Stefano Zecchinelli, Osservatorio Anticapitalista/L'Interferenza, 17/05/2015
"I fascisti non sono esseri umani. Un serpente è più umano di un fascista” (Hugo Chavez).
L’imperialismo statunitense non vuole rinunciare per nessuna ragione alla possibilità di rovesciare, con un colpo di Stato violento, il governo progressista di Nicolas Maduro in Venezuela. Nonostante il Partito Socialista Unito Venezuelano goda dell’appoggio della stragrande maggioranza del popolo e delle classi lavoratrici, Washington non rinuncia ad un piano eversivo che gli permetterebbe – qualora e disgraziatamente andasse in porto – di egemonizzare l’intera regione.
La lotta per la democrazia e l’autodeterminazione – che ha come terreno di scontro anche la rete e l’informazione – necessita di una conoscenza più ampia. E’ doveroso difendere il legittimo governo venezuelano e l’esperimento socialista iniziato da Hugo Chavez. A tal fine dobbiamo innanzitutto rispondere a questa fondamentale domanda: chi è il nemico?
L’oggetto di questo articolo è quello di porre all’attenzione dei lettori le analogie politiche fra la destra venezuelana ed il fascismo europeo.
I terroristi antichavisti venezuelani e colombiani agiscono nell’interesse degli Usa in quanto agenti provocatori e “vendi patria” (definizione ricorrente nel Sudamerica ). La loro ideologia è profondamente razzista e si richiama a quella dei colonialisti spagnoli contro le popolazioni amerinde. Possiamo dire che c’è un odio etnico e di classe allo stesso tempo, diffuso fra l’oligarchia e vasti settori della borghesia nazionale. Il sentimento antidemocratico della destra, affonda le sue radici e trova riscontro nel disprezzo nei confronti del fronte chavista, reo – a loro dire – di aver strappato il Venezuela dalla morsa del colonialismo. Questi gruppi paramilitari sono rappresentanti degli interessi dell’industria transnazionale ed il loro obiettivo è quello di riconsegnare il paese alle forze oligarchiche e al “padrone” nord-americano. Qualsiasi onesto osservatore noterà che i loro attentati sono rivolti contro le istituzioni pubbliche le quali che hanno portato ai lavoratori diritti e democrazia, consegnando ai ceti popolari e proletari un effettivo potere di autodecisione.
Fatta questa premessa, è importante inquadrare metodologicamente la questione. James Petras, sociologo marxista sostenitore non acritico della Rivoluzione bolivariana, inquadra così il fascismo:
“In Germania, Italia, Spagna, Francia e Cile i movimenti fascisti iniziarono come piccoli gruppi terroristi che conquistarono l’appoggio finanziario dell’élite capitalista per via della loro violenza nei confronti delle organizzazioni della classe lavoratrice e delle istituzioni democratiche. Il loro reclutamento si svolgeva principalmente tra gli studenti universitari della classe media, liberi professionisti appartenenti all’élite (in particolare i medici) e ufficiali di alto rango, attivi o messi a riposo – uniti dalla loro ostilità contro l’ordine democratico"
Una analisi che trova ampio riscontro nella letteratura marxista e si riaggancia direttamente a quello che scrisse Leon Trotsky contro la brutalità delle bande armate mussoliniane: “Che cos’è il fascismo? Può il fascismo durare un periodo di tempo lungo, indeterminato? Il fascismo è un’organizzazione di lotta della borghesia nel momento e per i bisogni d’una guerra civile. Questo è il fascismo” (Leon Trotsky, Scritti sull’Italia, Editore Massari)
Uno studio approfondito ci dimostra che non è possibile nessuna pacificazione con la destra venezuelana, del tutto dipendente dalle centrali di comando statunitensi.
Una delle principali organizzazioni eversive di destra si chiama Juventud Activa Venezuela Unida ( JAVU ), la quale mira alla “deposizione dell’usurpatore Nicolas Maduro”. Non si capisce perché Maduro – leader che gode dell’appoggio popolare – sarebbe un usurpatore, ma ciò che dobbiamo tenere presente è l’affiliazione di questa organizzazione all’OTPOR, struttura golpista in mano al finanziere e speculatore internazionale George Soros. Sappiamo anche, tramite le recenti rivelazioni di Wikileaks, che l’OTPOR opera in Venezuela dal 2006, affiancata da un’altra ONG denominata CANVAS. Le relazioni fra queste strutture eversive sono molto strette ed i loro leader ammettono senza problemi che “le organizzazioni internazionali che ci stanno appoggiando in questo momento sono sempre state al nostro fianco, non soltanto nelle questioni delle proteste, ma anche nelle questioni inerenti la formazione, e noi siamo sempre stati al loro fianco. Non ce ne vergogniamo e non ci fa paura dirlo” (Fonte: http://www.comitatobolivariano.info/index.php?option=com_content&view=article&id=1357:i-cuccioli-dellanreazione&catid=38:politica&Itemid=2)
La CIA è sempre molto attenta nell’osservare i giovani figli della borghesia, selezionando i più capaci ed offrendo loro generose borse di studio. Nel linguaggio nord-americano questi giovani prendono il nome di “serbatoi di pensiero”. Faccio un solo esempio: Yon Goicoechea studiò alla Columbia University. Nel 2007 venne messa alla guida delle proteste antigovernative ricevendo, l’anno dopo, una bella ricompensa per il lavoro svolto contro il suo popolo: il Premio Milton Friedman da parte del Cato Institute ed una borsa di mezzo milione di dollari.
