Tito Pulsinelli, Selvas, 17/09/2017
Chi di sanzioni ferisce di de-dollarizzazione patirà
La Cina, primo importatore mondiale di petrolio e altre materie prime, pagherà In petro-yuan.
Il Venezuela, maggiore riserva mondiale certificata di petrolio, abbandona il petro-dollaro, e venderà gli idrocarburi basandosi su di un paniere di divise (yuan, rublo, rupia, euro).
La Cina ha predisposto un meccanismo finanziario destinato a fissare il "petrolio asia" con il proprio segno monetario. E' già oggi l'antagonista con credibilità, sarà l'imminente alternativa insidiosa per il dollaro? Ai paesi esportatori offre l'allettante possibilità di convertire il contratto a termine quotato in Yuan, direttamente in oro sui mercati di Shanghai et Hong Kong.
Nikkei Asian Review (qui) prevede che tutti i Paesi leaders nell'esportazione del petrolio e derivati accetteranno di buon grado l'iniziativa della Banca centrale di Pechino. Soprattutto la Russia, l'Iran e il Venezuela, sottoposti a boicottaggio, blocco parziale del commercio o strangolamento finanziario da parte degli USA.
Il Venezuela, alle prese con la pluriennale campagna "accerchiare-asfissiare", ha subito recentemente anche la illegalizzazione dei titoli finanziari e il rimpatrio degli utili che hanno a che vedere con la multinazionale statale PDVSA. Washington, praticamente, minaccia di non pagare neppure il petrolio destinato alle sette raffinerie che PDVSA possiede nella costa sud, e che alimentano il consumo di benzina nordamericano. Praticamente è un attentato alla libertà di impresa, un campanello di allarme per gli investimenti stranieri.
Il governo di Caracas ha immediatamente deciso di abbandonare il dollaro, adottare il petro-yuan e stabilire un "paniere di monete" come la base che regolerà i propri interscambi internazionali.
Non si tratta di una iniziativa estemporanea nè di avventurismo, nè da parte di Caracas nè di Pechino. La Shanghai Futures Exchange e la filiale Shanghai International Energy Exchange, INE, hanno da poco realizzato quattro test con esito positivo sui contratti a termine del greggio (qui).
Le regole del gioco petrolifero e la speculazione con gli "acquisti a futuro" cambieranno profondamente, ma non è tutto. Se si considera che tutto l'intercambio tra Russia, Cina, Iran e India avviene con le rispettive monete nazionali, si deduce che sta crollando la domanda del biglietto verde. Si è ridotta la sua area di circolazione, diminuirà la necessità o l'obbligazione di indebitarsi in dollari per poter comprare petrolio e altre materie prime. Chi di sanzioni ferisce di de-dollarizzazione patirà.
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