Attilio Folliero, Caracas 01/02/2007
In Venezuela, i media di opposizione accusano Chávez di essere un dittatore che reprime la libertà di stampa!
La verità - come mostra la copertina che proponiamo - i media venezuelani di opposizione non solo sono liberi di dire tutto e di più, ma spesso commettono un reato che in Italia si chiama diffamazione. La cosa grave, però è che non gli succede assolutamente niente! La magistratura di questo paese permette l'impunità. Non è possibile che un giornale, come Tal Cual, diretto da Teodoro Petkoff, possa impunemente diffamare il Presidente della Repubblica nel modo come lo mostriamo.
La copertina in questione ha provocato la reazione non solo nostra, ma anche di giornalisti come Piero Armenti de La Voce d'Italia, giornale notoriamente vicino alle posizioni dell'opposizione, che nel suo Notizie da Caracas, titola "Teodoro Petkoff è impazzito".
In Italia la diffamazione a mezzo stampa è punita dall'articolo 595 del Codice Penale che recita: "Se l'offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a lire un milione" (da aggiornare ad euro - ndr).
Ciò premesso, continuamente su stampa e televisione venezuelana leggiamo ed ascoltiamo notizie false, tendenziose e diffamatorie. Queste notizie, poi riprese dai suoi alleati all'estero, vogliono far apparire Chávez come un dittatore. La scusa, adesso, è la cosiddetta "Legge Abilitante" per la quale il Presidente del Venezuela, in questo caso Hugo Chávez, avrà podestà legislativa in alcune materie.
C'è da dire che queste leggi comunque dovranno essere ratificate dal Parlamento. Inoltre, in tali leggi non c'è assolutamente niente di dittatoriale; noi, in Italia abbiamo la stessa figura: i decreti legge. I decreti legge sono presenti, con nomi differenti (chi ha studiato diritto costituzionale comparato conosce la materia) in tutte le costituzioni democratiche del mondo. I decreti legge altro non sono che la possibilità per un governo di legiferare, in eccezione alla Legge che prevede la podestà legislativa riservata al Parlamento. In Venezuela prendono il nome di Ley habilitante. Siamo di fronte alla stessa figura giuridica.
E' vero che in italia a volte si criticano i governi per l'uso eccessivo di questa figura, però nessuno si permette di paragonare il presidente del Consiglio di turno che utilizza i decreti legge a Hitler, come succede in Venezuela. La copertina che mostriamo è del giornale "Tal Cual". Una copertina del genere in Italia avrebbe provocato dibattiti a non finire. Diffamare il Presidente del Consiglio in tale modo avrebbe comportato non solo le pene di cui all'articolo corrispondente del Codice Penale, ma conseguenze ben più pesanti per il giornale colpevole di simile diffamazione.
Il Venezuela sarebbe per questi media il paese della dittatura, il paese della repressione della libertà di stampa. La verità, sotto gli occhi di tutti, è che in questo paese manca l'apparato giudiziario. I media possono dire tutto e di più, con la più assoluta impunità fino al punto di permettersi di confessare in diretta di essere attori protagonisti di un colpo di stato e continuare a trasmettere anno dopo anno. Immaginate in italia, una televisione implicata in un fallito colpo di stato? Cosa gli succederebbe? Pensate che starebbe ancora in linea? Si accusa il Governo Chávez di voler chiudere le televisioni! Negli otto anni di Governo Chávez (meno 47 ore di dittatura; è bene non dimenticarlo) le uniche televisioni silenziate sono state VTV, la televisione dello Strato ed una piccola televisione privata di nome Catia TV; entrambe silenziate dal breve governo del dittatore Carmona e dei suoi complici (nella fattispecie Enrique Mendoza, Governatore dello Stato Miranda, responsabile della chiusura di VTV ed il sindaco di Caracas, Alfredo Peña responsabile della chiusura di Catia TV).
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