sábado, 2 de abril de 2016

Lugarah, l'ultima città musulmana (Alla scoperta della Lucera musulmana nascosta)

Gruppo Archeologico Daunio/Facebook - Foto archivio Attilio Folliero 

WALKING TOUR alla scoperta della Lucera musulmana nascosta Domenica 3 aprile dalle ore 15:30 alle ore 19:00. Informazioni e prenotazioni 328 1499808 - 339 6449754 (Gruppo Archeologico Daunio)


Sulle tracce di edifici, case-torri, cube, cortili, reticoli viari superstiti della “Lugerah” musulmana (secondo fonti arabe Lūshīra o Lūǧāra o Lugarah) presenti nel tessuto urbano di Lucera e nel centro militare dei Saraceni: il Castello svevo.

Visita guidata al Museo “Fiorelli” che custodisce le splendide protomaioliche medievali prodotte dai musulmani di Lucera.

ʺPresso il paese nel quale io soggiornavo, è una città chiamata Lugarah, gli abitanti della quale sono tutti Musulmani di Sicilia, e quivi si fa la pubblica preghiera del venerdì e si compiono pubblicamente i riti dellʹislamismo; ...e io vidi che i principali della corte di Manfredi erano Musulmani, e che nel suo campo si faceva pubblicamente lʹhidan e la preghiera giornalieraʺ. Gamàl ad Din, 1261.

Matteo da Parigi nel ʺChronica Maioraʺ scrive che nel 1254 dimorano in Lucera circa sessantamila guerrieri arabi. Ma chi sono?

Dal 1223 al 1225 una volta domati da Federico II, i Saraceni ribelli di Sicilia vengono inviati in diversi centri della Calabria e della Capitanata. I musulmani si adattano malvolentieri alla nuova vita e già nel 1224 a Lucera i primi gruppi si ribellano, ma vengono prontamente sottomessi. 


Federico II il 25 dicembre 1239 emana un decreto, in base al quale tutti i Saraceni del continente devono essere concentrati a Lucera. Uno dei principali motivi per cui Federico II concentra i Mori a Lucera è il desiderio di ripopolare di lavoratori quella zona devastata da Longobardi, Bizantini, Franchi e Normanni. Le terre del regio demanio vengono quindi assegnate ai coloni arabi. Federico II concede in mezzadrìa ai saraceni animali da lavoro e altro bestiame. Numerose stazioni di allevamento vengono stabilite in tutto il territorio di Lucera e della provincia. Nella colonia saracena di Lucera fioriscono anche le arti di operai specializzati: sellai, tappezzieri, intarsiatori, carpentieri, armaioli, fabbricanti di armi e ancora altri.



Eʹ praticato anche il commercio, tanto che nel 1230 i mercanti lucerini vengono esonerati da qualsiasi forma di tributo su tutte le merci, che vendono o comprano in Puglia, in Calabria e nelle altre zone. Dei saraceni Federico II si serve per le opere di fortificazioni e per la costruzione di nuovi edifici. Poderose mura vengono costruite intorno alla città e viene innalzato il Castello svevo.

I Saraceni prendono parte attiva alla difesa del regno svevo. Ma dopo la sconfitta di Manfredi a Benevento sono costretti a implorare clemenza dagli Angioini. Smantellano le mura, aboliscono le difese della città, accettano di pagare un tributo annuo e promettono di accogliere i predicatori del Vangelo cristiano.

Si ribellano nel 1268, in occasione della discesa di Corradino di Svevia. Ma, dopo l’uccisione del re a Tagliacozzo, vengono assediati e nel 1269 devono arrendersi e i capi dei Saraceni vengono giustiziati.

Fino al 1296, per quasi 30 anni, gli Angioini tollerano la colonia, la Lucera Saracenorum, fino a quando Carlo II d ʹAngiò decide di sterminare definitivamente i Saraceni il cui malcontento si manifestava in forme violente a causa della pressione tributaria angioina divenuta ormai insostenibile, e a causa delle continue ingiustizie a cui i saraceni sono sottoposti da parte del re, dei suoi funzionari.

Sui tetti delle case di Lucera i resti delle cappelle saracene
L’epilogo si consuma il 21 agosto del 1300 in cui viene effettuato un vero e proprio massacro non soltanto degli uomini in arme ma di interi nuclei familiari all’interno della città, mentre i superstiti vengono deportati e dispersi in altre zone d’Italia. Decretata la fine della colonia lucerina che ha prosperato indisturbata per circa 80 anni come un’enclave all’interno dell’orbe cristiano, la città muta il nome in Civitas Sanctae Mariae.


Ma nonostante le distruzioni e le sovrapposizioni successive ancora oggi è possibile rintracciare nel tessuto urbano le tracce della città musulmana.

 
Resti di Castel Fiorentino dove il 13 dicembre 1250 è morto Federico II

Per 80 anni "Lucera saracenorum" è stata una città musulmana nel cuore della cristianità. Protetta da Federico II, rappresentava un'aperta sfida al Papato perché i musulmani vi praticavano liberamente la loro fede. In poco tempo Lugarah, com'era chiamata dai suoi abitanti islamici ed indicata sulle mappe dell'epoca, si dotò di moschee, minareti, cube, e le architetture tipiche della Sicilia musulmana.

Cosa resta di quel mondo che ha reso celebre la città pugliese nel mondo cristiano? Andremo alla scoperta di quanto è sopravvissuto di quegli anni in cui il canto del muezzìn accompagnava il riposo dell'imperatore cristiano.




Fortezza Svevo-Angioina



PROGRAMMA


Inizio ore 15,30,meeting point: ingresso Castello Svevo-angioino

• Il Castello Svevo: la guarnigione saracena di Federico II

• Il tessuto urbano musulmano: edifici, case-torri, cube, cortili, vie e architetture superstiti

• Museo Civico “Fiorelli”: le splendide protomaioliche musulmane medievali di Lucera

La visita si concluderà, per chi volesse partecipare, con un ristoro presso Martin’s Pub nell’elegante piazza Duomo di Lucera.

Quota di partecipazione: 10 € + 3 € ingresso museo (minori gratis)

Informazioni e prenotazioni 328 1499808 - 339 6449754 (Gruppo Archeologico Daunio)


La dove sorge oggi la Cattedrale, al tempo di Lugarah c'era la moschea





Lucera: a passeggio tra la storia
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