miércoles, 30 de noviembre de 2016

Loren Goldner su Donald Trump (Intervista di Radio Blackout)

Radio Blackout, 10/11/2016 - Aggiornato 15/11/2016

Verso una guerra civile a bassa intensità? 

Il militante e studioso marxista americano Loren Goldner aveva intravisto la possibilità di una vittoria elettorale di Donald Trump, mettendo in fila una serie di elementi in un editoriale uscito il mese scorso sulla rivista online Insurgent Notes (Tradotto in italiano da Dante Lepore).

L’erompere del Tycoon dallo stile politically incorrect sulle scene politico-mediatiche veniva letto specularmente all’inaspettato exploit di Bernie Sanders tra le file dei Democratici. Due “intrusi” incrinavano per la prima volta da quasi un secolo stabilità, funzionamento e sitemicità del bipolarismo a stelle e strisce, il primo incarnando i rancori della working class bianca declassata, il secondo le speranze delle nuove generazioni radicali finalmente liberate dal condizionamento anti-socialista (non riuscendo però a sfondare tra le minoranze razzializzate).


Entrambi hanno saputo esprimere la disaffezione crescente dal sistema dei colpiti dalla crisi. Se il senatore del Vermont ha dovuto soccombere alla macchina elettoral-finanziaria del clan dei Clinton, accettando disgraziatamente di venirne sussunto nello scontro finale con la controparte repubblicana, Trump, forte dei suoi ampi mezzi economici, ha giocato fino in fondo la carta di outsider contro il suo stesso partito.

All’indomani dell’esito elettorale più esorcizzato degli ultimi decenni, forte è stata la tentazione di re-interpellare Loren Goldner, a cui abbiamo girato un po’ di domande.
1- In che misura il voto negli Usa è un nuovo capitolo della rottura di un patto che, pur vacillante, continuava a legare (fuori tempo massimo) settori di classe media e operaia ai partiti della sinistra? Quale rapporto con la BrExit e il proliferare di istanze populiste inEuropa? 
2- Possono aprirsi nuove polarizzazioni di classe nella società americana, a partire dalla non-sostenibilità delle promesse fatte da Trump in campagna elettorale? 
3- Cosa ci dice questo risultato dello stato di salute della democrazia (borghese)? E della sua (in) capacità di previsione?
4- Quanto cambierà il ruolo degli Sati Uniti nella politica estera? Quali pezzi dell’establishment hanno sostenuto Trump? 
5- Quali saranno le ricadute interne ? Quali scenari potranno aprirsi da un punto di vista di classe?
Di seguito l'intervista:


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1 comentario :

  1. In prospettiva vanno verso la confrontazione sociale aspra, però nell'immediato si accelera il processo dissolvente. La "polarizzazione" politica strariperà nel riattizzarsi dei conflitti a sfondo"etnico" e identitario.
    A medio termine prenderanno corpo i movimenti antifederali, di rifiuto delle tasse federali e di secessione. Vale a dire il separatismo degli Stati più ricchi: Texas .che è fortemente armato con le sue milizie-e la California.
    Lo studioso russo Igor Panarin l'aveva preconizzato più di un decenno addietro.

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