Attilio Folliero, Caracas, 14/03/2011
Artiolo pubblicato in numerosi siti, tra cui: Anticorpi, Sequenza profetica, Mario Gangarossa, Italiasociale, Ondaviola.
Nel mese di febbraio, il debito pubblico USA è continuato
a crescere; dall’inizio dell’anno è aumentato complessivamente di 169,55
miliardi. Nell’ultimo anno, a causa dell’aumento dei prezzi dei prodotti
agricoli, in molti paesi del nord Africa e del Medio Oriente sono scoppiate rivolte
popolari. La fame è, dunque, alla base di queste rivolte, che solo negli ultimi
mesi sono arrivate all’attenzione dei media mondiali; basta citare la rivoltain Egitto, di cui noi abbiamo parlato già un anno fa circa e che i media
ufficiali hanno scoperto solo all’inizio di quest’anno!
Oggi, nessuno ne parla, ma presto vedremo queste rivolte
anche negli Stati Uniti. Molto presto gli statunitensi, che fino ad ora sono i
più ricchi del pianeta, avranno problemi di fame ed inevitabilmente i rimorsi della
fame conducono alle rivolte, alle esplosioni sociali.
Pochi giorni fa, sono stati diffusi i dati, aggiornati al
mese di dicembre del 2010, sugli statunitensi che usufruiscono dell’assistenza
alimentare del governo, ossia di coloro che riescono a mangiare grazie agli
aiuti del governo. Ebbene, secondo questi dati, sono 44.082.324 gli
statunitensi che sopravvivono grazie agli aiuti del governo; rispetto all’anno
precedente sono aumentati di oltre il 13% e nell’ultimo mese la crescita dei
bisognosi di assistenza è stata dell’1,1%. In pratica quasi il 15% della
popolazione USA sopravvive grazie alla elemosina del governo o per meglio dire
il governo riesce ad impedire le esplosioni sociali grazie a questi aiuti.
Queste esplosioni sociali, negli USA non potranco essere
contenute per molto tempo ancora. Anche questi aiuti, che ammontano a decine di
miliardi al mese, contribuiscono ad alimentare il deficit. Analizziamo brevemente
come si sta financiando il deficit USA. Sostanzialmente il deficit è coperto in
due modi: i titoli del debito pubblico USA sono acquistati per il 70% dal Banco
Centrale USA, la Federal Reserve ed il restante 30% dalle banche centrali di
altri paesi. In concreto, da un lato la Federal Riserve acquista i buoni del
tesoro USA coi soldi che stampa, ossia stampa dollari e li trasferisce al
governo; dall’altro lato è coperto da alcune banche centrali di paesi esteri.
I paesi che maggiormente stanno aiutando gli USA sono: il
Regno Unito, il Giappone, la Cina, il
Canada ed il Brasile; questi cinque paesi che detengono quasi il 60% di tutto
il debito estero USA, negli ultimi sei mesi hanno contribuito ad acquistare l’85%
delle necessità USA, coperte attraverso la vendita all’estero dei titoli del
debito publico.
In particolare, il Regno
Unito negli ultimi sei mesi ha coperto il 40% del debito estero totale. La
banca centrale inglese è riuscita a trovare i soldi grazie alla manovra del
governo inglese che ha tagliato la spesa pubblica, ha incrementato le tasse ed ha
proseguito nella privatizzazione, ossia la vendita di quanto ancora rimane da
vendere dei beni statali. Il governo inglese non potrà continuare a spremere,
derubare il proprio popolo all’infinito, senza ritrovarsi in casa esplosioni
sociali, per cui è pensabile che debba necessariamente ridurre questi aiuti.
Anche il Giappone,
che negli ultimi sei mesi aveva contribuito ad acquistare il 20% del debito
estero USA, a causa del recente terremoto, non potrà più permettersi di trasferire
agli USA quei soldi, che ovviamente servono alla ricostruzione.
