Attilio Folliero, Caracas 20/04/2016 - Modificato 14/05/2016
Il 16 aprile scorso è stata vilmente assassinata a Guatire, città dormitorio all'estrema periferia di Caracas, Yeimy del Carmen Gomez Gil. E' stata assassinata per essersi coraggiosamente opposta al contrabbando ed alla mafia degli alimenti.
In Venezuela, il popolo sta soffrendo per la scarsità di cibo, che la mafia organizzata vende di contrabbando a prezzi esorbitanti. Per reagire a queste mafie il popolo, favorito dalla politica governativa, si sta organizzando distribuendo il cibo attraverso un programma sociale denominato "casa per casa".
In Venezuela gli unici negozi che vendono cibo a prezzo controllato sono quelli statali (catena PDVAL e Mercal); le mafie organizzate, attraverso azioni di violenza si appropriano di gran parte del cibo venduto anche in questi negozi, per rivenderlo di contrabbando. Le persone si mettono in fila davanti ai negozi ore prima dell'apertura, magari dalla sera anteriore; poco prima dell'apertura, sempre più spesso si presentano bande di delinquenti armati fino ai denti che scavalcando la fila si mettono davanti a tutti o addirittura obbligano le persone ad andarsene. In questo modo le mafie riescono ad impossessarsi del cibo, che poi viene rivenduto a prezzi enormemente superiori, fino a cento volte ed oltre.
Per lottare contro l'accaparramento da parte delle mafie organizzate è stato lanciato un programma in cui il cibo viene distribuito "casa per casa" grazie alla collaborazione dei negozi statali con i consigli comunali, che rappresentano la massima espressione del popolo auto-organizzato.
Il Consiglio comunale (Consejo comunal), organizzazione capillarmente distribuita su tutto il territorio nazionale, innanzitutto effettua un censimento delle famiglie residenti nel proprio ambito territoriale; la quantità di cibo che arriva al negozio statale dipende dal numero di famiglie censite; se per esempio nell'ambito di un consiglio comunale sono censite 500 famiglie, arriva cibo per detto numero; il capo famiglia (o una persona da lui autorizzata) è convocato per un determinato giorno della settimana e ritira la "borsa alimentare" tramite un documento previamente timbrato e firmato dal Consiglio Comunale. In determinati casi, in determinate zone il cibo è materialmente distribuito casa per casa.
In questo modo si garantisce ad ogni famiglia censita una "borsa" contenente i prodotti alimentari più importanti, per esempio 3 kg di farina di mais, un kg di latte in polvere, una bottiglia di olio per friggere, due kg di fagioli, un kg di caffè, un kg di zucchero, due kg di pasta, un pollo, formaggio, ecc...; fermo restante alcuni prodotti, il contenuto può variare di volta in volta.
In questo modo si sta riuscendo a combattere la speculazione, il contrabbando, le mafie organizzate e la corruzione. Infatti, succedeva anche che quando il cibo arrivava al negozio, impiegati corrotti vendevano al pubblico solo una piccola parte della quantità ricevuta ed il resto lo vendevano alle mafie, in cambio di una "mazzetta". Adesso, tutto il processo di distribuzione avviene sotto uno stretto controllo del popolo auto-organizzato: nel momento in cui arriva il camion col cibo, rappresentanti del Consiglio comunale, ovvero il popolo, verifica la quantità arrivata, quindi si passa al processo di imbustamento e distribuzione sempre sotto gli occhi attenti del popolo.
