viernes, 22 de enero de 2016

Ah si, Putin è anche un assassino. Ma l’inchiesta di Londra non è credibile, ecco perché

Marcello Foa, Il Giornale Blog, 22/01/2016
Che storia incredibile il caso Litvinenko: un agente avvelenato con il polonio a Londra. Quando ieri ho visto i titoli sulle conclusioni dell’inchiesta, del genere Caso Litvinenko, accuse a Putin. Cameron: “E’ omicidio di Stato”, ho iniziato a leggerli avidamente. E questa mattina, per essere sicuro, ho letto qualche cronaca anche sui giornali.
La mia reazione non è cambiata: embè? Dove sono la novità? Un’inchiesta che riguarda fatti avvenuti quasi dieci anni fa si conclude con quella che di fatto è un riassunto di fatti noti, non noti ma arcinoti. Si sapeva già nel 2006 i nomi dei due autori, si sapeva che erano scappati a Mosca, si sapeva che erano due ex agenti del Kgb e che una volta rimpatriati hanno beneficiato di ampie protezioni.

L’unica novità riguarda l’accusa esplicita a Putin, accusa che però non è circostanziata. Leggete bene questa frase del magistrato responsabile dell’inchiesa, Sir Robert Owen:

I due accusati con forte probabilità agirono sotto la direzione del servizio segreto russo FSB e tenuto conto di tutti gli elementi e le analisi a mia disposizione l’operazione dell’FSB per assassinare Litvinenko fu probabilmente approvata da Nikolai Patrushev come anche dal presidente Putin.
E ora considerate la tempistica dell’inchiesta avviata il 22 luglio 2014 ovvero poche settimane dopo lo scoppio della crisi ucraina, con il rovesciamento del regime Yanukovich a Kiev, seguito dal referendum che ha sancito l’indipendenza della Crimea dall’Ucraina e dall’imposizione delle sanzioni alla Russia.
Putin era appena stato messo all’indice dall’Occidente.
Io non sono un avvocato ma tutti sanno che non si possono emettere verdetti sulla base di supposizioni: affermare che molto probabilmente una persona è responsabile è, giuridicamente, un’aberrazione. O è colpevole e si hanno le prove o non può essere additata come responsabile, perché dove vige lo stato di diritto deve prevalere la presunzione di innocenza.
A meno che non prevalgano altre considerazioni, ad esempio di natura politica.
E infatti l’inchiesta non nasce dalla magistratura britannica, che aveva già svolto e bene le indagini nel 2006, ma è stata avviata su precisa richiesta del governo britannico, come risulta alla pagina 7 dal rapporto ufficiale che trovate qui e in cui Sir Owen afferma:
On 22 July 2014 the Secretary of State for Home Affairs, the Rt Hon Theresa May MP, announced, in a written statement laid before the House of Commons, that an Inquiry under the Inquiries Act 2005 was to be held into the death of Alexander Litvinenko. I was appointed to chair the Inquiry.
La conclusione potete trarla anche voi, cari lettori.Sembra tanto una manovra per screditare la Russia, in un’epoca in cui le guerre non si combattono solo con le armi ma anche, e talvolta soprattutto, con strumenti opachi, asimmetrici, invisibili al grande pubblico, come ho avuto modo di spiegare tante volte su questo blog.


Ed è noto a tutti che Washington, di cui Londra è il più fedele alleato, voglia arrivare a un regime change a Mosca, dunque alla caduta di Putin. A tal fine, tutto aiuta. Anche una bella inchiesta naturalmente indipendente. In cui l’imputato non poteva non sapere. Probabilmente, molto probabilmente.
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