viernes, 20 de julio de 2007

Non violentiamo Gramsci, non violentiamo la storia (Sul socialismo)

Attilio Folliero, LPG, Caracas, 20/07/2007

Vedasi anche:
Hugo Chávez parla di Antonio Gramsci

Dal giorno in cui Hugo Chávez ha cominciato a parlare di Antonio Gramsci, tutti sono diventati gramsciani, magari anche quegli italiani capitalisti, che avversano il comunismo e lo hanno sempre avversato. Ora tutti sono Gramsciani! Sembra un Gramsci per tutte le stagioni, quello di cui molti si appropriano e parlano. 

Si è perfino arrivati a parlare di un Gramsci “liberal” e recentemente Beppe Vacca, presidente della Fondazione Gramsci ha dichiarato che anche il pensiero di Gramsci è alla base del nascente Partito Democratico. Non si può essere d'accordo: come pensiero ispiratore del nascente Partito Democratico italiano vi sono Kennedy, Popper ed altri personaggi che non hanno niente a che fare con la sinistra e soprattutto gli ideali del comunismo, di cui Gramsci è espressione. Come potrebbero convivere Gramsci e Kennedy?

La conquista dello stato (Antonio Gramsci)

Antonio Gramsci, L'Ordine Nuovo, 12 luglio 1919

La concentrazione capitalistica, determinata dal modo di produzione, produce una corrispondente concentrazione di masse umane lavoratrici. In questo fatto bisogna cercare l'origine di tutte le tesi rivoluzionarie del marxismo, bisogna cercare le condizioni del costume nuovo proletario, dell'ordine nuovo comunista destinato a sostituire il costume borghese, il disordine capitalistico generato dalla libera concorrenza e dalla lotta di classe. Nella sfera dell'attività generale capitalistica, anche il lavoratore opera sul piano della libera concorrenza, è un individuo-cittadino. Ma le condizioni di partenza della lotta non sono uguali per tutti, nello stesso tempo: l'esistenza della proprietà privata pone la minoranza sociale in condizioni di privilegio, rende impari la lotta.

Manifesto ai lavoratori italiani (Comitato Centrale del Partito comunista d'Italia)

Comitato Centrale del Partito comunista d'Italia (Bordiga, Gramsci e Terracini), 30/01/1921

Manifesto ai lavoratori italiani

All'indomani della fondazione del Partito Comunista d'Italia, l'appello dove si spiega il perché della scissione. Gennaio 1921, da Il Comunista del 30 gennaio 1921.

A Livorno si tiene il XVII Congresso del P.S.I. Il 21 gennaio al suo termine le tre diverse mozioni congressuali vanno ai voti: la mozione di Firenze (massimalisti) prende 98.028 voti, la mozione di Reggio Emilia (riformisti) 14.695 e quella di Imola (comunisti) 58.783. Questi ultimi abbandonano la sala e si riconvocano al Teatro San Marco per deliberare la costituzione del Partito Comunista. Quello qui di seguito è il manifesto con cui il nuovo partito ripercorre tutti i passaggi che hanno reso inevitabile la scissione.

No violamos a Gramsci, No violamos la historia (El socialismo)

Attilio Folliero, LPG, Caracas, 20/07/2007

Vedasi anche:
Hugo Chávez parla di Antonio Gramsci

Desde el día en que Hugo Chávez empezó a hablar de Antonio Gramsci, todos se han convertidos en gramscianos, hasta los capitalistas italianos que por toda su vida han luchado en contra del comunismo. Ahora todos son gramscianos! Gramsci para todas las estaciones! Gramsci para todos! Hay quien ha llegado a hablar por fin de un Gramsci "liberal" y muy recientemente, el pasado 27 de abril en una entrevista a la RAI a raíz del 70° aniversario de la muerte de Gramsci, Beppe Vacca presidente de la fundación "Antonio Gramsci" ha declarado que también el pensamiento de Gramsci esta a la base de la ideología del naciente Partido Democrático. Véase el video de izquierda, mas adelante.

martes, 17 de julio de 2007

Bolívar, Garibaldi y Gramsci: Emancipación y revolución

Luis Britto García, 17/07/2007



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Las dos  gestas más inspiradoras  para revolucionarios italianos y latinoamericanos son la de Simón Bolívar y la de Giuseppe Garibaldi. Ambos  emprenden  luchas de emancipación política para cortar los vínculos externos que sujetan a sus pueblos a soberanías extranjeras. Ambos emancipan para unificar pueblos liberados. Ambos promueven ideas republicanas, democráticas y de secularización del Estado, y con las limitaciones propias de cada época, planes de reforma social y económica. Los dos emancipadores sufren un destino patético: culminada la epopeya militar, fuerzas oscuras truncan su proyecto  político y social.  Dijo Voltaire que los profetas armados siempre derrotaron a los desarmados. Dos profetas invencibles parecen aniquilados por fuerzas sin rostro y sin armas. Invoquemos al profeta desarmado Antonio Gramsci para identificarlas.

lunes, 16 de julio de 2007

Italianos en Radio Nacional de Venezuela y Radio YVKE presentan el Simposio "Bolivar, Garibaldi y Gramsci" y la canción italiana “Viva Chavez” del Grupo musical de Napoles “I Tre Terroni”

Attilio Folliero, Caracas 16/07/2007 - Actualizado 21/07/2007
Video reinsertado 25/02/2017

Dos representantes de la colectividad italiana, Attilio Folliero y Mimma Di Marcoantonio, han sido entrevistados por Maria Cristina González, Presidenta de Radio YVKE. Los dos italianos, entre otros temas han hablado del Simposio “Bolívar, Garibaldi y Gramsci”.