Durante le dittature di Hitler e Mussolini in Europa negli anni ’30, una gran parte della piccola e della media borghesia, divenne il ceto sociale di riferimento e in parte anche il braccio armato del grande capitale (che guardava a Londra) contro il mondo del lavoro. La stessa cosa accade oggi in Venezuela: la classe media ideologizzata dai mass media statunitensi diventa il piede di porco del neoliberismo, spalancando le porte, contro un governo popolare, alle multinazionali di Washington. Un’ analogia storica molto evidente e assai difficile da smentire.
Il giornalista de “La Jornada”, Luis Hernandez Navarro, è molto preciso nel trattare l’argomento per poi arrivare a questa conclusione “Questi giovani sanno bene quello che fanno: promuovono la destabilizzazione politica. Ricevono finanziamenti internazionali. Militano nelle fila dell’ultradestra e dell’anticomunismo. Sono xenofobi. Sono vincolati con organizzazioni naziste e conservatrici in diversi paesi. E marciano gomito a gomito con politici della destra estrema come Leopoldo López, María Corina Marchado e Antonio Ledezma”. Come non condividere queste parole ? Lo Stato indipendente venezuelano è minacciato da una eversione terroristica da parte dell’estrema destra: una reazione di chiaro stampo paramilitare e borghese che ha come fine la riconsegna del paese all’imperialismo di Washington. Non credo che la cosa sia equivocabile.
I rappresentati del partito antichavista, “Primero Justicia”, sono tutti affiliati alla setta fondamentalista chiamata “Tradizione, Famiglia e Proprietà” ( TFP ). Che cos’è TFP?
Fondata dall’oligarca brasiliano Plinio Correa de Oliveira questa organizzazione elitaria si connotò per il suo appoggio alle molteplici dittature militari filo-Usa e la sua battaglia “dottrinale” contro la Teologia della liberazione. Ben appoggiato e finanziato dai vari centri di potere occidentali, Correa, creò una vera e propria Internazionale Nera nel mondo. Ecco i partiti affiliati a TFP: "TFP cuenta con filiales en numerosos países de América y en España, Italia y Francia. Emplean, entre otros, los nombres de “Siempreviva”, “Sagrada Esclavitud”, “Ermitaños de San Benito”, Centro Cultural Reconquista (en Portugal), Young Canadians for a Christian Civilization (en Canadá), Tradición y Acción por un Perú Mayor (en Perú), Jóvenes Bolivianos pro Civilización Cristiana (en Bolivia), y Acción por un Uruguay Auténtico, Cristiano y Fuerte (en Uruguay), “SOS Familia”, “Sociedad Cultural Covadonga” (en España), “Acción Familia” (en Chile), siendo su principal órgano de difusión la revista Catolicismo” (Fonte: Aporrea)
Un’ indagine approfondita ci fa capire anche quali siano le origini di queste organizzazioni: i fondamentalisti di TFP hanno i loro padrini nell’istituto Lepanto Foundation di Washington dove il testo “Rivoluzione e controrivoluzione” (scritto dal padre-fondatore di questa inedita azienda) è una sorta di testo sacro. Coincidenza?
Sappiamo che in Venezuela gente come Henrique Capriles, Leopoldo Lopez e Maria Corina Machado sono all’interno di TFP contro le stesse leggi nazionali. Il giornalista di Aporrea, Oscar Jimenez, lo ribadisce senza mezzi termini: “Capriles Radonski y Leopoldo López fueron miembros, en la “legalidad” del momento, del grupo fanático-religioso-terrorista, Tradición Familia y Propiedad (TFP) y se mantienen activos en el mismo desde la ilegalidad, desde el momento en que el grupo fue prohibido en Venezuela en el año 1984 debido a un abortado plan para asesinar al Papa Juan Pablo II durante su visita a Venezuela; donde se determinó que el cabecilla del complot era el ciudadano venezolano Alejandro Peña Esclusa quien en la actualidad es miembro del grupo asesor del candidato Capriles” (Fonte: http://www.aporrea.org/tiburon/a143239.html).
La sinistra sudamericana – da James Petras ad Aporrea – parla di “guerra neonazi” contro il Venezuela. Come fronteggiare questa minaccia che coinvolge i democratici e gli antimperialisti anche in Europa? “I leader legislativi sono messi a confronto con la psicologia politica del fascismo – dice Petras – che interpreta le proposte di conciliazione politica e mitezza giudiziaria da parte del presidente come se fossroe una debolezza che deve essere sfruttata con altra violenza”.
Il governo legittimo venezuelano sa che la “derecha” è appoggiata da vasti settori della oligarchia, dai ricchi imprenditori filo statunitensi, dalla elite parlamentare. Un anello che deve essere rotto incentivando le politiche anticapitaliste, aumentando le nazionalizzazioni, radicalizzando la riforma agraria. Il compromesso sarebbe un suicidio politico oltre che sociale. Una prova dura ma come ebbe a dire un militante chavista “dalla ragione oltre che dalla forza saranno sconfitti”.
Fonti:
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