Attilio Folliero, Caracas 17/07/2015
La Cina ha comunicato i dati relativi alle Riserve Internazionali ed alle riserve auree dell’ultimo trimestre (Aprile – Giugno 2015). Dall'analisi dei dati del mese di giugno risulta che le riserve auree cinesi sono arrivate a 1.658 tonnellate, con un aumento del 57% nell'ultimo mese, ovvero sono cresciute di 604 tonnellate. Le riserve internazionali al 30 giugno ammontano a 3.693 miliardi di dollari, più o meno in linea con i precedenti dati di marzo, ma in discesa di circa 300 miliardi rispetto al massimo storico di un anno fa, giugno 2014, quando erano 3.993 miliardi.
La prima che ovviamente non si tratta di acquisti di oro effettuati nel mese di giugno, perché nel mercato mondiale non è possibile acquistare 600 tonnellate in un solo mese; quindi si tratta di acquisti scaglionati nel tempo e comunicati tutti insieme questo mese. La Cina è abituata a non fornire con continuità i dati delle proprie riserve auree; infatti l’ultima variazione ufficiale risaliva a ben sei anni fa, al 2009.
La seconda considerazione riguarda il dato effettivo comunicato; molti analisti pensavano, e sicuramente continuano a pensarlo, che la Cina possedesse molto più oro, per lo meno il triplo del dato ufficiale comunicato oggi, considerando la produzione aurifera nazionale (oggi la Cina è il principale produttore di oro del mondo, davanti al Sud Africa), le informazioni commerciali fornite dalla “China Gold Association” e le transazioni internazionali di oro attraverso il mercato di Hong Kong, da cui transita sicuramente anche l’oro acquistato dai cinesi. Ovviamente, il dato comunicato non significa che sia l’effettiva quantità di oro posseduta dai cinesi; la Cina potrebbe ugualmente possedere più oro di quello comunicato.
A questo punto sorge spontanea una domanda; se la Cina continua a nascondere la quantità effettiva di oro, come mai ha comunque comunicato un aumento nelle proprie riserve anche se non in linea con i dati che tutti si aspettavano? Sicuramente molti pensano che le riserve auree cinesi siano per quantità almeno le seconde, dopo quelle statunitensi, ammesso che le riserve auree USA stivate a Fort Knox siano costituite tutte da oro puro e non da oro taroccato come si vocifera da anni. Da anni, infatti da più parti dall’interno del proprio Parlamento (Congresso e Senato, tra i quali spicca la figura del senatore Ron Paul) si chiede, senza successo, di potere visionare le riserve auree della nazione.
Dunque cosa potrebbe aver indotto la Cina a comunicare comunque un aumento delle proprie riserve auree? Potrebbe essere dovuto al fatto che le discussioni in seno al FMI per includere lo Yuan nel paniere delle valute SDR non si sbloccano e quindi questa mossa della Cina potrebbe essere vista come una sorta di pressione. Attualmente il paniere su cui si basano i Diritti Speciali di Giro (SDR per la sigla in inglese) è costituito da Dollaro, Euro, Sterlina e Yen. La cina sta facendo pressione per includere anche la propria moneta.
Un altro motivo di questa comunicazione potrebbe essere dovuto al recente crollo della borsa cinese, che in poco tempo ha perso circa il 40% del suo valore e fatto gridare a molti la fine del miracolo cinese; dunque potrebbe voler significare un avvertimento verso coloro che parlano di crisi della Cina. Staremo a vedere.
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