Dominique Strauss-Kahn, il Fondo Monetario
Internazionale, il ruolo egemonico degli Stati Uniti ed il destino di milioni
di esseri umani.
Attilio Folliero, Caracas 20/05/2011
"Lo strano caso di Dominique Strauss-Kahn" è uno degli articoli più letti di Attilio Folliero assieme a “Verso il tramonto del dollaro: anche Dominique Strauss-Kahn, segretario del FMI, chiede l’abbandono del dollaro". E' stato ripreso e pubblicato da migliaia di siti e blog e tradotto in numerose lingue, come russo, portoghese, spagnolo, inglese, tedesco, cinese. Fu pubblicato originariamente nel blog di Attilio Folliero, poi censurato ed eliminato. Tra i siti che lo hanno pubblicato Rischiocalcolato.
Prima di parlare dello strano caso di Dominique Strauss-Khan è necessario
capire cos’è il Fondo Monetario Internazionale e come si è arrivati al ruolo
egemonico degli Stati Uniti.
Il ruolo egemonico degli
Stati Uniti fu favorito dagli accordi di Bretton Woods. Infatti, nella
conferenza di Bretton Woods, che si tenne dal 1 al 22 luglio del 1944, si accordò
il dollaro come unica moneta convertibile in oro. Con questa mossa, fortemente
voluta dal delegato statunitense Harry Dexter White, il dollaro esendo l’unica
moneta convertibile in oro, divenne automaticamente la moneta utilizzata negli scambi
internazionali.
Gli USA, oltre ad imporre il dollaro come moneta di riferimento mondiale
impulsarono la creazione di due organismi: il Banco Mondiale ed il Fondo
Monetario Internazionale (FMI). Soffermiamoci ad analizzare il FMI, il cui
segretario generale, Dominique Strauss-Khan è finito nell’occhio del ciclone.
Il FMI ha il compito di promuovere la cooperazione monetaria
internazionale e facilitare l’espansione del commercio. A tale organismo venne
affidato anche un altro importante compito: aiutare gli stati membri in
difficoltà economiche, attraverso il prestito di risorse; ossia, se uno stato
membro ha un deficit di bilancio, il FMI interviene prestandogli soldi e quindi
lo aiuta a superare la momentanea crisi.
Il sistema uscito da Bretton Woods era stato disegnato per favorire gli
Stati Uniti ed infatti dopo la seconda guerra mondiale gli USA ascesero al
ruolo di superpotenza, assieme alla ex Unione Sovietica; praticamente tutti gli
altri stati del mondo si ritrovarono sottomessi.
Aver imposto la propia moneta, il dollaro, come unica moneta di
riferimento per gli scambi internazionali ha determinato che tutti i paesi del
mondo per poter operare a livello internazionale debbono rifornirsi di dollari.
In secondo luogo, il FMI lungi dall’essere l’organismo destinato ad
aiutare i paesi in difficoltà, è sempre stato lo strumento attraverso il quale
gli USA ed i suoi principali alleati (Regno Unito, Francia, Germania e
Giappone) hanno potuto controllare tutti gli altri paesi del mondo.
Praticamente, un paese che ricorre al prestito del FMI, nel momento di
difficoltà,si trasforma in un paese totalmente dipendente dagli USA. A cambio
del prestito, lo stato richiedente è obbligato ad applicare determinate
politiche economiche imposte dal Fondo a garanzia dei soldi prestati. Ossia, il
FMI presta soldi a cambio dell’applicazione di una rigida ricetta economica che
prevede sempre le stesse misure: riduzione delle spese sociali, aumento
dell’età pensionistica, congelamento o riduzione degli stipendi, aumento delle
tariffe pubbliche; aumento delle imposte e soprattutto privatizzazione di tutto
quanto sia possibile privatizzare.
Lo stato che si ritrova a dover ricorrere al prestito del FMI, difficilmente
si riprende, come ha dimostrato la storia e soprattutto rimane definitivamente
assoggetato. Il tutto è stato disegnato per asservire gli stati ed I popoli al
dominio statunitense e del suo sistema economico.
