Fonte: Cronache Latinoamericane, 04/09/2017 - Via Selvas
Foto: La primera piedra
Potrebbe essere questa che vedete l’immagine per il lancio della nuova campagna pubblicitaria Benetton: il volto un po’ arruffato di un giovane ragazzo argentino, capelli scompigliati, dreadlock in vista e sguardo penetrante su sfondo nero – monocromo -, proprio come quelli che piacciono tanto al bravo Oliviero Toscani, e poi, immancabile, il logo con il motto della celebre azienda italiana, United Colors of Benetton, divenuto, grazie ad abili strategie di marketing, sinonimo di apertura, multiculturalismo, integrazione tra i popoli e le culture.
Santiago Maldonado si è integrato talmente bene che non lo si trova più. Scomparso nel nulla, anzi, scomparso nei possedimenti patagonici del gruppo Benetton. D’altra parte come non perdersi in 900mila ettari di terra? Già, perché le dimensioni delle proprietà di una tra le maggiori imprese nel mercato dell’abbigliamento mondiale ammontano a tale spropositata cifra solo in America Latina. Un’acquisizione – o meglio, un accaparramento – del valore di 50 milioni di dollari che risale al 1991.
Ma quelle terre non appartenevano allo stato argentino e men che meno alla Argentine Southern Land Company Limited, l’impresa inglese che ne deteneva la proprietà legale già dai primi del ‘900.
Quelle terre appartenevano e appartengono al popolo Mapuche, gli indigeni araucani che vivono in Patagonia da tempi immemorabili, ben prima dell’arrivo dei colonizzatori spagnoli. E, com'è noto, la terra è di chi l’abita. Nessuna legge potrà mai contraddire questo principio universale.
I Mapuche non possono esibire alcun titolo di proprietà riferito a quei terreni. Non ne hanno mai avuto bisogno, né si arrogherebbero mai la presunzione di poter considerare la natura un oggetto da negoziare. Sono il “Popolo (che) della Terra (mapu)”, e per questo rivendicano il diritto ad abitarla come hanno sempre fatto.
Quando il gruppo Benetton si è appropriato dei loro luoghi ancestrali, non ha esitato un momento nel procedere con gli sgomberi forzati di interi villaggi, sfollando le famiglie e sostituendole con quasi 300mila pecore da lana. Le greggi, è proverbiale, son mansuete, ma non i Mapuche, che da allora non hanno smesso di lottare, resistendo e reagendo alle violenze che periodicamente vengono portate avanti contro i loro membri più attivi, spesso arrestati e imprigionati dalle autorità nazionali con l’accusa di terrorismo.
È questo il caso di Facundo Jones Huala, leader della Resistenza Ancestrale Mapuche (RAM), che da oltre due mesi è detenuto nel carcere di Esquel, nella provincia di Chubut, per aver promosso e partecipato ad attività di boicottaggio e riappropriazione di terre che ora appartengono a Benetton.
Il 1 agosto 2017, la Gendarmeria Nacional, forza armata direttamente agli ordini del Ministero della Sicurezza del Governo – attualmente presieduto da Mauricio Macri – ha fatto irruzione nella comunità in resistenza Pu Lof, nella stessa provincia di Chubut, dove membri della RAM e vari sostenitori della causa mapuche, stavano manifestando il loro diritto alla terra. L’intervento repressivo dei militari ha disperso la folla indigena a suon di cariche, pallottole di gomma e roghi di abitazioni, senza risparmiare le violenze a donne e bambini.
Santiago Maldonado, un artigiano ventottenne di Buenos Aires, si trovava lì a sostenere la lotta del popolo mapuche. Alcuni testimoni raccontano di averlo visto per l’ultima volta nelle mani della Gendarmeria, ma la stessa arma e il governo smentiscono.
È trascorso un mese esatto dalla sua sparizione.
L’Argentina non ha bisogno di aggiungere un nuovo nome alla macabra lista dei desaparecidos.
Signor Presidente, donde està Santiago Maldonado?
Signori Benetton, dov’è Santiago Maldonado?
Vogliamo una risposta.
Vogliamo Santiago, vivo.
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Me parece que tendrías que preocuparte mas por Italia que por Argentina. Se nota, no conoces nada de los últimos años de verdadera dictadura y corrupción de los gobiernos Ka. Tendrías que pensar como socialista no como zurdo y/o comunista. Al igual que ocurre hoy en Venezuela. Hubiésemos terminado peor que ellos si seguíamos ese rumbo.
ResponderEliminarYo estoy sumamente preocupado por la "dicatura" financiera y material de Italia y de Europa. Esto pero, no me impide preocuparme de un ser humano que ha desaparecido en otro pais. Me procupo por los seres humanos de cualquier paarte del mundo. En cuanto a la distincion entre socialismo comunismo, zurdo (imagino esta palabra era para ofender) que plantea usted la diferencia no existe en el sentido que desde un punto de vista marxista socialistas y comunistas verdaderos tienen una unica finalidad, una sociedad si clases, sin estado, sin diferencia y sin propriedad privada de los medios de produccion; la diferencia esta que el socialismo en es la primera fase de este nuevo modelo economico y social, en el cual el proletariado toma el poder y esta fase de transicion - decimos asi - es denominada socialismo. Puede profundizar el asunto. Saludos y gracias por haber leido este blog
EliminarNo quise ofender con la palabra Zurdo, no hera mi intención, aquí en Argentina se les dice Zurdo a la gente de Izquierda. No lo tome como una ofensa y si así lo sintió le pido disculpas.
ResponderEliminarSaludos Nicolas
Buenas tardes Nicola. No sabia. Efectivamente pensaba que zurdo er algo ofensivo. Pero no pasa nada. Saludos
EliminarDisculpame usted por mi "ignorancia".
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