USA ormai questa
situazione, dalla fine del 2009, riguarda un quarto di tutti gli immobili
acquistati col mutuo. Quindi la crisi sembra destinata ad aggravarsi per il fatto
che i mutuatari rinunciando a pagare il mutuo perderebbero l’immobile, che
ritornerebbe alle banche, le quali immettendoli nuovamente sul mercato
farebbero ulteriormente scendere il valore degli stessi immobili (25).
A livello locale, amministrazione statale e comunale, la
situazione non è migliore, anzi sembra peggiore. Per esempio, se consideriamo
lo stato della California, economicamente il più importante degli stati USA e
che da solo rappresenterebbe la quinta economia del mondo, la disoccupazione è
superiore al 20% in otto contee (26); a
Sacramento, a causa della crisi ha già chiuso una impresa su 6 (27).
L’Amministrazione
di Detroit, antica capitale mondiale dell’auto, a causa del deficit di bilancio
ha emesso buoni comunali, a 20 anni, per 250 milioni di dollari e se la
situazione continua a peggiorare potrebbe addirittura dichiarare bancarotta (28).
Phoenix, in
Arizona vanta un incredibile e non certo invidiabile record mondiale di 57.000
furti d’auto, nell’ultimo anno (29).
Lo Stato di New
York ha fatture arretrate per 2,5 miliardi di dollari e la situazione potrebbe
aggravarsi (30).
Secondo alcuni
studi, sono ormai 32 gli stati Usa che hanno esaurito i fondi per il pagamento
delle indennità di disoccupazione; per il momento si sta facendo carico di tali
spese il governo federale (31).
Per gli Usa,
sembra prospettarsi un bruttissimo futuro, che potrebbe portare al tracollo
economico ed addirittura alla dissoluzione dell’Unione.
Case in stato di abbandono nella zona residenziale di Detroit. Il sogno americano è finito!
4) Il futuro del debito pubblico a lungo termine
Gli Stati
Uniti sembrano non avere futuro, anzi sembra inevitabile la bancarotta. A dirlo
non sono i soliti complottisti! Lo rivela uno studio dell’Ufficio del Bilancio
del Congresso degli Stati Uniti del giugno 2010, attualizzato ad agosto 2010 e
consultabile on line nel sito dello stesso Congresso USA (32).
Lo studio
analizza l’evoluzione delle variabili economiche degli Stati Uniti a lungo
termine, dal 2010 al 2084. Tra queste, il PIL ed il debito pubblico secondo due
ipotesi, una ottimistica ed un’altra pessimistica (denominata scenario
alternativo). Analizziamo questa seconda ipotesi catastrofica.
In realtà
entrambe le ipotesi prendono in considerazione solamente il debito pubblico del
governo federale. Secondo i dati ufficiali del Tesoro USA (33), sappiamo che al 19 di ottobre il debito
pubblico statunitense ammonta a 13.676,11 miliardi di dollari, dei quali 4.615 miliardi
costituito da debiti delle varie amministrazioni statali; ebbene lo studio in
questione del Congresso USA considera solamente l’evoluzione del debito
pubblico del governo centrale, ammontante al 19 ottobre a 9.060 miliardi.
Quindi
questo studio del Congresso USA, nello scenario denominato alternativo
(pessimistico), parte da un PIL di 14.600 miliardi di dollari per la fine del
2010 ed un debito pubblico di 9.052 miliardi. Di per se questa previsione alla
data odierna (e con ben 2 mesi e mezzo d’anticipo) è già superata dai dati
reali! Ma - ripetiamo – questo dato rappresenta di per se solamente una parte
del debito complessivo.
Nella Tabella 4, da noi elaborata per una
maggior leggibilità, riportiamo i dati del PIL e del debito pubblico (secondo
il limite spiegato) alla fine di ogni decennio, dal 2010 al 2084.
