Attilio Folliero,
Caracas 18/03/2015
Il
debito estero degli Stati Uniti continua a crescere. A gennaio, secondo gli
ultimi dati pubblicati dal Tesoro
USA, il debito estero degli USA era di 6.217,9 miliardi, 64,20 miliardi in
più rispetto al mese anteriore e 376,50 miliardi in più rispetto a dodici mesi
prima.
Altro
dato importante che emerge dall’analisi dei dati dell’ultimo mese: la Cina
continua a ridurre il possesso dei titoli del debito pubblico USA (Bond). Alla
fine di gennaio possedeva Bond USA per 1.239,10 miliardi di dollari; è ancora
il paese che possiede la maggior quantità di titoli del debito pubblico USA, ma
ormai ha solo 0,5 miliardi in più del Giappone, che ha bond USA per 1.238,60. È
probabile che prossimamente, forse già dal prossimo mese, la Cina cessi di essere il maggior detentore di
titoli del debito pubblico USA.
La
Cina dopo aver raggiunto nel mese di novembre del 2013 un massimo storico a 1.316,70
miliardi in titoli USA ha cominciato a vendere. Negli ultimi 14 mesi, dal
dicembre 2013 al gennaio 2015, per ben 12 mesi ha ridotto la quantità di titoli
posseduti rispetto al mese anteriore ed in totale ha venduto titoli per 77,60
miliardi. Qualcuno potrebbe dire che si tratta di poca cosa. Il fatto è che tra
il 2000 ed il 2010 la Cina era abituata ad investire fortemente in Bond USA: annualmente
aumentava gli investimenti tra il 20% ed il 50% rispetto all’anno anteriore. Poi
l’inversione di tendenza: prima ha smesso di investire e poi ha iniziato a
vendere.
La
Cina, rispetto a dicembre 2014 ha ridotto il possesso di Bond USA di 5,20
miliardi; solamente la Norvegia ha venduto più Bond USA che la Cina: 8 miliardi
di dollari; al terzo posto tra i paesi che hanno venduto maggiori quantità di
Bond USA troviamo la Russia con 3,80 miliardi. Se analizziamo i dati rispetto
ad un anno prima (gennaio 2014), la Russia è il paese che più di tutti si è
liberato dei titoli USA: ha venduto 49,60 miliardi; seguono la Cina con 36,50 miliardi
di titoli venduti e la Norvegia con 14,60 miliardi; evidentemente la Norvegia,
paese petrolifero, con la caduta del prezzo del petrolio ha dovuto vendere
parte dei propri attivi per far quadrare il bilancio.
Tra
coloro che aumentano il possesso dei titoli USA ci sono i Paesi esportatori di
petrolio; complessivamente hanno titoli per 290,80 miliardi, 44,30 miliardi in
più rispetto allo scorso anno; ciò potrebbe sembrare una contraddizione in
quanto con il crollo del prezzo del petrolio dovrebbero avere meno soldi a
disposizione da immobilizzare in titoli Usa, invece è la dimostrazione che una
parte dei paesi produttori di petrolio, le monarchie della penisola arabica
sono stretti alleati degli USA ed in cambio della protezione militare, che
garantisce la loro stessa esistenza, obbediscono agli ordini della potenza USA,
aumentano la produzione di petrolio, facendone crollare il prezzo e comprando
titoli del suo debito pubblico (1).
Il
paese che maggiormente ha accresciuto il possesso di Bond USA nell’ultimo mese
è stato il Belgio con 19,20 miliardi; nell’ultimo anno il Belgio ha aumentato
il finanziamento agli USA di ben 44,30 miliardi ed oggi con i suoi 354,60
miliardi è il paese con il maggior possesso di Bond USA dopo Cina e Giappone.
Nota
(1)
Vedasi
nostro articolo: “Cause e conseguenze dei prezzi bassi del petrolio. Gli USA
all’attacco di Russia e Venezuela”, Url: http://umbvrei.blogspot.com/2014/12/cause-e-conseguenze-dei-prezzi-bassi.html
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