viernes, 20 de julio de 2007

Non violentiamo Gramsci, non violentiamo la storia (Sul socialismo)

Attilio Folliero, LPG, Caracas, 20/07/2007

Vedasi anche:
Hugo Chávez parla di Antonio Gramsci

Dal giorno in cui Hugo Chávez ha cominciato a parlare di Antonio Gramsci, tutti sono diventati gramsciani, magari anche quegli italiani capitalisti, che avversano il comunismo e lo hanno sempre avversato. Ora tutti sono Gramsciani! Sembra un Gramsci per tutte le stagioni, quello di cui molti si appropriano e parlano. 

Si è perfino arrivati a parlare di un Gramsci “liberal” e recentemente Beppe Vacca, presidente della Fondazione Gramsci ha dichiarato che anche il pensiero di Gramsci è alla base del nascente Partito Democratico. Non si può essere d'accordo: come pensiero ispiratore del nascente Partito Democratico italiano vi sono Kennedy, Popper ed altri personaggi che non hanno niente a che fare con la sinistra e soprattutto gli ideali del comunismo, di cui Gramsci è espressione. Come potrebbero convivere Gramsci e Kennedy?

Questa sinistra (?) italiana che ha scelto kennedy come nuovo simbolo, dimentica che fu uno dei presidenti statunitensi maggiormente bellicosi. Ricordiamo che durante il suo breve periodo presidenziale fu protagonista di eventi per i quali proprio non si può definirlo un "pacifista": lo sbarco alla Baia dei Porci; la crisi dei missili a Cuba che ha rischiato di portare il mondo verso una guerra nucleare; la costruzione del muro di Berlino; gli antefatti che poi condurranno alla guerra in Vietnam. Tutti episodi di natura belligerante, separatista e razzista.

Intervista di Angelo Angelastro del TG1 a Beppe Vacca

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Angelo D'Orsi risponde a Beppe Vacca

Tutti si sono messi a parlare di Gramsci, aggiungendo sempre che Gramsci è difficile, troppo filosofo e forse in virtù di questa scusa si finisce per “interpretarlo”, ovviamente a propria immagine e somiglianza, facendogli dire ciò che si vuole, fino al punto da farlo diventare la base del nascente partito democratico, che nelle intenzioni dei fondatori vuole essere la copia del Partito Democratico statunitense, col quale Gramsci non può avere niente a che spartire!

Per capire Gramsci si consiglia la lettura dei seguenti due scritti, che non sono affatto difficili:
Se poi qualcuno, che non ha mai letto una riga di Gramsci o di Comunismo, vuole continuare a dire cavolate (tipo che era un “liberal”; un “democratico” intendendo la democrazia nel senso borghese e capitalistica del termine; era contro la “dittatura del proletariato”, senza conoscere neppure il significato del termine “dittatura del proletariato” ... ) lo faccia pure, ma si vergogni di utilizzare Antonio Gramsci.

Gramsci è un comunista; è tra i fondatori del Partito Comunista d’Italia (da non confondere con il Partito Comunista Italiano, PCI, che nasce praticamente con Togliatti nel 1927).

Ovviamente ognuno è libero di criticare il comunismo; ognuno è libero di aderirvi.

Quello che non è ammesso è di violentare la storia, di voler far passare Gramsci per ciò che non è. Si è liberi di non condividere il pensiero di Gramsci, ma non si può prendere il pensiero di una persona, tra l'altro morta settant'anni fa, e trasformarlo, adattandolo alle proprie necessita, alle proprie convenienze. Se si decide di parlare di Gramsci lo si deve fare nel rispetto del suo pensiero. Si può anche parlare di una persona, di un filosofo, senza condividerne il pensiero, parlandone come di una personalità del quale, appunto non si condivide l'opera.

Il comunismo non è un dogma, per cui si può cambiare, adattare a proprio piacimento; si fa un congresso e si aggiusta alle proprie convenienze. No! Il comunismo è una scuola di pensiero che propugna un sistema economico differente ed in aperta contraddizione col sistema capitalistico attuale. Si basa sulla produzione di beni destinati al soddisfacimento dei bisogni degli uomini, di tutti gli uomini, non solo di quelli che hanno la possibilità di accedere al mercato (come è per il capitalismo).

Ciò presuppone la collettivizzazione dei mezzi di produzione, ossia l'abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione (cosa che non significa la collettivizzazione delle mie mutande, del mio pantalone, del mio letto, del mio tetto, ... che sono precisamente i bisogni che va a soddisfare la produzione). Il comunismo ti toglie la casa, i figli ... NO! Il comunismo punta a dare a tutti le mutande, il pantalone, il pane, il tetto ...  Ma non un tetto qualsiasi, una catapecchia per dire, ma il migliore dei tetti possibili, il più dignitoso possibile. Non, come adesso, nel sistema attuale, dove pochi, pochissimi (600/700 milioni) hanno tutto o quasi ed il resto non ha neanche il pane per sfamarsi.

La discussione è aperta sul come arrivare ad un sistema differente: ci sono mezzi, modi che possono essere più o meno validi, altri che possono cambiare. Mentre le modalità possono adattarsi e cambiare in base alle esigenze ed ai momenti storici, la finalità non può essere cambiata, altrimenti siamo di fronte a qualcosa che non può avere lo stesso nome.

Se giochiamo a calcio, ci possono essere delle tattiche differenti (il gioco a zona, a uomo, a WM...), ma se cambiamo le regole generali (invece delle porte, per esempio si vuole usare un canestro e le mani), non possiamo più parlare di calcio, ma di qualcos'altro che si può chiamare basket (per esempio).

Qualcuno o qualche stato (URSS) in nome di tale finalità è arrivato a costruire qualcosa (il socialismo reale) che non era minimamente assimilabile al socialismo, tanto meno al comunismo... Ha fatto passare il basket per il calcio! Il comunismo sovietico, il socialismo realizzato della URSS non era altro che una caricatura del socialismo, come ben lo ha definito il marxista venezuelano, Valdimir Acosta.

Conclusione: se si vuole parlare di Gramsci va benissimo; se non si è d'accordo col suo pensiero va altrettanto bene e liberissimi di criticarlo. Però il pensiero di Gramsci non può essere utilizzato per adattarlo ai propri scopi e quindi far dire a Gramsci cose differenti da quelle che ha detto e scritto.
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