Tabella n. 4
Evoluzione del PIL e del Debito Pubblico USA dal 2010 al 2084
(Studio del Congresso USA: scenario alternativo, pessimistico)
Anno (Year)
|
PIL in dollari
|
% Debito Pubblico su PIL (Debt Held by the Public)
|
Debito Pubblico in miliardi di dollari USA (Debt in billon US$)
|
2010
|
14.600
|
62
|
9.052,00
|
2020
|
19.500
|
87
|
16.965,00
|
2023
|
20.700
|
100
|
20.700,00
|
2030
|
23.500
|
146
|
34.310,00
|
2040
|
29.000
|
233
|
67.570,00
|
2050
|
35.700
|
344
|
122.808,00
|
2060
|
43.800
|
483
|
211.554,00
|
2070
|
53.700
|
650
|
349.050,00
|
2080
|
65.700
|
854
|
561.078,00
|
2084
|
71.200
|
947
|
674.264,00
|
Fonte:
elaborazione Attilio Folliero su dati di fonte del congresso USA. Nota bene: il
Congresso considera solo i dati di una parte del debito pubblico
I dati di
questo studio del Congresso USA dicono chiaramente che gli Stati Uniti andranno
incontro alla bancarotta, al default.
Secondo
questo studio, nel’ipotesi per loro pessimistica, gli USA avranno un deficit
pubblico pari al 100% del PIL nel 2023! In realtà il debito pubblico totale USA
sarà equivalente al 100% del PIL entro dicembre 2010, al massimo entro
gennaio/febbraio 2011.
Nel 2030,
per il Congresso USA il debito raggiungerà il 150% circa del PIL; nel 2040 sarà
il 233% e nel 2050, quando il PIL sarà di 35.700 miliardi il debito avrà
raggiunto i 122.000 miliardi; nel 2060, gli USA con un PIL di 43.000 miliardi
dovrebbero accumulare debiti superiori ai 211.000 miliardi; nel 2080 con un PIL
di 65.000 miliardi, il debito sarà 500.000 miliardi più del PIL (sic!) e nel
2084 con un PIL a 71.200 miliardi, il debito sarà equivalente a 674.000
miliardi, il 947%. E ripetiamo per l’ennesima volta che queste stime sono
calcolate solamente prendendo in considerazione una parte dell’attuale debito
pubblico!
Ovviamente simili affermazioni sono semplicemente
ridicole perché nessuno stato, nemmeno gli USA potrebbero arrivare ad accumulare debiti
pari al 1.000% del PIL. Lo studio è molto più dettagliato e l’analisi di questi
ulteriori dettagli ci fa capire che gli attuali congressisti sono convinti che
gli USA cesseranno di esistere molto prima del 2084.
Infatti,
questi dati catastrofici, di un paese che arriva ad un debito del 1.000 % del
PIL, si verificano allorché, da oggi al 2084 – dicono i congressisti - non ci
sarà piu alcuna crisi economica! E che non prevedano alcuna crisi, si comprende
dal fatto che quando considerano dati come la disoccupazione o l’inflazione, il
Congresso USA ipotizza una stabilità per tutto il periodo. Lo studio afferma
che la disoccupazione, dopo aver superato il 10% nel 2010, inizierà a scendere
fino a stabilizzarsi al 5% nel 2016; e dal 2016 al 2084 rimarrà stabile al 5%,
ossia non si verificherà nessuna altra crisi economica in grado di far
aumentare la disoccupazione. Questo in pratica afferma lo studio.
Lo stesso
dicasi per altri dati come l’inflazione o l’aumento dei salari. Dopo la crisi
odierna tutto sarà stabile! Nessuna crisi interverrà ad alterare il panorama
economico USA o per meglio dire questa è l’ipotesi che hanno adottato.
Il Congresso
degli Stati Uniti, attraverso questo studio, sta semplicemente affermando la
bancarotta inevitabile del paese che oggi conosciamo come Stati Uniti
d’America, evidentemente destinati a sparire, a dissolversi, molto, ma molta prima del 2084.
