Tito Pulsinelli, Selvas, 24/03/2016
Le bombe esplose a Bruxelles, vale a dire nella capitale della NATO, stanno a dimostrare che non è in grado di garantire la sicurezza né al Belgio né agli europei. "Più Europa" grida all'unisono il ceto politico atlantista. Sempre in ritardo di una guerra, e incurante di coadiuvare e finanziare bellicismi programmati dal tribalismo finanziario, e coordinati dal braccio militare dell'asse Washington-Tel Aviv. Paradosso di finanziare e intrupparsi in tutte le guerre non-convenzionali e poi dover subire l'assorbimento forzato di masse di profughi. Vittime pianificate a cui anglosassoni e derivati, petromonarchie e Israele sbarrano la porta della loro casa.
L'UE, la cui inconsistenza è notoria visto l'azzeramento della possibilità di tracciare qualche segmento di politica internazionale sovrana, ha ribadito con forza il suo stato confusionale e lo slittamento verso la dimensione di "appendice geografica". Con la capitolazione della signora Merkell ai piedi del sultano Erdogan, si consacra la subordinazione a Wahington e la concessione di una patente corsara con cui la Germania schiaccia il resto dell'UE.
Sarà pure una casualità però Bruxelles -dopo Parigi- è la capitale della seconda nazione europea ad aver riconosciuto lo stato della Palestina (1). L'arrogante e docile Berlino è vessillo d'una schizofrenia che non rappresenta più un continente. Chiamato ora a ben altra missione storica nel concerto di complementarietà e confluenza dei blocchi continentali. Impossibilità del multipolarismo? Forse è la "sindrome di Stoccolma" che affligge i relegati nei bunkers dell'atlantismo, angosciati dall'egemonismo assoluto in via di evaporazione.
A differenza degli USA, l'Europa ha molteplici opzioni davanti a sé, più orizzonti aperti per il suo futuro. Ha molto di più e di meglio da esportare che "diritti umani" forzati. Parodie con pretese universaliste, in realtà feticci tribali per nutrire economie anoressiche e i deliri di onnipotenza dei nuovi fabbricanti e grossisti del denaro. Chi semina guerra civili raccoglie tempeste, anche ritiene che si abbatteranno sempre lontano dalle loro frontiere. Il diritto -umano o no- è una cosa, la predazione permanente è altra cosa. L'Europa deve cominciare a difendere i propri interessi, pertanto a combattere le sue battaglie, non quelle d'altri.
Le bombe, a parte tutto, sono il concime ideale per trapiantare in Europa il cosiddetto trattato commerciale transatlantico. Più che manna del neoliberismo è un cappio che i parlamenti cooptati si apprestano a stringere in modo occulto alla gola delle maggioranze.
Nota
(1) Il 22 marzo 2016, il ministro degli Esteri palestinese Riyad al-Malqi, doveva comparire dinanzi alla commissione affari esteri di Bruxelles per discutere come riavviare il processo di pace in Medio Oriente.
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