En la foto: Attilio Folliero (derecha), Mimma Di Marcoantonio (izquierda) y Maria Cristina Gonzales (centro) en RNV

domingo, 15 de julio de 2007

Simposio "Libertad y liberación: Bolívar, Garibaldi y Gramsci"

Attilio Folliero, Caracas 15/07/2007

Del 17 al 20 de julio, cuatros días dedicados a Bolívar, Garibaldi y Gramsci. Un simposio organizado por el Instituto Italiano de Cultura en Venezuela, el Centro de Estudios Latino Americanos Rómulo Gallegos (CELARG), el Ministerio del Poder Popular para las Relaciones Exteriores de Venezuela, la Universidad Latino Americana y del Caribe (U.L.A.C.) de Caracas y elIstituto di Studi Latino Americani (I.S.L.A.) de Pagani, en Italia. Por los italianos este es un año importante porque recuren los aniversarios de dos importantes personajes de la historia de Italia: el 70 aniversario de la muerte de Antonio Gramsci y el 200 aniversario del nacimiento de Garibaldi. En virtud de estos importantes eventos, las instituciones italianas presente en Venezuela conjuntamente a las instituciones venezolanas han organizado este importante simposio. A seguir la relacion entre Libertad y Liberación y el programa completo del evento.

Libertad y liberación: Bolivar, Garibaldi y Gramsci

domingo, 1 de julio de 2007

Hugo Chávez risponde a La Repubblica (Video)

Attilio Folliero, Caracas 01/07/2007

Nel corso della trasmissione domenicale "Alò presidente" del 17 giugno scorso, la trasmissione di maggior ascolto in Venezuela, Hugo Chávez approfitta della presenza della giornalista italiana Sandra Amurri, per rispondere a certa stampa italiana che ha scritto quanto di peggio si poteva inventare su di lui.

Chávez non ha nominato "La Repubblica", ma noi sappiamo bene che si riferiva ad un articolo intitolato "Chávez, il potere è questione di famiglia" di Omero Ciai, apparso in "La Repubblica" del 10/06/2007.

Nel video, Chávez dice: “In Italia, un quotidiano ritenuto di sinistra, parla di Chávez … Chávez … non si sa quanti milioni di dollari, quanta ricchezza possiede, paia di scarpe a non finire, e tre o cinque, tre orologi rolex d’oro e collane d’oro … io si indosso una collana d’oro e la porterò fino al giorno in cui morirò! A questo punto tira fuori la collana, non certo d’oro, ma un semplice laccio di cuoio, in venezuelano detto "escapulario", a cui è appesa l’immagine della madonna. L'escapulario ha piú di cento anni ed è appartenuto a Pedro Perez Delgado, che lo indossava durante le battaglie.

Chavez, il potere è questione di famiglia (Omero Ciai, La Repubblica del 10/06/2007)

Omero Ciai, La Repubblica, 10/06/2007
CHAVEZ, IL POTERE È QUESTIONE DI FAMIGLIA

Sabaneta (Venezuela) – Il Presidente Hugo Chavez ha cinque fratelli. Adan, il maggiore, è ministro dell’educazione. Narciso, detto Nacho, è plenipotenziario, responsabile degli accordi di collaborazione tra il Venezuela e Cuba. Anibal è il sindaco di Sabaneta, un paesello nello stato di Barinas da dove proviene tutta la famiglia.

Per Argeny, il quarto, noto come “Colin Powell”, hanno inventato un incarico su misura: è il segretario di stato di Barinas. Adelis, l’ultimo, è nel consiglio di amministrazione di Sofitasa, una banca privata che gestisce fondi del governo. Il padre del presidente, Hugo de los Reyes Chavez, è il governatore di Barinas, la vera culla della rivoluzione bolivariana, come si legge in un manifesto elettorale dove Hugo in camicia rossa abbraccia il padre ed il fartello Anibal. 

Insegnante elementare in gioventù, famoso come “il maestro”, Hugo del los Reyes sposò Elena la bidella della scuola, madre dei sei fratelli, first lady e chiacchierata “zarina” di quella che tutti chiamano “la famiglia reale del Venezuela”. “Da quando la famiglia è arrivata al potere, nove anni fa, la signora Elena avrà fatto cinque interventi di plastica facciale, ha la scorta, il fuoristrada e un vagone di gioielli che sfoggia come un generale sovietico in pensione”, commenta Antonio Bastidas, un ex consigliere comunale oggi all’opposizione.

International Herald Tribune: Chávez family dogged by nepotism claims

Simon Romero, February 18, 2007

Nota: L'articolo che qui riporto venne pubblicato a questo indirizzo (cliccare). Oggi non è più disponibile, ma è comunque reperibile in web archive. Lo stesso articolo, anche se con titolo differente, venne pubblicato nello stesso giorno (18/02/2007) ed a firma dello stesso autore (Simon Romero) anche dal New York Times. Praticamente lo stesso articolo, anche se in italiano, è stato pubblicato a firma di Omero Ciai da "La repubblica" del 10/06/2007 (leggasi).

 
Screenshot delle pagine dei due articoli in inglese (cliccare per ingrandire) 

CHÁVEZ FAMILY DOGGED BY NEPOTISM CLAIMS