La ricetta imposta di fatto impedisce allo stato ricorrente al prestito di
uscire dalla crisi. Con i provvedimenti imposti è impossibile la ripresa: lo
stato è costretto a privatizzare le più importanti imprese pubbliche che davano
ingressi e quindi una volta privatizzate, spesso svendute e “regálate” ai
privati, cessano di apportare ingressi; la riduzione delle spese sociali, il
congelamento o la riduzione degli stipendi e l’aumento delle tariffe pubbliche
finiscono per minare il potere d’acquisto della maggioranza della popolazione,
in particolare dei salariati e conseguentemente ciò si riflette sulla domanda;
la caduta della domanda ovviamente si riflette sulla produzione, che reagisce
con l’espulsione di ulteriore forza lavoro o la chiusura delle stesse imprese.
Tutto il sistema peggiora ed in particolare diminuiscono le entrate fiscali dello
stato, che lungi dal migliorare il suo deficit si ritrova con sempre minori
ingressi ed ulteriori ricorsi al FMI.
In questi mesi, ad esempio, questa situazione si sta ripetendo in
Grecia, che dopo il primo prestito e l’adozione di tutte le misure imposte dal
Fondo, si trova in una situazione peggiore di prima ed è costretta a chiedere
un ulteriore aiuto. Non è difficile ipotizzare prossime esplosioni ad Atene ed
in tutta la Grecia. Nella stessa situazione è il Portogallo e presto anche
Spagna e Italia potrebbero necessitare l’aiutino del FMI. In passato tanti
popoli sono stati affamati, gettati sul lastrico da questo mostro che è il FMI.
Il 27 febbraio del 1989 la miseria estrema in cui il FMI aveva costretto
il popolo del Venezuela fece da detonatore per la prima rivolta contro questo
organismo al servizio del capitale USA. Ad oggi, quella fu in assoluto la prima
ribellione contro i disumani provvedimenti del FMI ed anche l’unica rivolta
riuscita vittoriosa. L’esperienza venezuelana dimostra che è possibile
ribellarsi e liberarsi del FMI.
In conclusione il FMI agisce come uno strozzino: presta soldi a stati
retti da politici corrotti, delinquenti e spendaccioni, che ritrovandosi in un
mare di debiti per non affogare è costretto a chiedere prestiti al FMI. Il FMI
presta ben volentieri ma a cambio di garanzie, ossia a cambio dell’adozione
delle politiche di cui sopra, che finiscono per distruggere totalmente lo stato
che cade nelle sue grinfie.
Chi controlla il
FMI?
Lo statuto del FMI prevede che le decisioni, soprattutto quelle più importanti,
siano prese con una altissima maggioranza qualificata. Il sistema di voto è
direttamente proporzionato alla quota detenuta da ogni paese. Inizialmente, gli
USA detenevano un terzo del capitale; oggi, quantunque la sua quota sia scesa
al di sotto del 20%, continuano ad essere il principale paese detentore; in
sostanza, per le decisioni più importanti, occorrendo una maggioranza
qualificata (2/3 o 3/4), i paesi che volessero prendere soluzioni contrarie
agli interessi USA non hanno alcuna possibilità di farlo.
Di seguito riportiamo l’elenco (aggiornato al 18/05/2011) dei primi 20
paesi membri del FMI, con le rispettive quote di possesso ed i loro attuali
rappresentati, avvertendo che nel sito del FMI è possibile consultare l’elenco completo dei 187 paesi membri.
