domingo, 28 de junio de 2009

Colpo di stato in Honduras

Attilio Folliero, Caracas 28/06/2009

All’alba, un gruppo di militari è entrato con la forza nella residenza del presidente dell’Honduras, Manuel Zelaya; lo hanno sequestrato, portato all’aeroporto e fatto salire su un aereo, che si è diretto a San Jose di Costa Rica, dove è stato letteralmente scaricato e lasciato in mutande. Manuel Zelaya in persona dichiarando a Telesur, ha spiegato come si sono svolti i fatti; ha negato di aver chiesto asilo politico al Costa Rica, dichiarandosi “ospite momentaneo” ed ha annunciato che sarà presente alla riunione dei paesi dell'ALBA, prevista per domani a Managua in Nicaragua.

Anche la Ministra degli Esteri, la combattiva Patricia Rodas, è stata sequestrata e portata ad una base aerea militare; al momento non si conoscono le sue condizioni. Gli ambasciatori del Venezuela, di Cuba e del Nicaragua, appena al corrente dei fatti sono andati a portare solidarietà e protezione internazionale a Patricia Rodas, ma i militari in disprezzo di tutte le norme internazionali, disconoscendo la convenzione di Vienna, hanno sequestrato e maltrattato anche i tre; l’ambasciatore del Venezuela è poi stato rilasciato in una strada nei pressi della base aerea e si è potuto mettere in contatto con le autorità del proprio paese.

Il commando militare, responsabile di questo golpe, sembra intenzionato a far giurare come presidente della Repubblica l’attuale presidente del Congresso Nazionale Micheletti. A giustificazione del giuramento, adducono la rinuncia del Presidente Zelaya, cosa del tutto falsa e negata dallo stesso Zelaya.

Intanto, in tutto l’Honduras manca l'elettricità e la Tv di Stato è stata oscurata. Il golpe è stato prontamente condannato da tutti gli organismi internazionali, dalla Comunità Europea, da Insulsa presidente della OSA (Organizzazione degli Stati Americani) e dalla presidente cilena Bachelet, attuale presidente di UNASUR, l’Unione degli stati sudamericani.

Honduras è uno dei nove paesi membri dell’ALBA, l’Alleanza dei Popoli Bolivariani, organizzazione di Paesi Latinoamericani, fondata nel 2004 da Chávez e Fidel Castro, cui si sono aggiunti successivamente altri sette stati, tra cui appunto l'Honduras.

Chávez appena avvertito si è prontamente attivato, consultando tutti i membri della organizzazione ed i principali governanti dell'America Latina. Dalla sua residenza ha responsabilizzato di questo colpo di stato l’alto comando militare dell'Honduras ed avvertito che non avrebbe tollerato un Micheletti presidente; per lui il presidente dell’Honduras è e rimane il presidente eletto, ossia Manuel Zelaya. Ha avvertito, in diretta Tv, che l’Alba di fronte ad un colpo di stato in uno di paesi membri, non può rimanere a guardare, alludendo anche ad un possibile invio di truppe militari della coalizione per ristabilire l’ordine costituzionale.

Ricordiamo che in Honduras era prevista per oggi una consultazione popolare; non un referendum, ma una sorta di inchiesta per chiedere al popolo se nel prossimo referendum di fine anno, era d'accordo ad aggiungere una ulteriore domanda, concernente la possibilità di chiamare ad una successiva consultazione referendaria per chiedere una riforma costituzionale; ossia una domanda del tipo "Sei d'accordo che nel prossimo referendum venga aggiunta una domanda con la quale chiedere al popolo se sia d'accordo ad indire un referendum per una riforma della costituzione?" E' bastata questa semplice domanda per spaventare l’estrema destra honduregna, di cui i militari golpisti sono solo i portavoce.

Mentre in Honduras migliaia di persone stanno protestando davanti al palazzo presidenziale, chiedendo ad alta voce il ritorno del presidente eletto, in tutti i paesi dell’Alba i popoli sono mobilitati; in particolare a Caracas si stanno avendo grandi raduni, sia davanti l’Ambasciata dell’Honduras, che davanti il palazzo presidenziale.

Anche gli Stati Uniti si sono pronunciati, dichiarandosi estranei a questo colpo di stato e riconoscendo in Manuela Zelaya il Presidente dell’Honduras.

Nelle foto di seguito le proteste popolari in Honduras













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