L’Europa è stata semplicemente ingannata La multinazionale petrolifera nordamericana ExxonMobil ha dichiarato che l'estrazione in Polonia non è redditizia, pertanto rinuncia alla concessione per la perforazione e lo sfruttamento dei giacimenti di shale gas, teoricamente più grandi d'Europa. La ExxonMobil shale gas ha costi troppo alti.
Washington aveva promesso ben 5 miliardi di metri cubi di shale gas, teoricamente estraibili in Polonia; poi erano scesi a un più prudente obiettivo di 500 miliardi di metri cubi, ma anche questa quantità si è mostrata impossibile da raggiungere. Nel miglior dei casi, la Polonia potrebbe soltanto ridurre la sua dipendenza dal gas russo, perché dei 14 miliardi di metri cubi, che i polacchi consumano annualmente, due terzi sono forniti da Gazprom.
Nel 2009 la Exxon aveva già rinunciato ai lavori in Ungheria, dopo aver speso 75 milioni di dollari, perché nei pozzi c'era più acqua che gas. A dimostrazione che la "rivoluzione" promessa è stata solo un'esca della Casa Bianca, a cui la classe dirigente europea ha morso volentieri. E' un gas difficile, persino quando i prezzi del petrolio sono alti. Ora che i prezzi sono andati giù, il margine è troppo stretto. Non solo i costi finanziari, ma anche quelli ecologici. La tecnologia di estrazione prevede il consumo di grandi quantità di acqua che in Europa scarseggia. La Cina non inizia l'estrazione del suo shale gas, sebbene vi siano stati scoperti parecchi giacimenti, ed ha preferito chiudere il mega-accordo energetico con la Russia per il più grande gasdotto del mondo.
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