N
|
Paese
|
Milioni
SDR
|
%
|
Milioni
US$ (**)
|
Rappresentante
del paese
|
1
|
United States (*)
|
42.122,40
|
17,75%
|
67.030,55
|
Timothy F. Geithner
|
2
|
Japan (*)
|
15.628,50
|
6,58%
|
24.870,07
|
Yoshihiko Noda
|
3
|
Germany (*)
|
14.565,50
|
6,14%
|
23.178,49
|
Axel A. Weber
|
4
|
France (*)
|
10.738,50
|
4,52%
|
17.088,47
|
Christine Lagarde
|
5
|
United Kingdom (*)
|
10.738,50
|
4,52%
|
17.088,47
|
George Osborne
|
6
|
China (*)
|
9.525,90
|
4,01%
|
15.158,83
|
ZHOU Xiaochuan
|
7
|
Italy (*)
|
7.882,30
|
3,32%
|
12.543,32
|
Giulio Tremonti
|
8
|
Saudi Arabia (*)
|
6.985,50
|
2,94%
|
11.116,22
|
Ibrahim A. Al-Assaf
|
9
|
Canada (*)
|
6.369,20
|
2,68%
|
10.135,49
|
James Michael Flaherty
|
10
|
Russian Federation (*)
|
5.945,40
|
2,50%
|
9.461,08
|
Aleksei Kudrin
|
11
|
India (*)
|
5.821,50
|
2,45%
|
9.263,92
|
Pranab Mukherjee
|
12
|
Netherlands (*)
|
5.162,40
|
2,17%
|
8.215,07
|
Nout Wellink
|
13
|
Belgium (*)
|
4.605,20
|
1,94%
|
7.328,38
|
Luc Coene
|
14
|
Brazil (*)
|
4.250,50
|
1,79%
|
6.763,94
|
Guido Mantega
|
15
|
Spain (*)
|
4.023,40
|
1,70%
|
6.402,55
|
Elena Salgado
|
16
|
Mexico (*)
|
3.625,70
|
1,53%
|
5.769,68
|
Ernesto Cordero Arroyo
|
17
|
Switzerland (*)
|
3.458,50
|
1,46%
|
5.503,61
|
Philipp Michael Hildebrand
|
18
|
Korea (*)
|
3.366,40
|
1,42%
|
5.357,05
|
Jeung-Hyun Yoon
|
19
|
Australia (*)
|
3.236,40
|
1,36%
|
5.150,17
|
Wayne Swan
|
20
|
Venezuela (*)
|
2.659,10
|
1,12%
|
4.231,50
|
Jorge Giordani
|
Totale 20 paesi
|
170.710,80
|
71,92%
|
271.656,86
|
-
|
|
Restanti 167 paesi
|
66.644,90
|
28,08%
|
106.053,89
|
-
|
|
Totale FMI
|
237.355,70
|
100,00%
|
377.710,75
|
-
|
|
Primi 5 paesi
|
93.793,40
|
39,52%
|
149.256,05
|
-
|
|
Elaborazione
Attilio Folliero, su dati FMI 18/05/11, Url: http://www.imf.org/external/np/sec/memdir/members.aspx
|
|||||
(*)
Il paese accetta gli obblighi ex articolo VIII e statuto, Url: http://www.imf.org/external/pubs/ft/aa/aa08.htm
|
|||||
(**)
1$ = 0,628406 SDR
|
La moneta di riferimento è il cosidetto SDR, ossia Diritti
Speciali di Prelievo; si tratta di uno strumento creato dal FMI nel 1969 e basato
su un paniere di quattro monete: il dollaro USA, lo yen giapponese, la sterlina
inglese e l’euro.
In sostanza, il Fondo è controllato dagli USA, attraverso il Minsitro
delle Finanze. Nessuna decisione può essere presa se USA ed i suoi più stretti alleati
non sono d’accordo. Infatti, gli USA col 17,75% detengono la quota più alta ed i
primi cinque paesi assieme controllano il 40%.
In conclusione, il sistema incentrato sull’egemonia statunitense si
regge su questi due principi: il dollaro come moneta di riferimento mondiale ed
il FMI come organismo che controlla gli stati ed i popoli, impedendo a questi di
indipendizzarsi dal sistema.
Il superamento di uno o di entrambi questi strumenti pone in pericolo la
sopravvivenza stessa degli Stati Uniti. Analizziamo i motivi di questa nostra
affermazione.
Cosa significa
essere moneta di riferimento mondiale? Significa che tutti gli scambi commerciali
o la maggior parte di essi si effettuano in dollari e quindi tutti i paesi per
le loro esigenze commerciali hanno dovuto riempire le proprie riserve
internazionali coi dollari. Se il dollaro cessasse di essere la moneta di
riferimento, tutti gli Stati sarebbero costretti a vendere i loro dollari e
comprare la nuova o le nuove monete necessarie ad effettuare le transazioni
commerciali. Ciò determinerebbe una immediata svalutazione del dollaro ed il
tracollo degli USA. Da un lato gli USA si ritroverebbero con un dollaro
fortemente svalutato e quindi dovrebbero sostenere costi altissimi soprattutto
per comprare petrolio; dall’altro, l’economia USA andrebbe incontro ad una iperinflazione;
con tutta la quantità di dollari in circolazione, un’ondata inflazionaria sarebbe
inevitabile.
