Racconto breve di Attilio
Folliero
Con la sua piccola immensa nave spaziale era
arrivato al limite della conoscenza; sapeva tutto perché aveva viaggiato ovunque, in
lungo e in largo. Prima era andato avanti e indietro, su e giù per l’universo
intero; aveva macinato miliardi e miliardi di chilometri all’istante; aveva viaggiato
per miliardi di anni luce, raggiungendo ogni punto visibile ed invisibile
dell’universo.
Poi, aveva cominciato ad andare avanti e indietro
nel tempo del nostro universo; ogni istante del presente, del passato e del
futuro era stato da lui vissuto.
Quando tutto il nostro immenso universo non aveva
più nessun segreto per lui, inizia a viaggiare attraverso gli infiniti universi
paralleli. Entra in uno, per uscirne in un altro e poi un altro ancora, fino a
quando quelli che all’inizio gli erano sembrati infiniti universi paralleli
divennero finiti.
Sapeva tutto, conosceva tutto; poteva dare risposta
ad ogni possibile domanda immaginata da qualunque dei miliardi di miliardi di
uomini, di esseri viventi intelligenti esistenti nei miliardi di miliardi di
pianeti, dei miliardi di universi da lui interamente esplorati e conosciuti in
ogni più recondito angolo.
La sua infinita conoscenza gli permetteva di
rispondere a tutte le domande, qualunque fosse la sua natura; tutte le
inquietudini che per miliardi di anni avevano avuto gli esseri viventi di ogni
dove erano sparite in lui.
Viveva senza alcun dubbio, senza nessuno stimolo,
annoiandosi nel mare della sua immensa sapienza. Si stava talmente annoiando di
fronte al fatto che non aveva più nessuna domanda a cui dare una risposta, che
stava pensando al suicidio, a farla finita; la sua vita non aveva senso.
Quando la decisione era ormai presa e stava per
mettere in atto il suicidio, improvvisamente lo assalì un dubbio. Era un unico
dubbio a cui la sua immensa sapienza non sapeva dare risposta. Più si sforzava,
più cercava nel profondo del suo immenso sapere, più capiva che non sarebbe mai
stato in grado di rispondere a quell’unico dubbio che lo aveva assalito quando
ormai pensava di non avere dubbio alcuno.
Visse altri lunghi anni, sempre cercando
disperatamente di dare risposta a quell’unico dubbio; l’ultimo dubbio
possibile. Visse demoralizzato i lunghi ultimi anni della sua vita, perché realmente non sapeva dove andare a cercare la risposta. Poteva andare ovunque,
ma ovunque andava non trovava riscontro a quell’unica domanda, a quell’unico
dubbio.
Morì disperato senza poter risolvere l’ultimo
dubbio possibile e immaginabile.
Attilio Folliero
Caracas 04/06/2016
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L'inimmaginabile sconcerto del dopo vita, la morte, e l'imperscrutabile senso dell'inizio della vita che spesso diamo per scontato ma di cui ancora oggi non abbiamo scoperto ne lo scopo ne chi o cosa gli ha dato inizio...
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