Attilio Folliero e Cecilia Laya, Caracas, 20/10/2010
Note
___________
(*) Attilio Folliero è un politologo italiano residente in Venezuela, docente presso la Universidad Central de Caracas; Cecilia Laya è una economista venezuelana
1. Fonte Tesoro degli Stati Uniti, url: http://www.treasurydirect.gov
2. La Public Law 111-139 è consultabile all’Url: http://www.gpo.gov/fdsys/pkg/PLAW-111publ139/html/PLAW-111publ139.htm
3. Url: http://en.wikisource.org/wiki/United_States_Code/Title_31/Chapter_31
4. Il bilancio del debito pubblico Usa, aggiornato a settembre 2010, è scaricabile in Excel all’Url: http://www.treasurydirect.gov/govt/reports/pd/mspd/2010/opdm092010.xls
5. Vedasi l’articolo “Obama chiama, l’occidente risponde”, in cui si dimostra come i paesi alleati degli USA, in particolare quelli del G7, stanno incrementando l’acquisto di buoni del debito USA. Url: http://www.folliero.it/02_articoli_attilio_folliero/2010/2010_05_24_titoli_usa.htm
6. Sulla disoccupazione, vedasi i dati pubblicati da John Williams’ Shadow Government Statistics, all’Url: http://www.shadowstats.com/alternate_data/unemployment-charts
7. Vedasi articolo, URL: http://www.examiner.com/x-37620-Conservative-Examiner~y2010m4d13-Special-army-unit-ready-to-be-deployed-on-American-soil-just-before-Nov-elections~
8. Army Today, URL: www.armytimes.com/news/2008/09/army_homeland_090708w/
9. Della formazione di quesa unità speciale ne diede notizia anche la CNN, all’URL: http://edition.cnn.com/2008/US/10/03/army.unit/
10. Fonte: Bill Gross, giugno 2010, Url: www.pimco.com/LeftNav/Featured+Market+Commentary/IO/2010/Bill+Gross+June+2010+Investment+Outlook.htm
11. Fonte ricavata dalla lettura dell’articolo pubblicato all’RL: http://money.cnn.com/2010/05/20/news/economy/consumer_retail_walmart.fortune/index.htm
12. Fonte: http://www.usatoday.com/money/economy/income/2010-05-24-income-shifts-from-private-sector_N.htm
13. Fonte: http://www.informationclearinghouse.info/article25430.htm
14. Fonte: http://thefinalhour.blogspot.com/2009/01/1-million-gang-members-have-america-in.html
15. Fonte: http://www.smirkingchimp.com/thread/25481
16. Fonte: http://www.reuters.com/article/idUSTRE6465E220100507
17. Fonte: http://money.cnn.com/2010/05/20/news/economy/consumer_retail_walmart.fortune/index.htm
18. Fonte: http://www.informationclearinghouse.info/article25067.htm
19. Fonte: http://thetruthwins.com/archives/thanks-obama-the-coming-shortage-of-doctors-and-hospitals-that-will-destroy-american-health-care
20. Fonte: http://www.vancouversun.com/sports/economy+shambles+with+improvement+sight/2601195/story.html
21. Fonte: http://online.wsj.com/article/SB10001424052748704188104575083332005461558.html
22. Fonte: http://online.wsj.com/article/SB10001424052748704513104575256680430484878.html?mod=WSJ_hpp_LEFTWhatsNewsCollection
23. Fonte: http://endoftheamericandream.com/archives/the-foreclosure-crisis
24. Fonte: http://endoftheamericandream.com/archives/living-the-dream-what-do-you-own-really
25. Fonte: http://money.cnn.com/2010/02/23/real_estate/underwater_rates_rise/index.htm?section=money_topstories&utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+rss/money_topstories+%28Top+Stories%29&utm_content=Google+Reader
26. Fonte: http://articles.latimes.com/2010/mar/11/business/la-fi-cal-jobs11-2010mar11
27. Fonte: http://www.sacbee.com/2010/02/14/2536025/regions-shuttered-stores-tell.html
28. Fonte: http://money.cnn.com/2010/05/28/news/economy/american_cities_broke.fortune/index.htm
29. Fonte: http://endoftheamericandream.com/archives/why-arizona-got-it-exactly-right
30. Fonte: http://www.cnbc.com/id/37463314/
31. Fonte: http://www.economicpolicyjournal.com/2010/05/32-states-have-borrowed-from-treasury.html
32. Fonte del Congresso USA, Url: http://www.cbo.gov/doc.cfm?index=11579
33. Fonte del Dipartimento del Tesoro USA, URL: http://www.treasurydirect.gov
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