Conclusione: gli USA non possono permettersi che il dollaro cessi di
essere la moneta di riferimento e pertanto debbono stroncare qualsiasi
tentativo che miri a tale misura.
Anche il venir meno degli scopi reali del FMI mina l’esistenza stessa
degli USA. Se il FMI smettesse di controllare i popoli e gli stati, questi
potrebbero allontanarsi dal sistema dollaro e di conseguenza siamo alla stessa
situazione che condurrebbe ad una crisi profonda negli USA.
Gli USA che praticamente non aderiscono o non pagano le quote di molti
organismi internazionali (Trattato di Kioto, ONU, Corte penale Internazionale,
Unicef), invece tengono strettamente nelle loro mani il FMI e continuano a
detenere e pagare la quota di maggioranza.
Le dichiarazioni
di Dominique Strauss-Khan
L’attuale dirigenza del FMI è cosciente della grave crisi attuale e per
bocca del suo massimo rappresentante, Dominique
Strauss-Khan, il segretario generale, lo scroso febbraio arriva a
dichiarare non solo che è necessario abbandonare il dollaro, ma occorre anche
agire con urgenza perchè i conflitti all’interno del sistema finanziario
mondiale potrebbero trascinare nel caos il mondo intero (vedasi nostro articolo:
“Verso il tramonto del dollaro: ancheDominique Strauss-Kahn, segretario del FMI, chiede l’abbandono del dollaro”).
Affermare ciò ed iniziare a mettere in pratica il superamento del
dollaro significa – come visto – minare l’esistenza stessa degli USA.
Ovviamente gli USA non potevano accettare ed era facile prevedere la reazione; nell’articolo
citato avevamo ipotizzato un futuro poco roseo per l’attuale segretario del FMI.
Cosi è stato!
Tutti erano a conoscenza delle debolezze di Dominique Strauss-Khan e
della sua dipendenza dal sesso, per cui è stato facile tendergli una trappola
ed accusarlo di violenza sessuale.
Daniel Estulin nel suo articolo
“Sexo en Nueva York” ipotizza che la
cameriera che Dominique Strauss-Kahn ha tentato probabilmente di pagare (e non
violentare) per ottenere servizi sessuali era un agente del Mossad, il servizio
segreto isaeliano e vincolata al QAT internazionale (per i dettagli vedasi
l’articolo citato).
Che sia stata una trappola si capisce anche dal fatto che una cameriera
non entra a fare le pulizie in una stanza occupata. Meno che meno si permette
di entrare in una stanza, quindi disturbare, se l’ospite paga 3.000 dollari a
notte. In un hotel di lusso, il cliente è sacro e non va minimamente
disturbato, pertanto la cameriera entra a fare le pulizie solo quando è certa
che la stanza sia vuota. A meno che il proposito non sia un altro.
Inoltre, appena Dominique Strauss-Khan è arrestato, il segretario USA Timothy F.
Geithner, sale a dichiarare che deve abbandonare l’incarico di segretario; non
aspetta neppure il tempo necessario per verificare se si fosse trattato di un
errore!
Dominique Strauss-Kahn era uno degli uomini più potenti del mondo. Era
in pratica lui a decidere del destino di milioni di esseri umani; letteralmente decideva del futuro, della vita
e della morte di milioni di esseri umani. Come massimo esponente del
partito socialista francese, sembrava anche l’uomo più accreditato a succedere
a Sarkozy nella carica di Presidente. All’improvviso, durante il suo soggiorno
a New York, in un hotel da 3.000 dollari a notte la sua vita cambia
completamente, accusato di violenza sessuale. Dominique Strauss-Kahn è ovviamente un uomo finito.
Come è possibile che si stato capace di cadere così ingenuamente? Probabilmente,
essere il segretario del FMI, lo ha portato a sentirsi poco meno che un dio in
terra. Si sarà sentito cosi potente da potersi schierare contro la potenza USA,
in grave crisi, ma viva e disposta a vendere cara la pelle fino alla fine.Un
errore gravissimo aver dato per spacciato il suo padrone.
Attilio Folliero, Caracas
20/05/2011
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