Attilio Folliero, LPG, Caracas, 26/11/2007
Stamane, un giovane simpatizzante del Governo di Hugo Chávez è stato brutalmente assassinato. Si tratta di José Aníbal Oliveros Yépez di soli 19 anni, un lavoratore che mentre si dirigeva al lavoro si è imbattuto in una "guarimba" dell'opposizione. La guarimba è un atto di vandalismo: un gruppo di oppositori arriva in una determinata via e la blocca, utilizzando qualsiasi mezzo a disposizione, dai pneumatici, ai cassonetti, alle auto parcheggiate che vengono distrutte, incendiate e poste di traverso in mezzo alla strada al fine di impedire il passaggio di veicoli e pedoni.
Lo sfortunato giovane si è imbattuto in una di queste guarimbe, che gli impediva il passo; alle sue richieste di passare un oppositore ha tirato fuori la pistola e lo ha sparato. Quattro dei cinque principali incriminati per questo orribile fatto di violenza sono stati arrestati. Il quinto, l'organizzatore della manifestazione e colui che ha pagato gli altri partecipanti (a quanto è dato sapere questi violenti vengono anche retribuiti) è attivamente ricercato.
C'è da aggiungere che il malcapitato giovane, dopo essere stato ucciso è stato vilmente fatto oggetto di scherno, preso ripetutamente a calci dal branco e spuntato addosso. Superfluo ogni commento.
L'opposizione di fronte all'impossibilità di vincere l'elezione referendaria democraticamente è disperata ed aizzata dai media informativi di opposizione, come Globovision, si abbandona a qualsiasi atto di violenza.
Il vicepresidente, Jorge Rodriguez, che partecipava ad una affollata manifestazione di agricoltori a favore della riforma ha condannato questo ennesimo atto di violenza da parte degli oppositori. Ha comunicato che durante questi disordini scoppiati stamane nelle regioni Aragua e Carabobo sono state arrestate 80 persone.
Inoltre, Jorge Rodriguez ha denunciato la complicità della chiesa: in diverse parrocchie, i sacerdoti hanno chiamato la gente a "riunioni di preghiera", che non sono altro che una chiamata ad unirsi alla violenza dei manifestanti di opposizione.
Inoltre, Jorge Rodriguez ha denunciato la complicità della chiesa: in diverse parrocchie, i sacerdoti hanno chiamato la gente a "riunioni di preghiera", che non sono altro che una chiamata ad unirsi alla violenza dei manifestanti di opposizione.
Vicepresidente del Venezuela Jorge Rodriguez accusa la Chiesa cattolica
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