martes, 30 de septiembre de 2014

Taser o la repressione che verrà. Pistola elettrica alla Polizia, primo Ok.

Italo Romano, Oltre la Coltre, 30/09/2014 - Video You tube

Ritorno a scrivere sul blog dopo un periodo più o meno lungo di assenza, dovuto a varie circostanze che mi hanno tenuto lontano da questa forma di comunicazione. Torno dopo aver vissuto esperienze forti di lotta reale al sistema. Non solo parole ma pratica. La teoria si avvita su se stessa quando non c’è il tentativo di condividerla con altri e renderla fattuale. Ho subito la repressione dello Stato e della malavita, insieme ai miei compagni di avventura, toccando con mano cosa significa mettersi di traverso al potere vigente. Non c’è niente di più bello che lottare, si è liberi solo in quei momenti, dove tutti insieme, a volto scoperto, si fronteggia l’orda dello status quo imperiale libercapitalista.


Paralizzatore elettrico Vipertek, modello di taser per la difesa personale già in vendita

A proposito di questo, quello di cui vado a scrivere è strettamente connesso agli eventi vissuti e quelli che in molti vivremo nel prossimo futuro. La repressione della “stato”, man mano che le disparità sociali vanno ampliandosi, si fa sempre più violenta. Ci aspetterà un autunno caldo, fatto di protesta e conseguente coercizione dell’apparato a difesa dei poteri dominanti. Oggi, le commissioni “Giustizia” e “affari costituzionali” della Camera hanno approvato l’utilizzo in via sperimentale da parte della Polizia alla pistola elettrica Taser.
E’ quanto prevede un emendamento di Gregorio Fontana (Fi), sotto riformulazione del viceministro dell’Interno Filippo Bubbico (Pd). Questa prevede che la sperimentazione della pistola Taser debba avvenire “con le necessarie cautele per la salute e l’incolumità pubblica e secondo principi di precauzione e previa intesa con il Ministro della salute”.

L’unico parere contraria è stato espresso da Daniele Farina (Sel), mentre Emanuele Cozzolino (M5s) ha ritenuto opportuno solo dire che questo emendamento non si sarebbe dovuto discutere in questo decreto. Alla faccia della rivoluzione pentastellata!

E’ grande la soddisfazione da parte del già citato Fontana, promotore dell’emendamento:
“E’ stato fatto un primo passo vero l’introduzione del Taser come strumento in dotazione alle Forze dell’Ordine. C’è da augurarsi che la condizione posta dalla riformulazione dell’emendamento non si trasformi in una manovra ostativa, verso un’operazione di ammodernamento tecnologico, di estrema utilità per gli operatori della sicurezza e per tutti i cittadini. La pistola elettrica Taser, come è noto, è un’arma di dissuasione non letale: essa produce una scarica elettrica che rende la persona colpita inoffensiva per alcuni secondi, sufficienti alle forze dell’ordine per arrestarla. Il suo utilizzo, pertanto, contribuisce sia a ridurre i rischi per l’incolumità personale degli agenti sia a ridimensionare drasticamente il numero delle vittime nelle operazioni di pubblica sicurezza, come dimostra l’esperienza di molti Paesi avanzati, tra cui gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Francia e la Svizzera”.
E’ un coro unanime quello che spinge verso l’inasprirsi della repressione. Si prepara la strada in vista dei tumulti del settimo anni di crisi strutturale. Lo si fa in maniera subdola e vigliacca, inserendo l’emendamento nel decreto legge sugli Stati. Ancora una volta la distrazione di massa (calcio) è usata come scorciatoia per limitare i diritti e fare un balzo nel passato, o meglio nel futuro orwelliano oramai alle porte.

Peccato che quanto va affermando Fontana sia stato già sbugiardato dal Comitato contro la Tortura dell’ONU:

“L’uso di queste armi causa dolore acuto, e costituisce una forma di tortura. In taluni casi, possono persino causare la morte, com’è stato mostrato da studi affidabili e recenti eventi nella vita reale”.

E’ chiaro, i Taser sono una forma di tortura. I fatti di cronaca che attestano l’uso e abuso delle pistole elettriche prodotte dall’omonima società statunitense, sono innumerevoli. Risulta essere l’arma prediletta dei poliziotti dalle maniere spicce e causa conclamata di numerosi decessi, nonostante le si pubblicizzi come “non letali”.

A porre il veto sul taser ci sono casi come quello clamoroso di Robert Dziekanski, l’uomo polacco che non conosceva l’inglese, “taserato” a morte all’aeroporto di Vancouver mentre attendeva di ricongiungersi con la madre, o anche i tre ventenni deceduti negli Stati Uniti o i tre morti da taser in Canada registrati nel corso degli anni passati. Negli USA in particolare, le stime parlano di 275 morti complessive ascrivibili alle pistole elettriche.

Anche Amnesty International da tempo ha chiesto di sospendere l’uso di quelle che definisce “armi a elettro-shock” e ha denunciato 17 morti in Canada e oltre 280 negli Stati Uniti.

C’è anche uno studio commissionato dalla Canadian Broadcasting Corporation nel quale si è determinato come il 10% dei 41 taser esaminati sprigionava più corrente di quella dichiarata dal produttore, mettendo quindi in luce la necessità di altre verifiche e test indipendenti su queste armi.

Il funzionamento di quest’arma è molto semplice. Quando viene azionato, il taser proietta due piccoli dardi con traiettorie non parellele in modo da aumentare la distanza tra i due (l’efficacia aumenta quanto più i dardi sono distanti tra loro). Questi dardi sono collegati tramite dei fili elettrici al resto del dispositivo il quale produce una scarica ad alta tensione e bassa intensità di corrente, che viene rilasciata in brevissimi impulsi.

E’ incredibile quello che sta avvenendo tra l’indifferenza totale della maggior parte della popolazione.

Dopo i lacrimogeni al Sarin, in dotazione alle forze dell’ordine (?!), vietati dalleConvenzioni di Ginevra, arriva un nuovo e pericolosissimo alleato per i fantocci mercenari.

Ci aspettano tempi duri. E non mi venite a ciarlare di sicurezza o quant’altro, perchè chi rinuncia a parte della propria libertà (dei propri diritti) per avere maggiori “sicurezze”, non merita ne l’una ne l’altra.

Ci vediamo per le strade e nelle piazze di questo delirante paese, sempre più nelle grinfie del potere liberlcapitalista mondialista.
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