In questo modo il cibo è sottratto alle mafie ed arriva direttamente al popolo. Ovviamente la reazione delle mafie non si è fatta attendere: gli attivisti più in vista sono stati minacciati di morte in molte zone e purtroppo in alcuni casi sono stati ammazzati. E' precisamente il caso della povera Yeimy del Carmen Gomez Gil, che è stata vilmente assassinata dopo che in precedenza era stata minacciata. Yeimy del Carmen Gomez Gil era impegnata ad organizzare il consiglio comunale della sua zona, organizzazione che ovviamente ha inciso sui "guadagni" dei mafiosi del cibo che l'hanno ammazzata. Purtroppo il caso di Yeimy non è isolato. Il popolo quando lotta per i propri diritti, quando lotta contro le mafie organizzate paga sempre un tributo molto alto. In Venezuela era già successo con la riforma agraria e la distribuzione ai contadini delle terre confiscate ai latifondisti: centinaia di contadini sono stati assassinati dai sicari assoldati dagli antichi proprietari.
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Il 16 aprile scorso è stata vilmente assassinata a Guatire, città dormitorio all'estrema periferia di Caracas, Yeimy del Carmen Gomez Gil. E' stata assassinata per essersi coraggiosamente opposta al contrabbando ed alla mafia degli alimenti.
In Venezuela, il popolo sta soffrendo per la scarsità di cibo, che la mafia organizzata vende di contrabbando a prezzi esorbitanti. Per reagire a queste mafie il popolo, favorito dalla politica governativa, si sta organizzando distribuendo il cibo attraverso un programma sociale denominato "casa per casa".
In Venezuela gli unici negozi che vendono cibo a prezzo controllato sono quelli statali (catena PDVAL e Mercal); le mafie organizzate, attraverso azioni di violenza si appropriano di gran parte del cibo venduto anche in questi negozi, per rivenderlo di contrabbando. Le persone si mettono in fila davanti ai negozi ore prima dell'apertura, magari dalla sera anteriore; poco prima dell'apertura, sempre più spesso si presentano bande di delinquenti armati fino ai denti che scavalcando la fila si mettono davanti a tutti o addirittura obbligano le persone ad andarsene. In questo modo le mafie riescono ad impossessarsi del cibo, che poi viene rivenduto a prezzi enormemente superiori, fino a cento volte ed oltre.
Per lottare contro l'accaparramento da parte delle mafie organizzate è stato lanciato un programma in cui il cibo viene distribuito "casa per casa" grazie alla collaborazione dei negozi statali con i consigli comunali, che rappresentano la massima espressione del popolo auto-organizzato.
Il Consiglio comunale (Consejo comunal), organizzazione capillarmente distribuita su tutto il territorio nazionale, innanzitutto effettua un censimento delle famiglie residenti nel proprio ambito territoriale; la quantità di cibo che arriva al negozio statale dipende dal numero di famiglie censite; se per esempio nell'ambito di un consiglio comunale sono censite 500 famiglie, arriva cibo per detto numero; il capo famiglia (o una persona da lui autorizzata) è convocato per un determinato giorno della settimana e ritira la "borsa alimentare" tramite un documento previamente timbrato e firmato dal Consiglio Comunale. In determinati casi, in determinate zone il cibo è materialmente distribuito casa per casa.
In questo modo si garantisce ad ogni famiglia censita una "borsa" contenente i prodotti alimentari più importanti, per esempio 3 kg di farina di mais, un kg di latte in polvere, una bottiglia di olio per friggere, due kg di fagioli, un kg di caffè, un kg di zucchero, due kg di pasta, un pollo, formaggio, ecc...; fermo restante alcuni prodotti, il contenuto può variare di volta in volta.
In questo modo si sta riuscendo a combattere la speculazione, il contrabbando, le mafie organizzate e la corruzione. Infatti, succedeva anche che quando il cibo arrivava al negozio, impiegati corrotti vendevano al pubblico solo una piccola parte della quantità ricevuta ed il resto lo vendevano alle mafie, in cambio di una "mazzetta". Adesso, tutto il processo di distribuzione avviene sotto uno stretto controllo del popolo auto-organizzato: nel momento in cui arriva il camion col cibo, rappresentanti del Consiglio comunale, ovvero il popolo, verifica la quantità arrivata, quindi si passa al processo di imbustamento e distribuzione sempre sotto gli occhi attenti del popolo.
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