La Cina, che rimane
il primo paese detentore del debito estero degli USA, con oltre 1.160 miliardi
di dollari, negli ultimi sei mesi ha trasferito agli USA solo 48 miliardi, poco
più del 10% del totale. La Cina è il maggiore detentore in assoluto del debito
estero USA, però negli ultimi sei mesi ha drasticamente diminuito l’acquisto di
titoli USA ed è probabile che contui a farlo in quanto è imepegnata a
sviluppare il mercato interno. Insomma la Cina, che nel mese di febbraio, e per
la prima volta in sette anni, ha avuto un deficit commerciale di oltre 3
miliardi, invece di trasferire i soldi agli USA, li utilizzerà, sotto forma di
aumenti salariali, per stimolare la domanda interna.
Il Canada è un
altro dei paesi occidentali in crisi e quindi diffícilmente potrà continuare a
sostenere il debito USA nella misura attuale. In conclusione sono pochi i paesi
che possono permettersi di trasferire denaro agli USA; tra questi il Brasile e
le banche centrali di alcuni paesi caraibici, ma non potranno certamente
compensare il mancato afflusso dei primi cinque attuali finanziatori. E’,
duqnue, molto probabile che gli USA non potranno contnuare a trovare all’estero
i capitali per finanziare il proprio deficit di bilancio.
Gli USA saranno costretti a ricorrere sempre più alla
stampa dei dollari, misura pericolossissima perchè farà crescere l’inflazione.
Allo stesso tempo, dovrà necesariamente ricorrere a tagli della spesa pubblica,
ma non avendo minimamente intenzione di tagliare le spese militari (che per il
prossimo bilancio sono state ridotte simbolicamente, ma che probabilmente
cresceranno se, come sembra, il governo di Obama è intenzionato ad aprire nuovi
fronti di guerra in Libia, in Yemen, in Pakistan), sarà costretto a tagliare le
spese sociali ed assistenziali, tra le quali gli aiuti alimentari per
permettere a decine di milioni di statunitensi di non morire di fame, evitando
le esplosioni sociali.
Con questi inevitabili tagli, con l’incremento delle
tasse ed il costante aumento della disoccupazione (che a differenza dei dati
ufficiali che riportano il 10%, quella reale è almeno il doppio), in sostanza
si sta preparando una miscela esplosiva. Le esplosioni sociali saranno
inevitabili.
Se, oggi il 15% della popolazione USA vive di assistenza
e si evita la sua esplosione grazie a questi aiuti, nei prossimi mesi con
l’aumento dei bisognosi, della gente che muore di fame ed i necessari tagli che
il governo dovrà fare assisteremo inevitabilmente ad esplosioni sociali anche
negli USA, sullo stile di quelle che stiamo vedendo nel nord Africa.
Le file dei poveri in USA sono destinate a crecere anche per
un altro fattore. La crescita dei prezzi delle materie prime, in particolare
dei prodotti petroliferi stanno determinando un aumento dei prezzi dei prodotti
cinesi, che sono i prodotti maggiormente consumati dagli statunitensi.
L’aumento dei prezzi, assieme alla rivalutazione della moneta cinese e la
contemporanea perdita di valore del dollaro, determinerà che sempre meno
statunitensi potranno accedere ai prodotti provenienti dalla Cina, ossia non
potranco accedere al mercato.
Nei prossimi mesi, la maggioranza dgli statunitensi
avranno problemi per mettere qualcosa in tavola e la fame inevitabilmente
condurrà alle esplosioni sociali. Ma la cosa peggiore è che la stragrande maggioranza
degli statunitensi, distolti dall’ultimo modello di cellulare, di Ipod, di Ipad
e quanto serve a rincretinirli, ignora totalmente cosa gli sta per accadere, da
qui a qualche mese! Recentemente, anche il Wall Street Journal ha cominciato a
parlare della fine dell’era del dollaro; ovviamente ne perla come di un
qualcosa che avverà in un futuro lontano, da qui a dieci anni. La verità è che
la storia della maggioranza degli statunitensi cambierà molto, ma molto prima;
anzi è probabile che si realizzino le previsioni di alcuni studiosi, tra i
quali gli scriventi, che da anni stanno avvertendo su una possibile balcanizzazione,
frantumazioene, disgregazione degli Stati Uniti. Gli Stati Uniti cesseranno di
esistere.
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